Tema Pastorale 2013
TEMA PASTORALE 2013
Per-correre la via della fede: un pellegrinaggio “verso e con” la Chiesa
Con la Lettera apostolica Porta fidei dell’11 ottobre 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede che intende contribuire ad una rinnovata conversione al Signore Gesù e alla riscoperta della fede, affinchè tutti i membri della Chiesa siano testimoni credibili e gioiosi del Signore Risorto nel mondo di oggi, capaci di indicare alle tante persone in ricerca la “porta della fede”; l’Anno della Fede comincerà l’11 ottobre 2012 (in occasione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e del 20° anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica) e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù, Cristo Re dell’universo.
La sollecitudine della Chiesa nel saper cogliere e leggere i segni dei tempi matura nel solco degli insegnamenti del Concilio Vaticano II e si declina, di volta in volta, nella sensibile opera di discernimento affinchè Dio sia presente nelle pieghe del nostro mondo e ciascun uomo possa incontrarlo. Si tratta di una sfida costante propria dell’agire missionario e al contempo premurosa attenzione al contesto culturale e sociale nel quale l’uomo vive; del resto tutta la storia della salvezza è simile ad un pellegrinaggio educativo, una sorta di viaggio pedagogico lungo il quale Dio progressivamente educa il suo Popolo e lo prepara all’incontro col Figlio, tappa e meta del nostro errare verso la salvezza.
La Chiesa individua proprio nell’emergenza educativa l’orizzonte nel quale collocare gli sforzi perchè le nostre comunità possano quotidianamente sperimentare la forza sanante e liberante che scaturisce dall’incontro col Cristo e il suo Vangelo.
Per-correre la vita buona del Vangelo significa abitare il nostro tempo con lo spirito del pellegrino al quale il Signore chiede di compiere scelte responsabili alla luce della fede.
Per-correre la vita buona del Vangelo significa svoltare per la strada verso il Regno equipaggiati degli strumenti di viaggio necessari per giungere alla meta.
Per-correre la vita buona del Vangelo significa partecipare attivamente alla missione ricevuta dagli apostoli di andare e fare discepoli tutti i popoli, battezzandoli e formandoli alla loro testimonianza.
Per-correre la vita buona del Vangelo significa non soltanto rinnovare e ripensare il nostro cammino di fede, ma sempre e comunque aumentare la qualità della nostra testimonianza.
Per-correre la vita buona del Vangelo significa anche correre “verso e con” i fratelli che hanno bisogno della speranza per poter vivere il proprio presente.
Per-correre la vita buona del Vangelo significa dunque mettersi ancora una volta alla scuola di Gesù, il Maestro buono che ha parlato e agito mostrando nella vita il suo insegnamento: Gesù Cristo è la via, che conduce ciascuno alla piena realizzazione di sé secondo il disegno di Dio.
È la verità, che rivela l’uomo a se stesso e ne guida il cammino di crescita e nella libertà.
È la vita, perchè in Lui ogni uomo trova il senso ultimo del suo esistere e del suo operare: la piena comunione di amore con Dio nell’eternità. Prima di tornare al Padre, Gesù promette ai suoi discepoli il dono dello Spirito Santo, attraverso il quale continuerà la sua opera educativa. Il nostro percorrere la vita buona del Vangelo ci porta inevitabilmente a varcare la Porta della fede (At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio: è una porta sempre aperta che immette nella famiglia ecclesiale mediante un cammino corroborato dalla duplice mensa della Parola e del Pane, e plasmato dalla grazia che trasforma i cuori. Con queste parole potremmo sinteticamente introdurre e collegare gli ambiti formativi dell’associazione di quest’anno e le preziose indicazioni fornite dal Santo Padre in occasione della Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “Porta Fidei” con la quale si indice l’Anno della fede.
Sarà un tempo durante il quale la compagine ecclesiale avrà la possibilità di riflettere e valutare la propria fede nel Signore Gesù, impostando un cammino di autentica e rinnovata conversione a Colui che è l’unico Salvatore del mondo; le tappe fondamentali di questo pellegrinaggio che la Chiesa prosegue tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio saranno: un rinnovato entusiasmo nell’annuncio del Vangelo e quindi una nuova evangelizzazione; una convinta confessione della propria fede capace di far comprendere appieno quanto professato, celebrato, vissuto e pregato; un’apertura speciale alla grazia che agisce e trasforma il cuore dell’uomo; una coraggiosa testimonianza della propria fede che sostenga e alimenti non solo la relazione personale con Dio, ma anche l’impegno pubblico di ogni credente; una comune e vivace riscoperta dei contenuti fondamentale della fede espressi nel Catechismo della Chiesa Cattolica e tesi all’incontro sacramentale; una chiara consapevolezza del misterioso e insondabile intreccio tra santità e peccato che permea la storia della nostra fede; un intensificato e responsabile impegno ecclesiale perchè la fede senza carità non porta frutto, e la carità senza fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio.
Proprio quest’ultimo tema chiama in causa ciascuno di noi, personalmente e insieme, come associazione di fedeli al servizio dei malati: la fede in Gesù Cristo unico Salvatore ci spinge verso la gloria della resurrezione senza rifiutare o rinnegare il passaggio attraverso la croce. Sarà allora l’intera Unitalsi a soffermarsi sulle finalità del proprio apostolato, sulle urgenze educative, sulla qualità del proprio servizio, affinchè la nostra carismatica vicinanza al mondo della sofferenza possa arricchirsi degli spunti che il Santo Padre Benedetto XVI – coadiuvato dall’Assemblea Generale dei Sinodo dei Vescovi che si riunirà nel mese di ottobre 2012 – vorrà donarci sul tema de La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Ci accompagna in questo pellegrinaggio la Beata Vergine Maria, la donna esemplare che porge alla Chiesa lo specchio in cui essa è invitata a riconoscere la propria identità, gli affetti del cuore, gli atteggiamenti e i gesti che Dio attende da lei.
Con questa disponibilità, ci poniamo sotto lo sguardo della Madre di Dio, perchè ci guidi nel cammino dell’educazione. A colei che ha risposto all’annuncio dell’Angelo come Madre dei credenti affidiamo il cammino della Chiesa e il nostro percorso formativo attraverso la Porta della fede!
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