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Il dottore della grotta – Un libro Imperdibile

Nota di Tony Assante: Avevo gia recensito questo libro. Sinceramente, vedendo le quattro righe dai siti di vendita online, non mi aspettavo una meraviglia del genere. Volume eccezionale da avere assolutamente. Ho avuto l’onore di ricevere una copia autografata dall’autore e ho letto tutta di un fiato la mia “creatura” appena ricevuto in dono. CREATURA SI. Perchè si tratta di uno studio durato cinque anni con materiale introvabile e esclusivo, che ne fanno CARNE VIVA per il nostro “conoscere Lourdes”. Ve lo consiglio assolutamente. Dopo la recensione tratta dal sito amazon vi inserisco un estratto dal libro dove si parla delle origini della Hospitalitè Notre Dame de Lourdes.

RECENSIONE TRATTA DAL SITO AMAZON

In questo volume viene resa pubblica la prima biografia di un uomo straordinario, sposo, amico e amante della vita, confratello della San Vincenzo de’ Paoli a Caen, a Nizza e a Lourdes, medico laureato a Lovanio (Belgio), filosofo tomista, sindaco di Ouézy e promotore del bene comune, storico e scrittore, buon samaritano tra i feriti di Mentana, i malati di Ouézy ed i poveri del Calvados in particolare durante la Guerra franco-prussiana, attento osservatore ed informatore del Concilio Vaticano I, Commendatore dell’Ordine Pontificio di San Silvestro papa, fondatore e primo direttore del bollettino Semaine Religieuse della diocesi di Nizza, difensore dei diritti dei frati Carmelitani di Nostra Signora di Laghet, associato secolare degli Oblati di Maria Vergine, cofondatore e terzo presidente dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes, fondatore del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes

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Dunot de Saint-Maclou e le origini dell’Hospitalité

Di p. Andrea Brustolon omv

Invito a riscoprire il ruolo di Georges-Fernand Dunot de Saint-Maclou quale il confondatore e terzo presidente dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes.
Nel 1880, in previsione del Pellegrinaggio Nazionale, fu fondata l’Hospitalité Notre-Dame du Salut; composta da volontari laici, veniva in aiuto dei malati – il cui numero andava crescendo incessantemente – durante il viaggio e il soggiorno a Lourdes.
I problemi organizzativi per l’accoglienza dei pellegrini e dei malati andavano aumentando a Lourdes e ad essi si sopperiva grazie alla generosità dei volontari.
Dopo pochi anni, a Lourdes ci si rese conto della necessità di organizzare un servizio di Ospe¬dalieri che non si limitasse al Pellegrinaggio Nazionale, ma coprisse la stagione che andava dall’inizio di maggio alla fine di ottobre. In altre parole si doveva provve¬dere ad aiutare qualsiasi pellegrinaggio, prestando servizio ai malati, particolarmente a quelli poveri. Occorrevano degli Ospedalieri che fossero a disposizione di tutti gli ammalati che desiderassero “lavarsi”, «giacché forse in nessun luogo più che a Lourdes ci si sente portati alla preghiera, all’oblio di sé, alla carità» (ven. Pio XII).

Nacque così il Comitato permanente dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes, che si preoccupò di essere presente per prendersi cura dei malati alla Stazione, agli Ospedali, alla Grotta, alle Piscine.  Al 25 febbraio 1883 i nomi della Commissione permanente di Lourdes, per quell’anno, risultano essere i seguenti:

  • Cappellano: il padre Bordedebat
  • Direzione Generale: Combettes du Luc e A. Rondel
  • Segretario: Emile Christophe
  • Barellieri (Brancardiers): Joseph de Lacvivier e Saura
  • Grotta: Berger, Rigault, barone Dunot de Saint-Maclou e Léopold du Faur, Marchese di Pibrac.

