Nelson Mandela, una vita di lotta nel nome della libertà
Milano, (TMNews) – L’uomo destinato a cambiare la storia è nato sulle rive di un fiume, in un villaggio nel Sudafrica Orientale, il 18 luglio del 1918.
Qui Nelson Mandela capisce il prezzo della libertà, in questo caso la sua: a poco più di 20 anni fugge dal villaggio ribellandosi al capo tribù che lo aveva destinato ad un matrimonio combinato.
Così comincia ad urlare il suo no alle ingiustizie, un no che lo porterà a laurearsi in legge e poi presto in politica, colonna portante dell’Anc, l’African National Congress, il partito che con la sua guida sconfiggerà l’apartheid.
Un obiettivo raggiunto solo dopo una strada lunga e dolorosa nel Sudafrica dilaniato dalla segregazione razziale che privava di diritti fondamentali la popolazione di colore.
Mandela combatte con scioperi e manifestazioni, viene arrestato più volte fino al 1964 quando con l’accusa di sabotaggio e alto tradimento viene condannato all’ergastolo nella prigione di Robben Island.
Entra in carcere a 46 anni per uscirne solo a 71, dopo quasi 27 anni passati in cella, condannato ai lavori forzati.Sono anni che non debilitano il suo spirito, anzi lo rafforzano mentre a livello internazionale cresce l’attenzione per la sua lotta e lo sdegno per la sua detenzione.
Il tentativo di farlo tacere, lo fa diventare un potente simbolo.
L’11 febbraio del 1990 il detenuto numero 46664 viene liberato, diventa presidente dell’Anc e comincia la battaglia del perdono, alla ricerca di unità nazionale.
Nel 1993 riceve il premio Nobel per la Pace, nel ’94 viene eletto Presidente del Sudafrica dopo le prime storiche elezioni in cui votarono anche i neri.
Si realizza così il sogno dell’uomo che dopo 3 mogli, 5 figli, 30 nipoti e innumerevoli battaglie ha cambiato la storia del suo Paese e del mondo intero.