Una biografia di Papa Roncalli scritta attraverso i ricordi di tante persone che gli vissero accanto.
Di Tony Assante
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Domenica 27 di aprile, Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli) sarà proclamato santo, assieme a Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla).
In questo periodo sono stati pubblicati diversi libri sui due Pontefici e tra questi anche una biografia scritta da Renzo Allegri per la casa editrice Ancora. Un bel volume di 350 pagine, dal titolo “La storia di Papa Giovanni”, che si fa apprezzare per la chiarezza narrativa, tipica di un giornalista che ha all’attivo una lunga carriera di cronista e di inviato speciale. Autore di centinaia di articoli, di 55 libri, molti dei quali tradotti in varie lingue, Renzo Allegri è un indefesso “comunicatore con la penna”, che continua ad essere attivo anche negli anni della pensione, come dimostrano i suoi ultimi libri e i numerosi interventi per “Il Faustino”.
Lo abbiamo intervistato.
Quale è la caratteristica della pubblicazione che hai dedicato a Papa Giovanni XXIII?
<<Non ho inteso scrivere una biografia in senso stretto. Cioè raccontando in forma cronologica le vicende dell’esistenza di questo Papa. Mi sono proposto invece di trasmettere informazioni e fatti da me raccolti da persone che gli sono vissute accanto>>.
Roncalli è morto nel 1963: esistono ancora persone che lo hanno conosciuto bene?
<<Il contenuto del libro è il frutto di decine di articoli scritti nel corso di quasi cinquant’anni. I miei primi articoli su Papa Giovanni XXIII, infatti, risalgono al 1967, quattro anni dopo la sua morte. Ne sono poi seguiti decine e anche quattro libri: in tutte le mie pubblicazioni ho soprattutto riferito i racconti di coloro che avevano conosciuto e frequentato Roncalli. In questo modo ho messo insieme una quantità eccezionale di “testimonianze dirette” che aiutano ad avere un ritratto “vivo” di questo straordinario personaggio>>.
Chi sono le persone intervistate che più ti hanno aiutato in questa tua ricostruzione?
<< Alcune sono state fondamentali soprattutto per i periodi poco noti della vita del Papa, come gli anni dell’infanzia, della prima adolescenza e del ventennio da lui trascorso nei Paesi dell’Est.
< Zaverio Roncalli, fratello del Papa, che era più giovane di lui di soli 18 mesi, mi ha aiutato molto per l’infanzia e l’adolescenza. Lo conobbi nel 1967, aveva allora 84 anni e li portava benissimo. Andava a caccia, lavorava nei campi e aveva una memoria di ferro. Ricordava con molta precisione come si viveva nella sua famiglia quando lui era bambino.
<<Un’altra persona che ricordava molte cose di quegli anni lontani, fu Camilla Roncalli, cugina e compagna di giochi del futuro Papa. Incontrai anche alcuni compagni di scuola di Angelo Roncalli e tutti avevano ricordi straordinari.
<< Ma il periodo meno esplorato, per mancanza di documenti, della vita di Roncalli fu quello che va dal 1925 al 1945, gli anni della sua permanenza in Bulgaria, Turchia e Grecia.
<<Per quel periodo ho avuto come informatore il professor Stefano Karadgiov, bulgaro, che conobbe Roncalli nel 1925, quando era studente universitario. Roncalli lo aiutò molto, lo fece studiare in Italia, e una volta tornato in Bulgaria questo giovane divenne una specie di segretario di Roncalli. Attraverso i ricordi del professor Karadgiov potei ricostruire alcuni aspetti molto interessanti della vita e dell’attività di Roncalli, soprattutto il suo rapporto con la Chiesa ortodossa bulgara.
<<Per gli anni della Turchia mi fu di grande aiuto Padre Giorgio Montico, un religioso conventuale, che era stato Superiore provinciale dei Frati Conventuali in Turchia quando c’era anche Roncalli. Laureato in teologia a Roma, in Lettere all’Università di Padova, diplomato in organo e composizione al Conservatorio di Venezia, Padre Giorgio era un religioso di grande cultura, di vasta conoscenza ed esperienza. Roncalli lo stimava molto. Attraverso Montico, raccolsi episodi storici di grande rilievo sulla vita di Roncalli in quell’ambiente difficile, in quegli anni tormentati dalla guerra.