Stando presso la Grotta, Dunot de Saint-Maclou si rese conto non solo che si doveva svol¬gere in modo accurato l’esame dei casi di guarigione, con l’aiuto di più medici, ma anche che si dovesse meglio regolamentare il ruolo dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes. Erano infatti sorte delle difficoltà tra il Comitato Permanente di Lourdes ed i vari pellegrinaggi, tipo: chi deve accompagnare i malati alle piscine? Gli Ospedalieri di Lourdes o coloro che hanno accompagnato i pellegrini, specie quelli del Pellegrinaggio Nazionale? La sua esperienza di consigliere comunale e di sindaco in Normandia, quella associativa e di direzione di una rivista a Nizza, il fatto che conduceva una vita comunitaria a Nizza, gli resero alquanto semplici le scelte da farsi per risolvere i problemi.

Il visconte de Pouy, nella relazione del novembre 1883 su quanto svolto in quell’anno dal Comitato permanente dell’Hospitalité di Notre-Dame de Lourdes, evidenziò la necessità di un Regolamento che stabilisse in modo chiaro i rapporti che dovevano esserci tra i membri del Pellegrinaggio Nazionale e dell’Hospitalité di Lourdes. Si doveva, infatti, tenere conto che vi erano persone che prestavano la loro disponibilità non solo per il Pellegrinaggio Nazionale ma per ben quattro mesi, con spirito di sacrificio. Quando poi giungeva il Pellegrinaggio Nazionale bisognava che si curassero i servizi, seguendo un regolamento chiaro.

Tale opinione fu accolta favorevolmente da padre Burosse e da Combettes du Luc. L’incarico di stendere il regolamento dell’Hospitalité di Notre-Dame de Lourdes fu affidato a Dunot de Saint-Maclou, che formulò un regolamento per la direzione della Grotta, delle Piscine e per l’assistenza dei malati. L’Hospitalité aveva anche l’incarico di vegliare sul buon ordine delle processioni e delle cerimonie.

L’Hospitalité si propose di fare lavorare assieme la classe dirigente e la classe operaia in occasione delle cure date e ricevute.

Il 18 dicembre 1883 Combettes du Luc scrisse da Rabastens (Tarn),1 al padre Burosse, che aveva ricevuto da Dunot il progetto del direttorio del servizio permanente della Grotta redatto dal barone Dunot de Saint-Maclou. All’ori¬gine dell’Hospitalité de Notre-Dame de Lourdes troviamo quindi le annotazioni di Dunot de Saint-Maclou, che furono oggetto di esame da parte di Combettes du Luc e del padre Burosse.

Tra le fonti di ispirazioni di Dunot possiamo vedere l’esperienza nelle campa¬gne del Calvados: dai tempi più remoti fino all’agonia del 20° secolo l’ospitalità ha fatto parte degli usi e costumi del mondo rurale, mentre è stata bandita dalla vita delle moderne metropoli, figlie del progresso capitalista anticattolico. L’ospitalità non era altro che l’ingegnosa carità cristiana.

Tale progetto fu esaminato nella riunione del Consiglio dell’Hospitalité Notre Dame du Salut il 17 gennaio 1884.

Nel luglio 1884, tramite Dunot de Saint-Maclou, Combettes du Luc fece pervenire al padre Burosse «les recueils de nos Statuts et de nos Coutumiers» con la chiara divisione di compiti dell’Hospitalité. Il titolo di Hospitaliers de Notre-Dame du Salut era riservato ai barellieri del Pellegrinaggio Nazionale, mentre il Comitato permanente avrebbe assunto il titolo di Servizio degli Ospedalieri permanenti di Notre-Dame de Lourdes. Tale divisione era intesa in vista di una certa autonomia. Mancava solo il riconoscimento canonico; esso arriverà il 28 gennaio 1885 ad opera di mons. Billère, vescovo di Tarbes.

Nel modo di agire di Dunot e degli amici si preannunziarono prese di co¬scienza che avverranno 80 anni più tardi, allorché il Concilio Vaticano II affermerà:

«La Chiesa non si può considerare realmente costituita, non vive in maniera piena, non è segno perfetto della presenza di Cristo tra gli uomini, se alla gerarchia non si affianca e collabora un laicato autentico» (Ad gentes 21).

