Il 24 giugno del 1981 iniziavano le apparizioni della Madonna in un piccolo paese dell’ex Jugoslavia – E’ uno degli eventi religiosi più conosciuti nel nostro tempo – Lo sconcertante giudizio della Scienza e la prudente posizione della Chiesa
di Renzo Allegri
Trent’anni fa, e precisamente il 24 giugno 1981, iniziarono le apparizioni della Madonna a Medjugorje. Allora Medjugorje era un piccolo paese della Bosnia-Erzegovina, tanto piccolo da non essere neppure segnato sulle carte geografiche. Oggi è conosciuto in tutto il mondo. Si calcola che dal 1981 siano passati per Medjugorje oltre ottanta milioni di devoti. Ma, grazie ai mass media, ai giornali, ai libri, alle videocassette, ai DVD, ai cortometraggi televisivi, i fatti di Medjugorje sono conosciuti da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.
Nella primavera del 1990, il giornale dove allora lavoravo, mi inviò a Medjugorje per una serie di articoli sulle apparizioni, raccogliendo la storia dalla viva voce dei veggenti. Rimasi a Medjugorje parecchi giorni. Conobbi e frequentai i veggenti, ragazzi semplici intorno ai quali non c’era ancora la morbosa curiosità che in seguito si è sviluppata. Padre Slavko Barbaric, responsabile della parrocchia, mi aveva dato una guida per quella mia inchiesta la veggente Marija Pavlovic, che aveva allora 25 anni e viveva con i genitori a Bijakovic frazione di Medjugorje.
Tutte le mattine andavo a casa di Marija. La ragazza mi faceva il caffè e poi raccontava e io registravo. Mi ha anche accompagnato sui luoghi delle apparizioni e degli altri fatti di cui mi parlava. Un racconto, il suo, semplice, elementare, tranquillo, ma meditato, denso di particolari. Ecco, per esempio, come ricordava l’inizio di quella sua misteriosa esperienza.
<<Quel pomeriggio, 24 giugno 1981, due mie amiche, Ivanka e Mirijana, erano andate sulla collina del Podbrdo a pascolare le pecore. Improvvisamente, verso le quattro del pomeriggio, videro dei lampi. Guardarono il cielo ma era limpido. Dopo qualche attimo, ancora dei lampi, fortissimi. Alzarono di nuovo lo sguardo verso il cielo. “Guarda, c’è la Madonna”, disse Ivanka. Mirijana si mise a ridere, ma guardando nella direzione indicata dall’amica vide una misteriosa immagine che emanava una luce accecante. Le due ragazze rimasero un attimo attonite e poi fuggirono spaventate.
<<Arrivarono nella nostra contrada e raccontarono ciò che avevano visto. Nessuno credeva. Loro insistevano e alcuni ragazzi decisero di tornare sulla collina a controllare. Ivanka e Mirijana li accompagnarono e la Madonna era ancora là. Tutti la videro. Restarono fermi per alcuni minuti e poi via di corsa, giù per la collina, impauriti.
<<Il loro racconto sconvolse la gente della nostra contrada. La voce si sparse anche nelle zone vicine. Il giorno dopo non si parlava d’altro. Nel pomeriggio, quelli che avevano visto la misteriosa immagine, sentirono una forza tremenda che li spingeva di nuovo sul Podbrdo. Altre persone, genitori, fratelli, parenti decisero di andare con loro. E vi andai anch’io. Arrivati lassù, improvvisamente vedemmo dei lampi fortissimi. “Ecco, anche ieri è cominciato così”, disse la mia amica. Poi, come per incanto, sulla cima della collina apparve una nube bianca e dentro la nube una immagine bellissima, piena di luce.
<<La vedevo benissimo anch’io. Era molto lontana da noi, ma la vedevo vicina, era come se guardassi con il binocolo. Caddi in ginocchio in preda a una emozione grandissima.
<<Seppi poi che tra tutte le persone presenti quel giorno sul Podbrdo, solo in sei vedemmo la Madonna: Ivan che aveva 16 anni, Iakob 10, Mirijana 16, Ivanka 15, Vicka 17 e io che ne avevo 16. E da allora, noi sei abbiamo continuato a vedere la Madonna tutti i giorni>>.
Dalla misteriosa esperienza di quel lontano 24 giugno 1981, è scaturito il più eclatante evento religioso del nostro tempo. Trent’anni di apparizioni quotidiane. La Vergine Maria si sarebbe mostrata fisicamente ai veggenti per quasi undicimila volta. E il fenomeno continua.
