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Il medico dei miracolati

La vita di Alessandro De Franciscis, capo del Bureau des constatations médicales di Lourdes

IL MEDICO DEI MIRACOLATI

<<Ho iniziato da barelliere, oggi coordino i dottori di Lourdes che seguono le guarigioni. Il mio svago? La buona cucina>>
Di Edoardo Stucchi

E’ l’unico medico a cui rivolgersi quando si è guariti: Alessandro De Franciscis è, infatti , da tre anni, il capo del Bureau des constatations médicales di Lourdes, che valuta le presunte guarigioni miracolose, e dell’Amil, l’Associazione medica internazionale di Lourdes. Con la nomina del vescovo di Tarbes e Lourdes, monsignor Jacques Perrier, è diventato così il quindicesimo medico permanente del Bureau delle constatazioni mediche dalla sua fondazione, avvenuta nel 1883, 25 anni dopo le apparizioni nella grotta di Massabielle cominciate il febbraio 1858. De Franciscis è anche il primo medico non francese a ricoprire l’incarico.

Di passaggio a Milano per un incontro organizzato dall’Associazione medici cattolici (Amci), ha spiegato come Lourdes non sia la corte dei miracoli, perchè delle 7 mila guarigioni inspiegabili, soltanto 67 sono state riconosciute come miracolose dai vescovi cattolici d’Europa (55 casi quelli di fedeli francesi, sei italiani, tre belgi, una donna tedesca, una austriaca e una svizzera).

Celibe, 56 anni, con alle spalle studi classici a Napoli e poi di medicina e pediatria all’università Federico II, De Franciscis ha vissuto a Boston e poi di nuovo in Italia per specializzarsi in bioetica e diventare Baccelliere in teologia. Egli stesso non si definisce medico come tutti gli altri, ma medico speciale.

Lo pensava già quando, da barelliere a Lourdes, vedeva le madri immergere i loro bambini nella vasca della grotta. «Immagini>>, spiega il professionista partenopeo, <<che mi hanno fatto decidere del mio futuro di medico per lenire i dolori e le angosce di queste madri. Mai, però, avrei pensato di essere chiamato un giorno a Lourdes>>.

Di Madre statunitense e padre napoletano (anch’egli impegnato nella medicina come ricercatore), si considera uomo di mondo avendo viaggiato molto in passato. Per questo, adesso, non gli costa la vita isolata di Lourdes. Per lui è impossibile fare un paragone con la vita di prima. Non è mai stato un grande sportivo, anche se ai tempi del liceo praticava nuoto e judo. L’impegno medico, universitario, politico e volontario a Lourdes, gli portava via molto del tempo libero e le giornate di relax le passava in Val di Solda, in Alto Adige, nei pressi del massiccio dell’Ortles, dove i silenzi profondi arricchivano i suoi pensieri. In tutta la sua carriera non ha mai abbandonato l’abbigliamento fatto di giacca e cravatta e con un po’ di civetteria non disdegna ancora di portare le cravatte di Marinella. Quando viveva in Italia, l’automobile era italiana, ora che vive in Francia, si muove con una Citroen C4.

Ama la buona tavola, di tutti i paesi del mondo. Anzi, a suo giudizio, attraverso il cibo si scoprono le culture dei popoli. «Tra i piatti preferisco la pastasciutta e in particolare gli spaghetti aglio, olio e peperoncino, che per me sono il test della buona ristorazione>>, aggiunge De Franciscis. <<Quando vivevo a Roma, mangiavo al Boccon di vino. Non sono un maniaco dell’igiene, ma giudico il  ristorante da come sono messi i bagni, da come fanno la mia pasta preferita e, da ultimo, se hanno una mela per dessert. Provate a chiederla. Il più delle volte vi sentirete dire che non c’e. Certo, a Napoli, ordino la pizza, quella fatta nei negozi che espongono il logo dell’autentica pizza napoletana, perche la pizza di Napoli si mangia soltanto a Napoli>>.

Il lato negativo di Lourdes è il clima dei Pirenei e per uno che ha vissuto a Napoli la differenza è abissale. Il mare più vicino è a Biarritz, ma non è il Mediterraneo. E poi, gli orari scanditi della giornata. <<Qui a mezzogiorno chiude tutto fino alle 14>>, prosegue il medico, <<mentre io amerei fare la pennichella nel primo pomeriggio. A Reims ho conosciuto il vino che prende il nome dalla terra che lo produce, Champagne, e mi sono innamorato della cura che i francesi ci mettono nel prepararlo>>. Ma le distrazioni valgono poco per lui, preferendo rientrare nella sua realtà quotidiana: <<Il mio ufficio è il luogo di passaggio di chi viene a Lourdes per prestare assistenza agli ammalati. Mi confronto con gli operatori sanitari, ma anche con i tanti pellegrini che vogliono raccontare esperienze ed emozioni legate alle     guarigioni. Il Bureau medical si occupa proprio di questo: Lourdes è l’unico santuario al mondo ad avere una istituzione del genere. Prima di licenziare un fascicolo è necessaria una lunga serie di accertamenti e fare attente valutazioni. Solo dopo è possibile decidere se aprire o meno un dossier per iniziare un approfondimento da parte del vescovo della diocesi dove abita la persona guarita. E un processo lento, perché le situazioni vanno verificate nel tempo: né il Santuario di Lourdes né la Chiesa cattolica hanno ansia di costruire miracoli>>.

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