La Pontificia Commissione per la Pastorale degli Operatori Sanitari il 15 settembre 1987 emanerà il documento I laici nel mondo della sofferenza e della salute che sottolineerà la necessità di un laicato cristiano impegnato in campo sanitario e nella ricerca scientifica con seria preparazione e formazione profes-sionale (numeri 20-22).

Per l’estate 1884 gli Ospedalieri ebbero un testo di riferimento: Notice et règlement de l’Hospitalité de N.D. de Lourdes, stampato a Tolosa nel mese di maggio da parte di Combettes du Luc. Questi procedeva tenendo al corrente in tutto l’amico Dunot de Saint-Maclou, come consta dall’epistolario Combettes-Burosse.

L’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes agiva sotto la direzione generale dei Missionari dell’Immacolata Concezione, supervisori dell’organizzazione del ser-vizio e diligenti nel curare gli interessi spirituali degli Ospedalieri.
Dal 10 agosto al 9 ottobre il Conte Combettes du Luc mise a disposizione dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes un certo numero di membri di Hospitaliers di Notre Dame du Salut. A loro fece queste raccomandazioni: non dovevano alzare la voce, salvo in caso di vera necessità; non dovevano comandare ma invitare caldamente le persone. A loro non toccava guidare le preghiere: piuttosto dovevano invitare a voce bassa gli ecclesiastici a presiederle. Gli Hospitaliers di Notre-Dame de Lourdes si devono distinguere per umiltà, dolcezza, modestia e carità; senza alcuna ostentazione, se richiesti, dovevano essere pronti ad offrire il loro aiuto alle Piscine.

All’11 agosto 1884, il Comitato direttivo dell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes risultava essere il seguente.

  • Direttore: padre Burosse.
  • Direttore aggiunto: P. Théas.
  • Presidente: Combettes du Luc.
  • Vice presidente: Dunot de St.-Maclou.
  • Tesoriere: p. Laventure.195
  • Segretario: de Pouy.
  • Segretario aggiunto: Christophe.

È comunque assai significativa la presenza dei nizzardi nell’Hospitalité de Notre-Dame de Lourdes: su otto laici ben tre da Nizza (Dunot, Benjamin Bou¬nin, Villalba) e tre da Tolosa e dintorni (Combettes du Luc, de Pouy, Visconte de Pibrac). Ai tre nizzardi si aggiunse nel 1885 Hippolyte Cirlot: tutti e quattro li troveremo sino al 1891.

Il 28 gennaio 1885, mons. Prosper-Marie Billère, su proposta di padre Sempé e sotto la direzione di padre Norbert Burosse, missionario dell’Immacolata Con-cezione, siglò gli Statuti dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes, che ancora oggi continua la sua missione con grande devozione e competenza.

All’inizio dello Statuto se ne precisò immediatamente lo scopo:

  • «Art. 1: L’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes è un’associazione pia e carita-tevole il cui fine principale è il servizio dei malati che vengono alla Grotta. Dando ai malati le cure materiali, gli Ospedalieri si propongono anche e soprattutto il bene delle anime.
  • Art. 2: Essi rendono a tutti i pellegrini, soprattutto ai pellegrini poveri, tutti i servizi spirituali e materiali che ispira loro la carità e che permette loro la prudenza. Docili alle parole della Vergine Immacolata essi si applicano a pregare per i peccatori. Essi si stimano felici di aiutare i Missionari di Nostra Signora di Lourdes in tutto ciò che può essere utile all’onore della Vergine Immacolata e alla buona riuscita del pellegrinaggio. Essi sono associati alle loro preghiere e buone opere.
  • Art. 3: Lavorando per il prossimo, gli Ospedalieri si popongono anche di santificarsi essi stessi per i mezzi efficaci che fornisce loro la pia associazione. 413
  • Art. 4: Delle Signore pie, sotto il nome di Ospedalieri di Nostra Signora di Lourdes, formano una associazione analoga».292

