Franco e Andrea Antonello sono stati i protagonisti di una storia che sembra una favola: il romanzo che raccontava il loro viaggio on the road, “Se ti abbraccio non aver paura”, ha avuto un enorme successo.
In questo nuovo libro, Franco e Andrea raccontano la vera storia della loro vita, iniziando dalla vita di Franco prima di Andrea: dove nasce, com’è la sua famiglia, quali strade ha percorso e quali scelte ha compiuto prima di diventare un felicissimo papà di un bambino bellissimo.
E continuando con quello che è successo dopo che Andrea, quel bellissimo bambino, ha iniziato a sfuggirgli di mano, sempre più intrappolato in un misterioso vortice che solo dopo anni si capirà essere l’autismo.
E se nella vita professionale Franco miete successi uno dopo l’altro, nella lotta contro quel terribile nemico non pare esserci speranza: medici e ciarlatani, guaritori africani e maghi brasiliani, nessuno sembra poter fare niente. Ma quella non è la fine per Franco e Andrea: è solo l’inizio.
Insieme scopriranno che non si deve rinunciare ai sogni e alla vita, e che le difficoltà, anche quelle più tremende, possono essere affrontate, cercando di rispondere alla richiesta di Andrea di avere intorno persone allegre, che guardano al lato positivo della vita: “Sono graditi visi sorridenti”.
Oggi Franco ha creato una fondazione, I Bambini delle Fate, che lavora per promuovere progetti di assistenza ai bambini autistici e alle loro famiglie. E Andrea ha appena dato l’esame di maturità.
Articolo CORRIERE DELLA SERA
Sono graditi visi sorridenti La vita, le speranze, l’autismo, le battaglie: Andrea Antonello diventa scrittore e firma un libro a quattro mani con papà Franco
Andrea Antonello è diventato scrittore. Un libro a quattro mani scritto con il papà Franco «Sono graditi visi sorridenti» (Feltrinelli editore, 234 pagine, 18 euro), Una famiglia veneta come molte altre, fino al romanzo «Se ti abbraccio non avere paura» dello scrittore Fulvio Ervas, che li ha trasformati in star internazionali.Ma soprattutto ha fatto conoscere al mondo i sentimenti (e i problemi) di Andrea, bellissimo bambino intrappolato nella gabbia dell’autismo, adolescente partito in moto con il suo papà Franco per un lungo viaggio di tre mesi, tra Stati Uniti e Sud America. Un’avventura che ha dimostrato quanto i ragazzi autistici siano persone affamate di esperienze, affetto e allegria, non malati da rinchiudere in istituti. Quel viaggio è stato solo l’inizio.
Franco e Andrea si svelano completamente in questo libro: la vita di papà Franco prima e dopo la nascita di Andrea, il pellegrinaggio in giro per il mondo alla ricerca di una cura per l’autismo, le scelte, la vita che cambia. E le riflessioni di Andrea, le sue speranze, il futuro.
«Sono un ragazzo fortunato che ha rappresentato un mondo speciale dell’uomo diverso, opposto ma onesto – scrive Andrea Antonello – vedo così il mio vivere, solo per dare». Parole profonde, come quelle che Andrea ha scritto nel tema di maturità. «L’uomo nasce per creare qualcosa di unico di bello per sé e per gli altri. Tutti siamo artisti della nostra esistenza. Creare è lasciare il segno che ci siamo stati». Parole da scrittore. Franco Antonello e Andrea presenteranno il libro martedì 3 dicembre al Centro Commerciale Le Barche di Mestre (ore 18) e mercoledì 4 dicembre al teatro Accademico di Castelfranco Veneto (ore 21). A concludere «Sono graditi visi sorridenti», è una frase di Andrea, fulminante: «Vita dura io ho, evidente a tutti, io non lascio, e di aiuto i miei pensieri sono per chi legge e sa andare oltre e crede che non ci sia in ognuno di noi un solo uomo ma diversi talenti, fermiamoci a guardare non con gli occhi ma con il cuore».