La Chiesa, non ha mai espresso ufficialmente un suo giudizio. Secondo il Diritto Canonico, dovrebbe essere il vescovo locale ad esaminare il caso e a giudicarlo. Medjugorje fa parte della diocesi di Monstar e vescovo di quella città era, al tempo delle prime apparizioni, monsignor Pavao Zanic. Il quale, dopo un breve entusiasmo, divenne un avversario irriducibile di quei fatti. Definì le apparizioni di Medjugorje “la più grande truffa nella storia della Chiesa”. Nel 1993, monsignor Zanic venne sostituito da monsignor Ratko Peric, che ha tenuto e continua a tenere con foga la stessa linea di condanna nei confronti delle apparizioni di Mejugorje, tuttavia smentito dal cardinale Bertone che in un libro-intervista pubblicato nel 2007 ha dichiarato: “Le dichiarazioni del vescovo di Mostar riflettono un’opinione personale, non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa”.
Un dato curioso e sconcertante sul “caso” Medjugorje viene dalla scienza. Questi fatti misteriosi incuriosiscono sempre gli scienziati. Soprattutto i medici, che restano perplessi di fronte alle fenomenologie fisiche che in genere accompagnano apparizioni e estasi. Gli scienziati che discutono freddamente a tavolino di Medjugorje, si dichiarano in genere scettici. Ma coloro che si sono recati sul posto e hanno avuto l’opportunità di esaminare direttamente e anche con sofisticare apparecchiature scientifiche i veggenti, non sono di questo avviso. <<Non sappiamo che cosa i veggenti vedono durante l’apparizione>>, affermano <<ma possiamo dire che mentono>>.
I veggenti di Medjugorje sono stati sottoposti a ricerche scientifiche di ogni genere. Soprattutto nei primi anni della loro esperienza. Nel periodo in cui fui a Medjugorje, ho potuto consultare i risultati di quelle ricerche e ho anche potuto parlare con diversi medici che le aveva eseguite.
Al tempo dell’inizio delle apparizioni, la regione Bosnia-Erzegovina faceva parte dell’Ex Jugoslavia governata con regime comunista da Tito. La notizia delle apparizione in un paese ateo-comunista, si diffuse subito all’estero. Molte persone cominciarono a recarsi a Medjugorje. La polizia fece di tutto per fermare i pellegrini stranieri, ogni giorno sempre più numerosi, ma senza riuscirci. Tentò con ogni mezzo di convincere i veggenti a dichiarare di essersi inventati tutto. I ragazzi furono sottoposti a lunghi interrogatori intimidatori, rinchiusi in prigione. Ma inutilmente.
Furono le autorità comuniste a ricorrere per prime al giudizio della scienza. Volevano dimostrare che quei ragazzi erano bugiardi, oppure vittime di allucinazioni.
Il primo controllo voluto dalla polizia comunista avvenne il 27 giugno 1981, cioè dopo la terza apparizione. Fecero esaminare i ragazzi dal dottor Ante Vujevic, specialista in psichiatria. Il giudizio del medico fu: “Sono perfettamente normali. Sani di corpo e di mente”. Il responso irritò le autorità comuniste che ricorsero subito a una specialista di fama: il professor Mulija Dzudza, direttore dell’ospedale psichiatrico di Mostar. Egli eseguì la sua ricerca il 29 giugno all’interno dell’ospedale e il giudizio fu lo stesso: <<Questi ragazzi sono sani di corpo e di mente>>. Le autorità comuniste lasciarono perdere i medici e incarcerarono i veggenti.
Nel 1983, i veggenti furono esaminati dal professor Ludvik Stopar famoso neuropsichiatra slavo. Egli rimase a Medjugorje due settimane ed espose i risultati delle sue ricerche in un dossier. Il giudizio complessivo era identico a quello dei suoi colleghi: “I ragazzi sono normali e sani. Quando asseriscono di vedere la Madonna e di parlare con lei, sono sinceri, non mentono, e nessuno li suggestiona”.
Nel 1984 iniziarono le ricerche di équipe di medici, cioè da gruppi di studiosi costituiti da specialisti in diverse discipline mediche. La prima équipe era costituita da quattro medici italiani: Maria Federica Magatti, Luciano Cappello, Mario Botta, Anna Maria Franchini. E anche il loro responso fu positivo.
Subito dopo, arrivò a Medjugorje una équipe di medici francesi guidata dal professor Henry Joyeux dell’Università di Montpellier, che, nel corso del 1984, effettuò quattro sedute di ricerca, sempre con conclusioni positive.
All’inizio del 1985, i medici italiani ripeterono le loro analisi, ampliandole. L’équipe era guidata dal dottor Luigi Frigerio e dal dottor Giacomo Mattalia e le conclusioni furono sempre positive. Arrivarono poi gli specialisti inviati dalla Conferenza episcopale slava, quelli inviati dal Vaticano, celebri ricercatori privati. L’ultimo controllo scientifico risale al 2005, compiuto dal famoso neurologo francese Phillipe Loron, che con la sua equipe composta da cinque specialisti ha ripetuto test scientifici sui veggenti, concludendo, come tutti gli altri ricercatori: <<I veggenti sono sani fisicamente e mentalmente e quando dicono di vedere la Madonna non mentono>>.