In altre parole, sotto la responsabilità di padre Sempé, superiore dei Missio¬nari della Grotta, l’Hospitalité accoglieva ed inquadrava i pellegrini e soprattut¬to i malati. Il padre Sempé voleva a giusto titolo che l’Hospitalité dipendesse dai Missionari di Lourdes e non dai direttori del Pellegrinaggio Nazionale. Questo servizio comportava il trasferimento dei malati all’arrivo ed alla partenza dei treni, il servizio d’ordine durante le celebrazioni, i bagni alle Piscine per gli uomini e per le donne, la presa in carico dei servizi generali degli ospedali di accoglienza.

Il 23 febbraio 1885 l’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes fu arricchita di in-dulgenze da papa Leone XIII.

Secondo i documenti conservati negli Archives et Patrimoine des Sanctuaires Notre-Dame de Lourdes fu martedì 18 agosto 1885 che avvenne la professione dei sette membri fondatori dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes. Sotto la direzione del conte de Combettes du Luc, presidente dell’Hospitalité du Salut, si ritrovarono i membri del suo consiglio: il barone Dunot di Saint-Maclou, il visconte de Pouy, il visconte Léopold du Faur de Pibrac, il conte José-Martin Navarro di Villalba, M. Joseph Cabanis  e il marchese de Laurens-Castelet. René Point afferma che tutti e sette erano già membri dell’Hospitalité Notre-Dame du Salut.
All’interno dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes si distribuirono i se¬guenti ruoli: Combettes du Luc ne aveva la presidenza, Dunot la vice-presi¬denza, de Pouy era il primo segretario, de Pibrac aveva la direzione del servi¬zio alla Grotta, il conte di Villalba era direttore della Piscina degli uomini, il marchese di Castelet coordinava i barellieri (brancardiers) e Cabanis era il secondo segretario; questi, residente a Tolosa, aveva tenuto il segretariato dell’Hospitalité Notre Dame du Salut nel 1884 in occasione del Pellegrinaggio Nazionale.

La mattina del 18 agosto si riunirono i membri dell’Hospitalité: le Da¬me sotto la guida delle direttrici di servizi, gli uomini sotto la direzione del Conte Combettes du Luc, presidente dell’Hospitalité du Salut. Presso la Cripta, cappella privilegiata della Confraternita, parteciparono alla Messa celebrata da padre Burosse, direttore della Confraternita; l’unione fu irrobustita dalla san¬ta Comunione. Su quell’altare la prima Messa era stata celebrata il 19 maggio 1866, vigilia di Pentecoste, da mons. Laurence; sopra vi è una statua scolpita da Joseph Fabisch nel 1866, raffigurante la Vergine con il Bambino in braccio.

Padre Sempé rivolse loro alcune parole:

«Siate di cuore grande: è la divisa dei Maccabei, dei santi, dei martiri e degli eroi. Siate di gran cuore, per fare cose grandi. Prendete esempio dalla Vergine Immacolata che, per la redenzione delle anime, si umilia fino ad apparire ad una semplice piccola serva, che vi insegna – tramite Bernadette – a pregare e che vi dona l’amore che infiamma i cuori. Che queste parole «Penitenza, penitenza», siano sempre presenti alle vostre anime.
Prendete esempio dall’Immacolata Concezione per affermare, mediante la purezza della vostra vita, la vostra dedizione ai malati, la vostra carità verso tutti i peccatori, il vostro amore intero a Nostra Signora della salute, a Nostra Signora di Lourdes.Che il vostro cuore, unito ai cuori di Gesù e Maria, si dilati nel cuore dei vo-stri simili. Siate in questa nuova crociata, i figli dell’Immacolata Concezione.
Voi avete sentito il bisogno di entrare in questa Confraternita per penetrare più interamente nell’intimità di Nostra Signora di Lourdes. Siate apostoli, siate soldati! Siatelo, con un cuore grande, per dedicarvi interamente, con carità, con umiltà, con amore, non solamente alla salute dei corpi ma soprat¬tutto alla redenzione delle anime e per accogliere sotto la medaglia di Nostra Signora di Lourdes, che sarà la vostra forza ed il vostro sostegno, dandovi a tutti, dedicandovi, tutto il sacrificio vi sarà dolce e la santa Vergine, ella stessa, sarà la vostra ricompensa».

