Si chiamava Clemens August Joseph Pius Emanuel Antonius von Galen. Era nato in Germania il 16 marzo 1878. Apparteneva a una delle famiglie tedesche più ricche e nobili. Aveva il titolo di conte. Ma alle ricchezze e agli agi di un’esistenza mondana da favola, preferì dedicare la sua vita a Dio. Divenne sacerdote, poi vescovo, e infine cardinale. Governò la diocesi Munster dal 1933 al 1946, praticamente per tutto il periodo della dittatura di Adolf Hitler.
Uomo di imponente prestanza fisica, con una eccezionale intelligenza, dotato di elevata cultura e di una capacità comunicativa degna di un grande attore, fu uno dei primi vescovi tedeschi a intuire con estrema lucidità il vero pericolo dell’ideologia neopagana del nazismo e a denunciare con forza le violenze e la barbarie del terrore nazista. Divenne il simbolo della resistenza tedesca contro il nazismo. Il suo coraggio e le sue dure prediche contro Hitler fecero il giro del mondo, richiamando su di sé una vastissima popolarità che tenne in scacco il Fuhrer e i suoi scagnozzi, i quali avrebbero voluto ucciderlo, ma, grazie proprio alla notorietà internazionale che Von Galen godeva, non poterono farlo.
Il cardinale von Galen morì il 22 marzo 1946, esattamente 74 anni fa come oggi. Il 9 ottobre 2005 Benedetto XVI lo ha proclamato beato, ricordando ed esaltando con lui anche altri eroi cristiani tedeschi che si opposero al nazismo, quali il cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco di Baviera; il cardinale Konrad von Preysing, vescovo a Berlino, uomo di fiducia di Pio XII e cugino di Von Galen; il cardinale Joseph Frings, arcivescovo di Colonia; il pastore protestante Martin Niemöller, leggendaria figura di comandante sommergibilista durante la prima guerra mondiale; e il teologo protestante Dietric Bonhoeffer, impiccato dai nazisti nel 1945 nel campo di Flössenburg, in Baviera.