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Lourdes: fede, storia e natura

I miracoli a Lourdes avvengono. Tutti gli anni. Oltre a quella sessantina di guarigioni sorprendenti e scientificamente inspiegabili che fanno ormai parte della storia del paese dove la Madonna è apparsa 18 volte nel 1858, c’è quello che fa di quella piccola cittadina con poco più di quindicimila abitanti nel dipartimento degli Alti Pirenei francesi, una specie di capitale mondiale dove ogni anni arrivano circa sei milioni di visitatori (nel 2008, anno del 150° anniversario, il record: 9 milioni); un numero di presenze secondo solo alla capitale francese.

Ma i fedeli non lo considerano un miracolo, al contrario, giudicano del tutto normale che i figli vadano a trovare la propria Madre. Certo non mancano alcuni aspetti che fanno un po’ storcere il naso come l’eccessivo sfruttamento commerciale; ma il fatto che tutto ciò resti fuori dallo spazio sacro, dove sono la Grotta, le chiese e la spianata della processione, lo rende meno evidente e invasivo.

Sempre toccante, invece, è la processione serale che da aprile ad ottobre alle 21 vede migliaia e migliaia di fedeli con le fiaccole formare una lunga teoria che si muove lentamente su una colonna sonora delle preghiere mariane e che arriva fino a ridosso della basilica maggiore. Nei giorni scorsi, nell’week wend del 21 e 22 maggio c’è stato qualche cosa di più grandioso ancora: l’annuale pellegrinaggio dei militari. Oltre undicimila i soldati, provenienti da quarantaquattro Paesi si sono registrati come pellegrini. Alcuni erano in congedo, ma molti ancora in servizio, tutti con divise perfettamente in ordine e con i colori del proprio Stato.

Gli italiani (in 3136) – appena meno numerosi dei francesi (un 3731) – erano rappresentati da ogni arma e ogni corpo, alcuni facevano annunciare il loro arrivo nel “recinto del santuario” da allegre fanfare musicali. Un’autentica, pacifica invasione che si ripete ogni anno e che riempie la cittadina di Lourdes, che conta circa 15mila residenti, di fedeli in divisa. Per loro cappellani militari e vescovi hanno celebrato le funzioni sacre nella Grotta delle apparizioni, che non rimane mai senza fedeli a qualsiasi ora del giorno e della notte. Mentre dall’alba al tramonto è aperto il recinto della basilica e delle chiese e cappelle dove si possono celebrare una sessantina di messe contemporaneamente.

La chiesa più grande è quella sotterranea che può ospitare oltre ventimila fedeli, era stata inaugurata da Papa Giovanni XXIII nel 1958 in occasione del centenario delle apparizioni. Anche se il fenomeno religioso del pellegrinaggio mariano sovrasta tutto il resto, a Lourdes ci vanno anche laici e turisti. C’è la possibilità di visitare il castello che domina la città; costruito intorno all’anno mille, permetteva di controllare sia i passi che arrivavano dalla Spagna sia gli altri potenti locali non sempre fedeli alla parola data. Passata quella funzione di sentinella e rifugio della città, ora la roccaforte ospita un interessante museo che mostra i vari aspetti, dall’abbigliamento agli attrezzi di lavoro, dalle suppellettili agli strumenti dell’artigianato alle cerimonie propiziatorie legate alla pastorizia e in genere alla vita nei Pirenei.

Da qualche anno è anche sede di mostre itineranti franco-spagnole che si rifanno un po’ al movimento culturale-artistico-sportivo denominato Pireneismo, che ha avuto grande influenza nella cultura europea dalla metà del secolo XIX fino al primo dopoguerra. Ora è in atto un nuovo risveglio del Pireneismo. Molti dei pellegrini di Lourdes (gli italiani di meno) stanno riscoprendo il fascino di quelle montagne, veri e propri oceani di verde con cascate e fiumi che, tra l’altro, ben sfruttati come sanno fare i francesi, permettono di sviluppare energia elettrica e saranno indispensabili quando verrà definitivamente abbandonato l’atomo.

Numerosi sono i paesini da fiaba, come Saint-Savin, 350 abitanti, una chiesa, poche case intorno a una piazza con belvedere sulla vallata. Non manca un ristorantino che fa ricordare anche gastronomicamente, il paesino: Le Viscos, dove una famiglia, sempre la stessa, ha messo a tavola sette generazioni di buongustai, negli ultimi anni è frequentato anche dal presidente francese Nicolas Sarkosi con e senza Carla. Non lontano e imprescindibile è il Cirque di Gavarnie, dove la montagna si mostra nella sua possenza: una valle coronata da sedici montagne oltre i 3000 metri. In quel “teatro” naturale ogni anno durante l’estate sul far della sera si tengono rappresentazioni di opere liriche. Sempre immersi in quell’atmosfera fiabesca, finora goduta quasi esclusivamente dai locali, ma che ora stanno apprezzando anche i turisti, c’è la zona del Pont d’Espagne. Così chiamato perché proseguendo in quel sentiero tra le montagne si entra in territorio spagnolo.

Lo usavano i francesi che non volevano farsi forzatamente arruolare per otto anni da Napoleone. Fuggivano al di là del confine e quando gli arruolatori se ne erano andati tornavano alle loro famiglie. Per avere una vista d’insieme delle possenti Pirenei è opportuna una salita al Pic du Midi, a quota 2877. Una teleferica che parte da La Mongie (storica tappa del Tour), in due tratte superando due cime con precipizio da vertigine, arriva alla terrazza di 600 metri quadrati dove c’è l’osservatorio astronomico più importante di Francia e dove c’è anche l’antenna per le telecomunicazioni che serve tanta parte del territorio francese.

Volendo in quel posto incantevole con vista a 360 gradi sulle cime perennemente innevate dei Pirenei si può anche dormire; ovviamente occorre prenotare con congruo anticipo, ma in compenso si può trascorrere la notte osservando le stelle dai potenti telescopi. Scesi dal Pic di Midi non c’è nulla di meglio di una sosta a Bagnères-de-Bigorre, presso Aquensis, una spa termale con tanto di hammam che fa provare al corpo i piaceri mistici che Lourdes riserva all’anima.

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