Dopo le parole del padre Sempé, si cantò l’inno Ave Maris Stella. Recitato l’oremus, i sette si inginocchiarono ai piedi dell’altare e con il cero in mano emisero l’atto di consacrazione; al termine la cantoria della Basilica eseguì il Magnificat. Gli Ospedalieri sono segno tangibile dell’amore della Vergine per gli ammalati. È Maria che li ha voluti perché i sofferenti, venendo a Lourdes, possano trovare cuori fraterni e pietosi.
L’atto di consacrazione degli Hospitaliers de Notre-Dame de Lourdes fu com-posto da padre Sempé; esso consta di tre paragrafi ed è seguito da tre invocazioni.
Dopo avere evocato le apparizioni dell’Immacolata a Lourdes, si esprime la consacrazione a Maria ed a suo Figlio, ricordando diversi punti del messaggio della Vergine, quali la preghiera, la conversione dei peccatori, la costruzione della chiesa e l’impegno del servizio ai malati:

«Santa Maria, Madre di Dio e Vergine sempre Immacolata, ti sei degnata apparire 18 volte nella Grotta di Lourdes per la salvezza e la consolazione del mondo. Pieno di riconoscenza e di amore verso di te, o Madre sì buona, io mi consacro interamente a te e a tuo figlio Gesù.  Degnati di ammettermi al tuo servizio in modo che mediante il fervore delle mie preghiere, l’edificazione della mia vita tutta intera, la mia dedizione ai malati e alla conversione dei peccatori, meriti di operare con te, con Gesù, alla salvezza delle anime, alla pace della Chiesa e del mondo. Amen.  Benedetta sia la Santa ed Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, madre di Dio. Nostra Signora di Lourdes prega per noi. San Benedetto Giuseppe Labre prega per noi».

Nelle parole di padre Sempé e nella formula della consacrazione è importante comprendere il ruolo dell’amore: la Vergine dona l’amore che infiamma i cuori e gli Hospitaliers agiscono mossi dall’amore.
Dal 19° secolo la Chiesa Cattolica ha avuto un cammino arduo nella propria missione di annuncio della verità. Gradualmente ha preso coscienza del dovere di fare conoscere Dio per come si è rivelato: amore.
«Uno dei limiti fondamentali di tutti i tentativi che usano l’approccio ra¬zionale della scienza sia per affermare sia per negare l’esistenza di Dio o per limitarne l’azione è che Dio venga visto come spiegazione. Ora è noto dalla Scrittura e dalla tradizione che Dio si è rivelato come colui che si dona nell’amore e non come uno che spiega le cose. Dio è anzitutto amore».
La stessa creazione – ha evidenziato san Tommaso d’Aquino – non è un moto né un cambiamento, ma principalmente una relazione.

In merito è assai significativo quanto ha scritto papa Francesco al giornalista Eugenio Scalfari nel settembre 2013:

«Io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità “assoluta”, nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. Ora, la verità, secondo la fede cristiana, è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione! Tant’è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sé: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive, ecc. Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro. Ma significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita. Non ha detto forse Gesù stesso: “Io sono la via, la verità, la vita”? In altri termini, la verità essendo in definitiva tutt’uno con l’amore, richiede l’umiltà e l’apertura per essere cercata, accolta ed espressa».

In una nota pagina del Concilio Vaticano II ci viene ricordato che «fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore» (Gaudium et spes, n. 19).

