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A Lourdes per ritrovare la fede

oftal_mons_angelino-kbjG-U1010315223842ZgG-330x185@LaStampa.itParla Gian Paolo Angelino, presidente opera trasporto ammalati

Alain Elkann

Monsignor Gian Paolo Angelino, lei è il presidente dell’Oftal, l’opera federativa trasporto ammalati Lourdes: com’è organizzata la vostra istituzione?  

«Si tratta di un’opera di carità mariana a favore dei malati che organizza anche pellegrinaggi a Lourdes e in altri santuari. In pratica ci occupiamo dell’ammalato prima e dopo il pellegrinaggio».

Quali sono i vostri numeri?  

«I volontari sono circa seimila, tra cui moltissimi giovani, che spostano oltre 20 mila persone all’anno, metà ammalati e metà semplici pellegrini. Insieme ai volontari viaggiano anche numerosi medici e sacerdoti».  

Di che tipo di ammalati si tratta?  

«A Lourdes accompagniamo paraplegici e malati terminali, ma anche malati psichici, ragazze-madri, carcerati. Insomma, ci interessiamo di ogni tipo di sofferenza umana». 

Che benefici ottengono questi pellegrini ?  

«Il pellegrinaggio dona pace al cuore delle persone. Tutti pensano ai miracoli, ma questi luoghi, per chi crede e per chi non crede, sono luoghi di grazia che tranquillizzano interiormente». 

Come si diventa volontari?  

«Conta soprattutto il passa-parola: i nostri giovani vanno nelle scuole, nei licei, nel mondo degli scout, nelle parrocchie a parlare di noi». 

Chi ha fondato l’Oftal?  

«Monsignor Alessandro Rastelli, un umile vice parroco di Trino Vercellese che nel 1932, dopo un’esperienza a Lourdes, ha deciso di dedicare tutta la sua vita ai malati e a questo tipo di viaggi». 

Quanti sono i vostri centri?  

«Siamo presenti in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia e Sardegna». 

Quanti viaggi organizzate all’anno?  

«All’incirca una trentina, di cui una ventina a Lourdes e una decina tra la Terra Santa, il santuario belga di Banneux , Fatima in Portogallo, Santiago di Compostela in Spagna, Oropa e Loreto in Italia». 

Chi è Gian Paolo Angelino?  

«Un sacerdote della diocesi di Vercelli che prima faceva il parroco a Santhià e che nel 2007 è stato nominato dai vescovi che fanno parte di questa federazione presidente dell’Oftal».  

L’Opera come si sostiene?  

«Ce la facciamo a stare in piedi nonostante una crisi che si sente moltissimo. Noi portiamo in pellegrinaggio soprattutto persone che appartengono al ceto medio-basso della società». 

Lei è sempre presente?  

«Sì, io vado in tutti i pellegrinaggi. Ho un compito di sintesi, di animazione spirituale, parlo con i malati, li confesso e celebro la santa messa con altri sacerdoti. Qualche volta a Lourdes siamo anche più di duemila…». 

Come si viene accettati dalla vostra organizzazione?  

«Nelle nostre diocesi federate c’è una segreteria che si occupa della raccolta dei nomi e delle iscrizioni e che imposta l’intero lavoro». 

Date ascolto a tutte le richieste?  

«Certo, e aiutiamo anche chi ha difficoltà economiche». 

Quanto costa un pellegrinaggio?  

«Per Lourdes circa 400 euro tutto compreso: viaggio, ospitalità e permanenza». 

Lei vede molta sofferenza intorno a sè?  

«Sì, c’è molta gente che soffre per i propri figli, per i propri cari e per le proprie condizioni familiari». 

Nei viaggi nascono delle amicizie?  

«Sì, e anche matrimoni tra gli ammalati e vocazioni religiose tra i volontari». 

Quali sono i problemi più gravi cui andate incontro?  

«Quelli legati ai trasporti: un tempo per andare a Lourdes si impiegavano 14 ore, adesso ce ne vogliono anche 20-24. E per di più le ferrovie vorrebbero dismettere i fatiscenti treni charter per Lourdes…». 

Come se lo spiega?  

«Dicono che non è un mercato importante per loro. Noi non facciamo rumore e non possiamo mettere i nostri malati sui binari. Purtroppo nel mondo di oggi se non si fa rumore non si ottiene nulla». 

E allora?  

«Cerchiamo alternative a Trenitalia: abbiamo interpellato Italo, ma la Francia non dà il permesso. Certo, ci sono anche gli aerei e gli autobus, inutilizzabili però dai malati in barella». 

Oggi c’è meno gente che va a Lourdes?  

«Sì, perché troppi fanno fatica ad arrivare a fine mese». 

Chi sono i vostri volontari?  

«Giovani, studenti universitari e gente comune che prende le ferie per fare questo lavoro». 

Durante i vostri pellegrinaggi si è verificato qualche miracolo?  

«Ce ne sono sempre, ma l’iter di riconoscimento da parte dell’autorità ecclesiastica è molto lungo. A Lourdes in 150 anni sono stati riconosciuti ufficialmente soltanto 67 miracoli, anche se in realtà ce ne sono stati di sicuro molti di più». 

Nei vostri pellegrinaggi sono numerosi coloro che ritrovano la fede?  

«Sì, decisamente, direi». 

Come si fa a contattarvi?  

«Tramite la nostra sede centrale, il sito www.oftal.org oppure attraverso le diocesi federate». 

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