Non toglieteci il treno per #Lourdes
Daniel, 18 anni, «Non toglieteci il treno per Lourdes»
L’allarme per la possibile soppressione dei treni speciali dedicati agli ammalati in pellegrinaggio nella cittadina francese ha fatto il giro dei giornali e del web. Tra i tanti pellegrini che ogni anno salgono sui treni bianchi anche un giovane malato che ha voluto raccontare la sua esperienza e lanciare il suo appello alle autorità
“ Ho letto l’articolo che avete pubblicato, il 4 ottobre (qui la news) riguardante l’allarme per la possibilità di soppressione di treni speciali per ammalati a Lourdes, e se me lo consentite vorrei raccontarvi sulla mia pelle, pelle di un 18enne che combatte contro una malattia rara, la bellezza e l’importanza di questi viaggi, lunghi e difficili, sono solo una piccola voce in un oceano ma spero di far capire quanto siano importanti questi viaggi”. Sono queste le parole che Daniel De Rossi, diciottenne di Rondissone, in provincia di Torino ci scrive in una mail cui allega la sua testimonianza, le sue “sensazioni di un diciottenne in pellegrinaggio”.
Le sue sono le parole di un «semplice ragazzo, di 18 anni con una sindrome a multiorgano rara fin dalla nascita, con i miei difetti, i miei errori, le mie fragilità, i miei mille dubbi quotidiani, parto per Lourdes ogni anno con la mia inseparabile compagna “la malattia”, con l’associazione di cui faccio parte (il Cvs – Centro Volontari della Sofferenza, ndr.), che si occupa di portare in pellegrinaggio i malati di ogni genere e con essi le famiglie, vi posso garantire che il grande vero miracolo di Lourdes comincia proprio quando sali su “quel treno”»
E il miracolo di cui parla Daniel è proprio il viaggio che lui descrive: «meraviglioso, i paesaggi bellissimi, prati verdissimi, il mare e tutto quello che vedi attraverso il finestrino, ti aiuta ad entrare nell’ottica vivendo ogni singolo momento in attesa dell’esplosione di emozioni che andrai a scoprire, questo viaggio anche se a volte lungo ti dà la possibilità di iniziare a condividere con altre persone, non solo la meta che tu desideri, ma impari a conoscere e far amicizia con ogni genere di persona, adulti, bambini, medici, malati, educatori, volontari, il bello è che ognuno ti insegna qualcosa».
Non si nasconde certo le difficoltà perché i viaggi che pochi decenni fa, partendo dal Nord Italia duravano circa 17/18 ore, ora hanno delle durate monstre e lui che ha iniziato solo pochi anni fa ad andare a Lourdes ha vissuto i viaggi che arrivano a superare le 24 ore, per non parlare dei disagi, delle soste nel nulla e infatti parla di «convogli “parcheggiati” per ore in attesa di chissà quale evento o problema, in alcuni momenti servono a noi per riposare altri per poter caricare e scaricare cose utili e indispensabili». Confida anche l’esperienza dell’ultimo pellegrinaggio: «quest’anno 2018 abbiamo avuto un imprevisto non facile da affrontare, uno sciopero che ci ha costretti a una partenza anticipata e immaginate 800 persone tra i quali molti malati con situazioni a volte gravi dover in fretta organizzare la partenza, i bagagli, le attrezzature, e soprattutto vedere la delusione negli occhi di chi ha atteso un anno intero per scoprire di dover rinunciare anche a una delle esperienze che si erano programmate, so di cosa parlo, lo sperimento ogni giorno, lo vivo sulla mia persona»
Da qui la sua accorata richiesta perché in futuro le cose possano migliorare. «Mi appello alle autorità istituzionali perché si possa continuare questo servizio, magari con qualche attenzione in più visto le condizioni a volte difficili ma non impossibili per queste persone, che sono intrappolate nella sofferenza ma coscienti di ogni cosa che accade attorno a loro, possano provare queste sensazioni, vedere un sorriso e due occhi che si emozionano alla realizzazione di un sogno che pensavano non si avverasse mai, quanto può gratificare e farci sentire colmi d’amore.
Vi chiedo solo un po’ di attenzione per questi pellegrinaggi, un’attenzione a non aumentare i costi, visto le precarietà che a volte i familiari devono sostenere non solo per la malattia del proprio caro ma anche per la realizzazione di questo sogno, l’attenzione di ascoltare le Associazioni nel limite delle richieste che vengono fatte per gli ammalati e non per capricci, ma soprattutto che si faccia attenzione a non creare problemi ferroviari (scioperi, soste ecc…) che questi treni raggiungano il luogo in tempi consoni per godere del luogo e ricaricare l’anima e il cuore. Noi non ci scoraggiamo al viaggio difficile e ai vari inconvenienti ma vi chiedo di mettervi una mano sul cuore per venirci incontro».
Da parte loro le Ferrovie italiane hanno smentito di voler dismettere il servizio dei treni speciali per Lourdes. Inoltre, come segnala inoltre il Cnpi (Coordinamento nazionale pellegrinaggi italiani) Trenitalia vuole inserire i treni per Lourdes nell’ambito del processo che regolamenta l’armonizzazione della programmazione dei treni internazionali. Per questo, scrive ancora il Cnpi “siamo disponibili sin da subito a sederci al tavolo con loro e con le Ferrovie francesi per trovare una immediata soluzione non solo per il 2020, ma già per il prossimo anno 2019”.
Del resto sono tante le persone che come Daniel non vogliono rinunciare a un’esperienza, il pellegrinaggio a Lourdes, che in assenza dei treni non solo non sarebbe la stessa ma per molti sarebbe impossibile.
Come ricorda ancora il giovane si tratta di una «possibilità unica, non solo per gli ammalati ma per tutti».
di Antonietta Nembri per VITA.IT
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