Dignità negata sui treni per #Lourdes
La dignità negata ai malati sui treni per Lourdes: un fatto inaccettabile
Tempi di percorrenza dei convogli sempre più lunghi, pesanti controlli, snervanti attese: i viaggi da 15-16 ore sono passati a 25-26. Le mancate risposte dalla Francia
di Monsignor Paolo Angelino – Presidente Generale Oftal (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes)
Milano, Scalo San Cristoforo: dopo un’ora di snervante attesa finalmente la manovra perché il treno che porta a bordo malati gravi proveniente da Lourdes possa entrare in stazione. Una scena che si ripete ormai da diversi anni e che si assomma a tempi di viaggio intollerabili. Stiamo parlando dei treni che da tutta Italia raggiungono Lourdes da ormai cento e più anni e che da diverso tempo sono oggetto di un trattamento a dir poco disumano.
Bloccati per ore
Le responsabilità, è bene dirlo, sono equamente ripartite tra ferrovie italiane e francesi. I tempi di percorrenza tra Milano e Lourdes (giusto a titolo d’esempio) potrebbero essere di 15/16 ore (come è stato sino agli anni 2007/2008). Oggi ammontano a circa 25-26 ore. Stiamo parlando, ripeto, di treni che ospitano malati, spesso allettati, che escono per una volta sola all’anno dai loro istituti e ricoveri e che si trovano a dover affrontare un viaggio impossibile. Treni, si badi bene, che le Associazioni come la nostra pagano — giustamente — sino all’ultimo centesimo. Ma ormai questi treni hanno meno importanza dei carri merci. Spesso vengono fermati per ore e ore senza motivazione in sperdute stazioni francesi — l’ultimo treno è stato fermo tre ore ad Avignone —, quasi dimenticati e in alcuni casi è dovuta intervenire anche la Protezione Civile francese.
Sulla pelle dei deboli
Sono questi autentici scandali sulla pelle delle persone più deboli. E il treno, ancora oggi, è l’unico mezzo per portare a Lourdes certi malati. Gli aerei e i bus — seppure attrezzati — spesso non riescono ad accoglierli come dovrebbero. Negli anni — anche grazie alla buona volontà di alcuni parlamentari — sono state avanzate interrogazioni per cercare di risolvere questa annosa situazione. Nulla è stato ottenuto. Dalla Francia un autentico muro di gomma con motivazioni che spesso appaiono risibili, come ad esempio un continuo ammodernamento della rete. La verità è che questi viaggi della speranza vengono ormai platealmente boicottati e resi sempre più impossibili. Questo settore di viaggi viene considerato forse solo un peso e un costo. Colpisce la mancanza di sensibilità e comprensione delle persone che viaggiano su quei convogli: i più deboli, i più indifesi, gli ammalati. Persone che per tutto un anno anelano di fare quell’esperienza di fede e amicizia quale è un Pellegrinaggio a Lourdes. Nell’Europa dei diritti tutto questo suona come uno sfregio alla libera circolazione delle persone. Ci auguriamo che questo sia l’ultimo anno di disagi e angherie. Ci auguriamo che da parte delle autorità politiche italiane e francesi venga posta una soluzione: non si chiedono sconti o vantaggi. Solo di tornare a tempi di percorrenza degni di questo nome. Ci vuole solo un po’ di umanità e di piena consapevolezza delle persone che vengono accompagnate a Lourdes dai nostri volontari: gli ultimi.
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