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Bella lettera di Padre Ventriglia da #Lourdes

Carissimi ,
oggi tutta la chiesa è in festa celebrando la solennità dell’Annunciazione. A Lourdes, proprio il 25 marzo 1858, la Vergine manifestò a Santa Bernadette la sua identità, dichiarandosi: «Io sono l’Immacolata Concezione».

Non era più “Aquerò”, non più la “Bella Signora”, ma bensì aveva una sua chiara e definita identità. A partire da quel momento, la storia delle apparizioni di Lourdes ha radicalmente cambiato e l’atteggiamento del parroco Peyramal lo ha dimostrato.

Tra poche settimane, esattamente l’11 aprile, riaprirà ufficialmente la stagione dei pellegrinaggi.

È un’iniziale ripartenza, anche se segnata da gradualità e prudenza.

Tuttavia, tutti noi qui a Lourdes desideriamo avere uno sguardo fiducioso e pieno di speranza per il prossimo futuro.

C’è una forte aspirazione a ritornare in questo luogo benedetto.

Infatti, vi sarete accorti che, in occasione della recita del rosario, accendo sempre più dei grandi ceri offerti da diverse associazioni o da persone private, ceri che arderanno poi alla cappella della luce. Si evidenzia così il grande amore a Maria da parte del nostro popolo italiano e un segno di voler essere presenti alla grotta, malgrado tutto.

Inoltre, proseguono i lavori di restauro del campanile della basilica dell’Immacolata ed è già ben visibile la guglia con, alla sommità, la croce e la corona in oro.

Un’immagine molto suggestiva che svetta nel cielo e invita alla fiducia in Maria.

Il restauro dovrebbe terminare per la fine di giugno.

Abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo la non facile esperienza del coprifuoco.

Fino a qualche giorno fa, esso iniziava alle ore 18.00 della sera fino alle ore 6.00 del mattino.

Questa è la ragione per cui, in occasione della recita del rosario, lo spazio della grotta era vuoto e vi erano solo le poche persone autorizzate a rispondere.

Da qualche giorno e precisamente dal 20 marzo, il coprifuoco inizia alle ore 19.00, ragion per cui i pellegrini possono partecipare alla preghiera.

Gradualmente ci si sta aprendo e veramente confidiamo in una ripresa lenta, ma sicura.

Per il momento non vi saranno le folle, ma dai tanti messaggi, telefonate e mail che ricevo, grande è la nostalgia della grotta e altrettanto forte il desiderio di poterla raggiungere.

Ormai è trascorso un anno da quando il Covid-19 ha rivoluzionato tutti i nostri progetti.

Indubbiamente siamo chiamati ad essere attenti, prudenti, ma non certo a farci paralizzare dalla paura. Essa è nemica della vita e non è portatrice di luce e di slancio.

Attendiamo con impazienza la fase del dopo Covid-19. Siamo sicuri, che passerà questa pandemia, quindi bisogna iniziare a pensare a programmare la vita dopo il Covid19.

C’è in tutti noi il desiderio di incontrarci, di vivere la nostra fede, ritrovare la gioia di condividere la bellezza dello stare insieme, dell’abbracciarsi, dell’assaporare il fascino dell’arte, della musica, della liturgia.

Mi ha particolarmente colpito una testimonianza del nostro rettore, il padre Olivier Ribadeau Dumas, pubblicata, alcuni giorni fa, sul quotidiano cattolico francese.

Diceva:

“Questa pandemia non ha per nulla fatto vacillare la mia fede, ma l’ha fatta crescere di più.

Lourdes è un luogo alto di speranza e di resistenza. Ho avvertito, lungo questa crisi, un appello ancor più forte alla missione…

La personalità della piccola Bernadette mi è stata ancor più un potente sostegno, poiché c’è, in questa ragazzina, una purezza di cuore, una libertà, una tenacia e una gioia di vivere nonostante tutte le avversità”.

Indubbiamente, a tutt’oggi ci è chiesta attenzione e rispetto delle restrizioni richieste per il contenimento della pandemia.

Tuttavia, dalle testimonianze ricevute, nessuna delle persone che sono venute a Lourdes durante l’anno appena trascorso, è tornata a casa con il virus.

Ciò ci conforta.

Quindi, nel rispetto delle norme, possiamo ritornare fiduciosi come pellegrini, rinnovando il nostro filiale incontro con Maria alla grotta di Massabielle.

Desidero concludere questo mia lettera citandovi quanto papa Francesco, durante il viaggio di ritorno dall’Iraq, diceva rispondendo ad un giornalista.

La domanda riguardava il pericolo della diffusione del virus in particolare nei riguardi di persone non vaccinate, ammassate.

La risposta del papa è stata:

«Ho pensato tanto, ho pregato tanto su questo e alla fine ho preso la decisione, liberamente, che veniva da dentro. Ho detto: Colui che mi dà di decidere, si occupi della gente. E così ho preso la decisione di fare questo viaggio, così, ma dopo la preghiera e dopo la consapevolezza dei rischi».

Con questa testimonianza di fiducia e di responsabilità del papa, desidero augurarvi, insieme al nostro rettore p. Olivier, a p. Marco, p. Francesco e p. Giuseppe una settimana santa carica di grata memoria della passione ed una pasqua ricca di speranza. Che la morte di Gesù e la sua risurrezione vincano ogni nostra paura e ci infondano rinnovato coraggio per un nuovo inizio.

Vi assicuro anche il mio personale ricordo alla grotta, affidando a Maria ogni vostra intenzione.

P. Nicola Ventriglia, o.m.i.

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Un commento

  1. A lei a a tutti i suoi confratelli auguro una SETTIMANA SANTA in serenità e sotto LA SANTA GROTTA , virtualmente , pregherò in comunione con voi perché possiamo essere al più presto lì fisicamente BUONA SANTA PASQUA Marini Graziella

Rispondi a Graziella Marini Annulla risposta

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