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Un servizio di carità che meriterebbe il Fiorino d’Oro!

A proposito di “Mutature”…

Un servizio di carità che meriterebbe il “Fiorino d’Oro”!

 

di Emanuele Piccini

 

Foto GALLERY Misericordia Riffredi 

 

Un anno fa 10 missionari ricevettero il Fiorino d’Oro per aver rappresentato significativamente Firenze nel mondo. L’evento fa riflettere su come il silenzioso servizio delle “Mutature” contribuisca a esportare “ quell’umanesimo fiorentino” tipico di uomini di “missione, pace e carità” del calibro di don Giulio Facibeni, don Lorenzo Milani, Padre Ernesto Balducci, Giorgio La Pira e Piero Bargellini. Il Fiorino, quindi, dovrebbe essere conferito perfino a coloro i quali, in virtù di un sincero spirito d’abnegazione svolgono gratuitamente e da tanti anni tale servizio. Tra questi c’è Piero Ridi che nonostante la tracheotomia (per un tumore da fumo) e la moglie colpita da sclerosi multipla si dedica proprio alle “Mutature”. Alla nascente “Compagnia delle Misericordie” e agli uomini di buona volontà impegnati nell’associazionismo e in politica l’onere di “battersi” affinché ciò avvenga; dopotutto, quando si affrontano temi di pastorale sanitaria è d’obbligo ricordare i volontari delle “Mutature”.

 

Le “Mutature” – cambiare pannoloni agli infermi – fanno parte della storia delle Confraternite di Misericordia e tale “pratica” è un esempio di sanità umanizzata ove tecnicismo e professionalità servono fino ad un certo punto: l’amore non è una professione! Il singolare servizio dovrebbe essere fatto conoscere e promosso nelle attuali politiche sociali nazionali soprattutto perché non tutti possono permettersi una badante! A tal proposito ricordo come 26 anni fa, grazie al Governatore della Misericordia di Rifredi Giulio Cecioni e all’allora parroco di S. Stefano in Pane mons. Fabrizio Porcinai nacque il Gruppo Assistenza allo scopo di rinvigorire le “Mutature” nelle parrocchie del Quartiere 5 di Firenze. S. Stefano in Pane, S. Pio X al Sodo, S. Antonio da Padova e il S. Cuore al Romito, S. Michele a Castello, S. Donato in Polverosa, Maria Ausiliatrice, la Beata Vergine Maria al Lippi, la Regina della Pace, l’Immacolata – S. Martino e S. Francesco – S. Chiara a Montughi, sono solo alcune delle comunità parrocchiali ove il Gruppo ha operato. Alla guida del Gruppo Piero Ridi che non esitava mai ad accorrere, specialmente insieme all’amico Fabio Corti, dalle famiglie, bisognose del servizio, o alle “Casette” degli anziani dell’Opera Madonnina del Grappa, per lavare (all’inizio) e offrire un aiuto indispensabile (in seguito) agli/lle infermieri/e assunti. Erano interventi necessari poiché di solito gli infermieri somministravano medicinali, mettevano i cateteri, cambiavano le flebo, ma raramente pulivano e rinfrescavano con acqua e sapone. Inoltre, famiglie e infermi – costretti a dialogare nella giornata con le pareti di casa – aspettavano “Piero” e i volontari per scambiare due parole o ricevere la speranza del vangelo.

L’intervento si dimostra tuttora necessario giacché in dei casi le badanti “devono imparare a lavare” o urgono di qualcuno che le aiuti ad alzare gli ammalati. Infatti, il Gruppo si muove con lo stesso spirito originario rispondendo alle necessità della cittadinanza. Ogni mattina (8 -10) oltre 60 malati (distribuiti su 6 percorsi cittadini), sono alzati da letto, puliti e aiutati a far colazione dalle sorelle e dai fratelli della Misericordia. Nei dopocena invece, avvengono i “giri notturni” (20,30 – 22,30) e gli stessi ammalati sono coricati da un “pool” di giovani imprenditori, commercianti e artigiani che si recano anonimamente nelle case. Chi svolge il servizio (mattina e sera) indossa il camice: esso richiama l’antica veste della “cappa” che, corredata della buffa (simbolo della carità anonima e gratuita), è il segno esteriore d’appartenenza alla Misericordia.

Terminando, l’opera del Gruppo Assistenza nella stessa Misericordia è vista bene poiché nella Confraternita ogni sorella e fratello ha un compito e tutti sono accomunati dalla virtù teologale della Carità, la quale, in certo senso, trae origine dall’antica icona cristiana del pellicano – Cristo – che beccandosi il petto dà la vita eterna ai “figli”. Lo stesso Governatore, Raoul Caneschi, ritenendo le “Mutature” “il fiore all’occhiello della Misericordia di Rifredi”, ha favorito numerosi progetti sociali assieme al Gruppo Assistenza, fra cui la nascita del “Centro Accoglienza Anziani” per “allontanare” l’idea di “parcheggiare” anziani e malati in ospizi. Oltre 10 anni fa, fu realizzato il “Centro Accoglienza diurno” (nel Quartiere mancava) proprio per andare incontro ai bisogni di chi, obbligato dalla sofferenza fisica, era costretto a restare in casa, senza poter partecipare alla vita associativa della comunità civile. Di pari passo con l’iniziativa fu eretta “Casa Sollievo”, con una mensa, un salone per i frequentatori del centro diurno e una decina di posti letto (è presente un personale infermieristico qualificato) per accogliere temporaneamente chi si trova in situazioni di convalescenza o particolare disagio (dovuto alla sua malattia e/o a quella di colui che l’assiste) dando così modo alle famiglie di organizzarsi e riaccoglierli in casa in seguito. Infine, Il Gruppo Assistenza, rispondendo sempre a tutti i bisogni della popolazione, ha trovato il sostegno ed elogi della Chiesa fiorentina e delle istituzioni civili. In particolar modo, il Gruppo è stato supportato dal sostegno morale e spirituale del parroco di S. Stefano in Pane, don Roberto Tempestini (già Correttore nazionale della Misericordia), e dagli incoraggiamenti dei cardinali Silvano Piovanelli ed Ennio Antonelli nelle visite pastorali.

 

Foto GALLERY Misericordia Riffredi 

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