<<Per il periodo della sua attività di Nunzio Apostolico a Parigi, riuscii ad avere le confidenze del suo autista. Per gli anni di Venezia e di Roma, mi sono avvalso soprattutto dei racconti del suo segretario personale, Guido Gusso, che aveva conosciuto Roncalli quando era patriarca di Venezia. Guido aveva allora 23 anni. Venne assunto come cameriere del Patriarca e lo aveva poi seguito a Roma, portando con se anche il fratello Paolo. I due fratelli furono accanto a Papa Roncalli fino alla sua morte. Erano considerati membri della sua famiglia e furono così testimoni preziosissimi.
<<Furono loro due ad assistere Giovanni XXIII, anche di notte, durante l’ultima malattia. Dopo la morte del Papa, ricevettero favolose offerte di denaro dai più importanti giornali del mondo, per il racconto dei loro ricordi accanto a Papa Roncalli, ma rifiutarono sempre. Nel 1969, per una serie di circostanze particolari, Guido fece a me, in esclusiva mondiale, quel racconto, rivelando fatti e dettagli sorprendenti e meravigliosi. E per quel suo lungo racconto esclusivo, per il quale i giornali più importanti del mondo erano disposti a pagare cifre da capogiro, non volle niente, neppure una lira, perché, come mi disse allora, “mai avrei speculato sui ricordi più belli della sua vita”.
<<A questi testimoni eccezionali devo anche aggiungere monsignor Loris Capovilla, segretario storico di Roncalli e oggi Cardinale della Chiesa; Padre Antonio Cairoli, che fu il primo postulatore della causa di beatificazione di Roncalli; don Battista Roncalli, sacerdote e nipote di Giovanni XXIII; e monsignor Giuseppe Battaglia, che fu allievo di Roncalli, poi suo collega di insegnamento in Seminario a Bergamo e infine vescovo di Faenza. Il mio libro è formato, quindi, prevalentemente dai ricordi di queste persone che conobbero in modo profondo Giovanni XXIII>>.
Quali sono le vicende più esclusive che racconti?
<<Tutto è, in un certo senso, esclusivo. Non solo i fatti che le persone citate mi hanno riferito, ma anche le loro emozioni, le loro reazioni, i sentimenti suscitati dal contatto con quella personalità così singolare.
<<Ritengo che la parte più commovente del libro stia nei racconti dei fratelli Gusso. Loro vivevano accanto al Papa in continuazione e osservavano tutto con occhi semplici, da persone di famiglia.
<<Molto interessanti sono i racconti che riguardano l’attività di Roncalli in Oriente: i suoi rapporti con gli ortodossi; le sue idee sull’ecumenismo, che sarebbero poi diventate uno dei valori portanti del Concilio Vaticano II; la sua misteriosa, incessante azione diplomatica svolta durante la guerra, per salvare ebrei. Padre Cairoli, postulatore della causa di beatificazione di Giovanni XXIII, nel 1971 mi disse che gli ebrei salvati da morte da Roncalli furono più di 50 mila.
<<Ritengo tuttavia che uno dei capitoli più straordinari sia quello che riguarda i rapporti di Giovanni XXIII con Kruscev, dei quali mi ha parlato a lungo Monsignor Capovilla. A cominciare dal fatto che il primo dei due a cercare i contatti con l’altro fu il leader comunista russo, nel 1961. Papa Giovanni, contro il parere compatto della Curia vaticana, volle rispondere e nacque quel dialogo, di cui ancora si conosce poco, che portò, nel 1962, durante la famosa crisi dei missili di Cuba, a evitare una probabile terza guerra mondiale>>.
Hai qualche ricordo diretto di Papa Giovanni?
<<L’ho visto una sola volta, quando era patriarca di Venezia e gli ho baciato la mano insieme a tante altre gente che lui salutava. Non ho alcun ricordo personale. Se chiudo gli occhi e penso a quel breve incontro, vedo una persona anziana, serena, che sorride.
<<Naturalmente ho poi seguito, attraverso giornali, radio e televisione, tutta la sua straordinaria attività. Appena eletto, data la sua età, 77 anni, si pensava a un papa di passaggio e, invece, è stato un ciclone: in cinque anni ha portato nella Chiesa cambiamenti drastici, iniziative potenti che, attraverso il Concilio Vaticano II, hanno dato vita a una energia rivoluzionaria, che è ancora attiva>>.