Quale strada percorre la vita?

1Alexandra e Florian, studenti del progetto Erasmus, intraprendono un road-movie attraverso le strade d’ Europa alla ricerca delle discriminazioni che imperversano nella nostra società.

Si ispirano alla lettura del Diario che una giovane donna ebrea di 27 anni, Etty Hillesum, ha scritto ad Amsterdam tra il 1941 ed il 1943.

Etty testimonia una fede indefettibile nell’uomo mentre questi compie i suoi piu neri malefatti: “So già tutto”, ella scrive, “E tuttavia, considero questa vita bella e ricca di senso. Sempre “.

Attraverso il dialogo con le persone che incontrano sulla loro strada ad Amsterdam, Bruxelles, Colonia, Berlino ed Auschwitz, i giovani reporters prendono coscienza dei meccanismi che hanno agito in passato ed ai quali occorre prestare attenzione per non cedere alla paura ed all’odio.

Ogni testimonanza sembra dirci: ” Al giorno d’oggi, quale strada percorre la vita? ”

Descrizione del libro

Data di uscita: 21 novembre 2012

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All’inizio di questo Diario, Etty è una giovane donna di Amsterdam, intensa e passionale. Legge Rilke, Dostoevskij, Jung. È ebrea, ma non osservante.

I temi religiosi la attirano, e talvolta ne parla. Poi, a poco a poco, la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi fra le righe del diario. Etty registra le voci su amici scomparsi nei campi di concentramento, uccisi o imprigionati.

Un giorno, davanti a un gruppo sparuto di alberi, trova il cartello: “Vietato agli ebrei”. Un altro giorno, certi negozi vengono proibiti agli ebrei. Etty annota: “La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare”.

Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima.

Non pensa un solo momento a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il “destino di massa” della morte amministrata dalle autorità tedesche. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel “pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato” la sua capacità di essere un “cuore pensante”.

A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più “inospitale”.

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Documentario IL CONVOGLIO

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