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Fabrizio Frizzi e il suo amore per #Lourdes

«Lo sorpresi più volte nella grotta a pregare davanti alla Madonna», ricorda una volontaria Unitalsi. E don Gianni Toni: «I pellegrinaggi con gli ammalati erano per lui un’esperienza preziosa». E la nascita della figlia in tarda età dopo una gravidanza difficile la considerò un miracolo…

Era il presentatore gentile, Fabrizio Frizzi, quello dal sorriso perenne, con gli occhi che gli brillavano e una parola buona per tutti. E come un uomo buono, perbene, lo hanno ricordato tutti i colleghi e amici che avevano lavorato con lui. Una solarità e una disponibilità che trovavano le loro radici oltre che nel carattere anche in una luce interiore che gli veniva dalla fede. Una fede di cui non faceva vanto, non la sbandierava, ma la traduceva in gesti concreti.

Dal 2001 era infatti il testimonial dell’Unitalsi e accompagnava i malati a Lourdes, conducendo anche le manifestazioni che si tenevano nella Basilica sotterranea di San Pio X davanti a 15.000 persone, malati e volontari. Si prestava anche a iniziative più umili, come presenziare ai banchetti per la vendita delle pianticelle di olivo.

Lo testimonia anche la volontaria dell’Unitalsi Maria Laudicino. «Ho incontrato Frizzi per la prima volta nel 2013 in Piazza del Popolo, mi ero appena operata per un tumore. Ci andai proprio a sbattere contro e lui mi tranquillizzò dicendomi che non era successo nulla. Poi lo rividi a settembre dello stesso anno a Lourdes in un viaggio in cui avevamo accompagnato i bambini disabili. Lui fu spiritoso e mi disse: “Lei è come il prezzemolo, ovunque vado la incontro”. Mi fu molto vicino a causa della mia malattia e si raccomandava di non divulgare quello che faceva lì con noi, non voleva farsi pubblicità. Mi confidò che anni prima aveva sognato la Madonna e subito dopo aveva incontrato l’Unitalsi. L’ho sorpreso più volte inginocchiato di fronte alla Madonna a pregare. Poi prendeva in braccio i bambini, li accarezzava, giocava con loro».

Fabrizio Frizzi aveva un motivo grande per essere riconoscente alla Madonna. La nascita di sua figlia Stella, avvenuta quando lui aveva già 55 anni. Una gravidanza, quella di sua moglie Carlotta Mantovani, durante la quale c’erano stati dei problemi seri. La coppia, sposata nella chiesa di San Gabriele Arcangelo a Roma il 4 ottobre 2014 da don Calogero Brancato, si era affidata a Maria perché vegliasse su mamma e bambina. «Il fatto stesso che sia arrivata è un miracolo», confiderà il conduttore, «anche perché la gravidanza non è stata facilissima. Arriva questo dono di Dio e quando rischi di perderlo ti spaventi, fai tutto quello che è necessario per evitare di perdere la creatura. Quando è nata mi sono commosso». Oltre a quella di Lourdes era un’altra Madonna che aveva particolarmente a cuore: la Madonna della Pietà di Bassano Romano, il paese del Viterbese dove hanno vissuto l’ultimo tratto della loro vita i suoi genitori.

Ha condiviso tanti momenti a Lourdes con Frizzi anche padre Gianni Toni, parroco nella chiesa di Santa Domitilla a Latina, ma è anche uno dei responsabili dei pellegrinaggi organizzati dall’Unitalsi. «In particolare io mi occupo di fare l’animazione durante le fiaccolate serali e Fabrizio faceva degli intermezzi intrattenendo i fedeli. Tanta era la sua gioia nell’essere con noi che ha voluto scrivere la prefazione al mio libro Lourdes mi ha cambiato la vita, edito da Shalom». Su quel testo di Frizzi si legge: «Dal primo arrivo alla grotta, di notte, con tanti fedeli a pregare nel silenzio assoluto, permane il ricordo indelebile di un’emozione unica, ma anche le altre volte sono rimaste nel cuore come momenti di intensità “assoluta”. Quell’invito dell’Unitalsi si è ripetuto ancora e ho risposto sempre con gioia, cercando di trovare il tempo per vivere quell’esperienza preziosa, ma anche per vivere il quotidiano con l’aiuto della santa Vergine. In più occasioni, durante alcune mie trasmissioni tv, ho avuto modo di parlare di Lourdes e della storia delle apparizioni della santa Vergine e sono sempre tantissimi i telespettatori che rimangono colpiti dai racconti che riguardano quel viaggio, per tutto quello che quel luogo riesce a suscitare nell’animo dei visitatori». Fabrizio Frizzi terminava con queste parole semplici e potenti: «Quella grotta scuote e richiama ancora oggi».

E di certo il ricordo di quel luogo speciale, e la devozione a Maria, lo hanno sostenuto negli ultimi mesi della sua vita, quando pur sapendo di essere gravemente malato, ha voluto continuare a essere una presenza amica e rassicurante degli italiani, con un viso più tirato e sofferente, ma su cui non è mai mancato il suo luminoso sorriso.

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