Messa nella grotta prima della Gmg
Quando l’attesa è febbrile te ne accorgi dagli sguardi. Sguardi svegli e vispi anche quando la lancetta dell’orologio ha appena passato le quattro di mattino. Tra gli oltre duecento ragazzi partiti ieri per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù e sancire il gemellaggio con Oviedo si percepisce una sensazione di impazienza. Hanno voglia di mordere il freno, scendere dal pullman e cominciare una nuova avventura. La maggior parte di essi è al debutto, quella di Madrid sarà la loro prima Gmg. Un evento che hanno atteso da mesi e dal quale si aspettano quel «quid» in più, quel punto esclamativo che segna la differenza tra un normale viaggio e un’esperienza speciale, indelebile. Dopo le ombre notturne, le luci dell’alba, tra sbadigli e caffè all’autogrill, hanno interrotto la fase onirica e il viaggio è cominciato per davvero in tutti i suoi contorni e sfumature, emozioni, sensazioni.
Anche chi ha dormito male, a singhiozzi, si è unito alla chiacchiere, agli scherzi, ai canti per ingannare il tempo. I chilometri di autostrada per arrivare a Lourdes, prima tappa del pellegrinaggio, si sono fatti via via sentire. Tra una sosta e l’altra c’è chi ha provato a sgrancirsi le gambe e chi ha cercato gli amici sparpagliati sui cinque pullman organizzati dalla Diocesi di Brescia e da Brevivet.
UNO DEI PARTECIPANTI più smaniosi di arrivare era Marco di Lumezzane, 32 anni, anche lui alla sua prima Gmg, nonostante l’anagrafe lo indichi come uno dei più «anziani» della comitiva. Marco ha seguito il consiglio di amici che sei anni fa avevano partecipato alla Giornata Mondiale a Colonia e ha colto la palla al balzo, desideroso di vivere un’esperienza così totalizzante ma così diversa. «E’ un appuntamento ricco di spiritualità e di condivisione – ha detto -. Mi aspetto di tornare a casa più ricco e appagato. Credo sia un momento importante per riflettere e per aprire le porte a chi ha delle domande da porsi. Immagino la Gmg come un immenso oratorio, dove i giovani possono insieme essere la risposta positiva ad un mondo che non crede più in loro. Spesso dimentichiamo quanto sia importante il contatto umano e il confronto con le altre persone».
Tra una parola e l’altra il folto gruppo bresciano ha fatto il suo arrivo a Lourdes alle sette di sera, dopo diciassette ore di viaggio. Questa mattina sarà celebrata una Messa nella grotta di Massabielle, prima di imboccare la strada che conduce ad Avilés, cittadina a pochi chilometri da Oviedo. Una tappa altrettanto lunga, a tagliare la Spagna settentrionale da est a ovest. Viene da chiedersi, quasi in modo un po’ profano, quali siano le motivazioni che spingono questi ragazzi ad un itinerario così impegnativo.
«In questo viaggio ci sono sia quelli mossi dal desiderio di spiritualità, sia quelli che vogliono farsi una vacanza – ha spiegato Don Marco Marella -. Il motivo di partenza ha però un’importanza relativa, poiché ciò che Dio ci fa trovare sulla nostra strada non è mai casuale. E’ un segnale della sua volontà».
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