Franco Antonello, com’è nata l’idea di questo libro?
«In realtà l’idea è stata della Feltrinelli, che ha insistito molto. Anche Andrea era entusiasta. Adesso è diventato uno scrittore. Era già pittore, stiamo per inaugurare una mostra dei suoi quadri. In più ha scritto un libro. E’ la dimostrazione di cosa possano fare i ragazzi autistici, che non vanno relegati negli Istituti e riempiti di farmaci, ma devono avere la possibilità di fare una vita normale».
Il libro racconta la vostra vita, è soprattutto un monito a «darsi da fare» per il prossimo, «sporcarsi le mani», come dice lo slogan della Fondazione I Bambini delle Fate, creata proprio per finanziare progetti di sostegno a ragazzi e ragazze con autismo…
«Ci vuole soprattutto educazione sociale nelle scuole. Ormai c’è un disabile in ogni classe, se ognuno dei compagni se ne facesse carico per un giorno e se ogni cittadino trascorresse almeno un giorno al mese con loro, avremmo creato le basi perché questi ragazzi siano seguiti a vita. Stessa cosa in un condominio dove c’è un ragazzino disabile, che chiede compagnia, non medicine. Se ognuno dei vicini trascorresse con lui due ore, non sarebbe mai solo. La verità è che il nuovo razzismo è nei confronti dei disabili»
Con «Se ti abbraccio non avere paura», siete diventati famosi, questo è servito per smuovere progetti di sostegno all’autismo?
«Dopo il libro io e Andrea siamo diventati star, ma quando si tratta di fare qualcosa di concreto, tanti spariscono»
«I bambini delle Fate», la Fondazione che hai creato, però, sta portando avanti progetti concreti…
«Fare impresa nel sociale si può, lo stiamo dimostrando. Con 300 imprenditori che fanno piccoli versamenti mensili costanti siamo riusciti a finanziare progetti in 11 ospedali con trasparenza totale, rendiconto dei soldi utilizzati e visibilità per le imprese coinvolte. Con il progetto “Sporcatevi le mani” invece, ogni persona può versare 20 euro al mese e sa sempre dove e come verranno utilizzati i suoi soldi. Inoltre stiamo cercando “fate”, una rete di volontari che ci aiutino a trovare adesioni ai progetti»
Da manager di successo nel mondo della comunicazione, a paladino dei diritti. La vita con Andrea ha cambiato completamente priorità e prospettive?
«Mi vengono i brividi ogni volta che vedo un ragazzo come Andrea senza le sue opportunità, chiuso in casa, sedato. Ogni 80 nuovi nati c’è un bambino autistico, è una sindrome in spaventoso aumento. Andrea ha la fortuna di una vita normale, di girare il mondo, gli altri come lui, nella quasi totalità sono “morti”, sepolti vivi negli Istituti, pieni di psicofarmaci. Lo ripeto: se ognuno di noi dedicasse un giorno al mese a un ragazzo autistico, ci sarebbero tanti altri ragazzi che potrebbero fare la vita normale che fa Andrea. In Fondazione riceviamo centinaia di lettere disperate, famiglie lasciate sole, ragazzi relegati ai margini. Mettiamo un po’ di altruismo nella nostra vita»
Andrea si è fatto molti amici?
«Sì, tanti gli scrivono, molti vengono a trovarlo, ma poi tutto finisce lì. E se Andrea che è così famoso non ha ancora trovato un amico, figuriamoci gli altri ragazzi autistici… Molte ragazze hanno voluto conoscerlo. Però alla fine niente, lui cerca ancora l’amore… »
Il futuro?
«Ormai Andrea è uno scrittore. Uscirà un altro libro, firmato solo da lui, che raccoglie tutto ciò che ha scritto in questi anni. Stiamo scegliendo le cose migliori: si potrà entrare nella testa autistica di Andrea attraverso le sue parole»