<<Noi ricercatori>>, ha spiegato anche recentemente il dottor Mario Botta <<non possiamo dire “che cosa” vedono i veggenti durante l’apparizione. Ma possiamo scoprire se mentono. Con le parole, una persona può ingannare anche un medico, uno psichiatra, ma le macchine non possono essere ingannate. Oggi esistono apparecchiature scientifiche sofisticatissime, e con il loro aiuto è possibile penetrare nelle più segrete pieghe della psiche umana e stabilire con certezza se una persona dice la verità o mente. E tutte le ricerche eseguite sui veggenti di Medjugorje durante le apparizioni hanno dimostrato che non mentono>>.
Questo il risultato delle ricerche scientifiche compiute sul campo, cioè compiute sui veggenti durante le apparizioni. I vari giudizi negativi, che si trovano su giornali e libri, provengono da ricercatori che non hanno mai esaminato direttamente i veggenti.
Come ho detto, la Chiesa, usando come sempre un atteggiamento prudentissimo, non ha ancora mai formulato un giudizio definitivo. Ha però permesso i pellegrinaggi, purchè siano privati. Ed ha permesso che i pellegrinaggi possano essere accompagnati da sacerdoti.
Sono innumerevoli i sacerdoti che si sono recati e si recano a Medjugorje. Si è notata anche la presenza di Vescovi e cardinali. Papa Giovanni Paolo II credeva a quelle apparizioni e in varie occasioni espresse questa sua convinzione.
Nel 1987, il Vaticano affidò l’esame degli eventi a una commissione di esperti di varie nazioni, sotto la guida del cardinale Franjo Kuharic, che però non arrivò mai a conclusioni definitive.
Con l’elezione a Pontefice di Joseph Ratzinger, teologo rigoroso, severo difensore dell’ortodossia della dottrina cattolica, molti pensarono che il “caso” Medjugorje sarebbe stato definitivamente chiuso. Anche perché nel frattempo si erano verificate vicende poco chiare anche a Medjugorje. Furono coinvolti religiosi che fin dall’inizio erano testimoni storici delle apparizioni. Alcuni furono allontanati, altri condannati.
Nel 2009 circolavano voci di un imminente intervento della Congregazione per la dottrina della Fede che avrebbe sconfessato la soprannaturalità delle apparizioni. Ma, proprio allora accadde un fatto clamoroso. Alla fine di dicembre 2009, il cardinale di Vienna, sua Eminenza Christoph Schönborn, decise di andare in pellegrinaggio sui luoghi delle apparizioni. E decise di andarvi guidando un pellegrinaggio della sua diocesi. Il cardinale è rimasto a Medjugorje sei giorni, ha incontrato i veggenti, ha mangiato a casa di alcuni di loro, ha predicato in chiesa, ha celebrato la messa dell’ultimo dell’anno, tenendo una bellissima omelia. La sua presenza è diventata subito clamorosa. Se ne sono interessati giornalisti, televisioni, agenzia di stampa, e il cardinale non si è sottratto a nessuna domanda. Ha pubblicamente dichiarato il suo entusiasmo spirituale di poter trascorrere una settimana in un luogo così speciale.
Il cardinale Christoph Schönborn è una colonna della Chiesa cattolica, non solo perché arcivescovo di una grande città come Vienna, ma perchè è uno dei più importanti teologi. E’ stato prima allievo e poi stretto collaboratore di Joseph Ratzinger. Attualmente, il cardinale di Vienna è membro di vari dicasteri vaticani, ma soprattutto è ancora membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, Congregazione che è deputata a dare giudizi sull’apparizioni di Medjugorie.
La visita del cardinale di Vienna ha rovesciato la situazione su Medjugorje. Il suo comportamento e le sue dichiarazioni hanno chiaramente fatto capire che egli è uno di quelli che credono all’autenticità delle apparizioni. E, senza dubbio, è stata questa visita a suggerire a Benedetto XVI la decisione di un nuovo esame del “caso Medjugorje”. Nel marzo 2010. Benedetto XVI ha ha incaricato il cardinale Camillo Ruini, già Vicario di Roma e per anni presidente della Conferenza episcopale italiana, di guidare una commissione internazionale d’inchiesta, allo scopo di arrivare finalmente a una conclusione. La Commissione, formata da una ventina di personalità di spicco, tra le quali alcuni cardinali e vescovi, celebri teologi, ma anche medici e psicologi laici, è al lavoro e le conclusioni potrebbero essere molto vicine.