Considerando l’atto di consacrazione, è da ritenersi normale l’insistenza sull’Immacolata Concezione nel Santuario di Lourdes da parte di colui ch’era superiore generale dei Missionari dell’Immacolata Concezione. Per quanto riguarda san Benoît-Joseph Labre si deve tenere presente che il culto era ben vivo all’epoca, essendone recente la canonizzazione. Padre Sempé era stato da poco a Roma ove aveva aperto uno studentato per la sua Congregazione, vicino al luogo dove era morto il santo.

La devozione era viva anche in Dunot de Saint-Maclou, che ne aveva studiato bene gli atti di canonizzazione, ma fu forte anche presso il ven. Lanteri. Infatti, alla fine del mese di agosto 1770, san Giuseppe Benedetto Labre era a Chieri, in Piemonte, dove scrisse la sua ultima lettera ai parenti; 55 anni più tardi, nel maggio del 1825, anche padre Lanteri comprese a Chieri che non era volontà di Dio che egli diventasse gesuita e rientrò a Torino pensando di costi¬tuire una sua congregazione: gli Oblati di Maria Vergine. Il ven. Lanteri aveva acquistato una biografia di san Benedetto Labre303 e lo indicò come esempio di devozione mariana: «Consacratevi a Maria come fece il Labre l’ultimo giorno della sua vita, invocandola ad assistervi per sempre e soprattutto nel punto della morte».304

Benedetto Labre fu beatificato dal beato Pio IX nel 1861 e canonizzato da papa Leone XIII l’8 dicembre 1881. Alla canonizzazione assistettero anche il ven. Prinetti e mons. Vincenzo Gregorio Berchialla, che dopo l’ingresso in Arcidiocesi ne tratteggiò la figura nella Lettera pastorale per la Quaresima del 1882.

Dopo avere dato alcune indicazioni sulla sua vita esteriore domandò:

«Ma perché tal vita e tal disprezzo del suo corpo e della sua vita? Per la vita delle anime, per la salvezza dei peccatori […]. Egli salvava gli altri marti-rizzando se stesso […] Egli insegnava ed infervorava con il suo esempio di religiosità e di fervore i più poveri di lui in religione e in fede. Ricchissimo dell’una e dell’altra, ne versava continuamente i raggi e il fuoco nelle anime e nei cuori».305

Il 10 giugno 2012 dalla diocesi di Arras è stata donata una statua di san Be¬nedetto Labre – opera dell’artista Frédéric Cassarano – ed è stata posta vicino al self service Saint-Michel, dove i volontari venuti a servire i malati condividono fraternamente i loro pasti.

Bernadette non venne nominata nella preghiere degli Ospedalieri in quanto non era stata ancora beatificata; tuttavia vi fu presente in un modo particolare. Bernadette era stata presente nel 1866 all’inaugurazione della Cripta in mezzo alle Figlie di Maria ed in un certo senso possiamo vederla all’origine della fami¬glia dell’Hospitalité di Lourdes: infatti non è mai andata alla Grotta da sola: in un modo o nell’altro è sempre stata accompagnata; si può dire anzi che è sempre stata accolta. L’accompagnamento e l’accoglienza di cui ha beneficiato sono sta¬ti ad un tempo concreti e spirituali e sempre al servizio dell’incontro che veniva a vivere alla Grotta.

Nel corso del 1885 il papa Leone XIII confermò la sua benevolenza per l’ope¬ra di Nostra Signora di Lourdes nominando Combettes du Luc Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno (28 febbraio 1885), Joseph Cabanis e il marchese de Laurens-Castelet cavalieri di San Gregorio Magno.
Nel 1893 anche il beato Bartolo Longo venne nominato Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno «in lode e ringraziamento per quanto aveva fatto e avrebbe continuato a fare».

Ecc ecc

vedi il libro

Andrea Brustolon
GEORGES-FERNAND
DUNOT DE SAINT-MACLOU
– il Dottore della Grotta –

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