L’onomastico, per tradizione il 25 luglio in ricordo di San Giacomo apostolo, detto “il Maggiore” che subì il martirio, per decapitazione, nel 44 d.C. Patrono del Guatemala, Spagna, dei cappellai, pellegrini, viaggiatori e delle località di Averara, Pistoia e di Bellino (Cn). Viene invocato per guarire dalla foruncolosi. La chiesa ricorda ancora: il santo Kisal, morto nel 1597, il 5 febbraio; un eremita morto nel 350, venerato il 28 gennaio; il santo da Cerqueto, il 17 aprile; il francescano di Oldo, morto a Lodi nel 1402, il 18 aprile; il santo Capoccio, il 13 febbraio; un santo d’Illaria, francescano e patrono dei cuochi, il 27 aprile; un martire di Lambesa, il 30 aprile; il santo da Ceratldo, morto nel 1292, il 13 aprile; un beato apostolo deto “il Minore”, martire nel 62, patrono dei barcaioli, remaiuoli, droghieri, pasticcieri e dei lavoratori del ferro, viene commemorato il 1° maggio e, in alcuni luoghi il 3 maggio; il santo di Varazze, il 13 luglio; un eremita in Amida, il 6 agosto; un martire, il 1° novembre; il santo Ungarelli, morto nel 1517, il 2 novembre; il santo Benfatti, morto nel 1332, il 26 novembre; il santo, detto “Interciso”, martirizzato in Persia nel 421, il 27 novembre e il santo francescano della Marca (uno dei fondatori dei Monti di Pietà), evangelizzatore della Boemia, morto nel 1476, viene venerato il 28 novembre. Coopatrono di Napoli.
ORIGINI DEL PELLEGRINAGGIO
Si racconta che il ritrovamento del corpo di Giacomo fu dovuto all’eremita Pelayo, che nell’813 vide, per molti giorni successivi, una pioggia di stelle cadere sopra un colle. Una notte gli apparve in sogno san Giacomo che gli svelò che il luogo delle luci indicava la sua tomba. L’abate rimosse la terra che si era depositata e scoprì il sepolcro. Di qui iniziò il culto di Santiago (il nome in spagnolo di Giacomo). Fu costruita una città intorno alla chiesa dove era stato sepolto il santo che fu denominata Santiago de Compostela (da campus stellae, cioè campo di stelle). Subito dopo la scoperta del sepolcro iniziarono i pellegrinaggi devozionali da ogni parte d’Europa. Il pellegrino, prima di partire, si spogliava degli averi e, talvolta, doveva vendere o ipotecare i beni per potersi finanziare il viaggio. Faceva testamento e dava disposizioni per il governo del patrimonio in sua assenza. Spesso era la Chiesa a svolgere questa funzione di tutela. Questo status conferiva al pellegrino un particolare prestigio. Alla partenza veniva compiuto il rito della vestizione con la consegna della bisaccia e del bordone (bastone).
La scelta di fare un pellegrinaggio era una libera decisione personale:
- per chiedere una grazia
- per adempiere ad un voto
- per una ricerca religiosa personale
Tuttavia, in molti casi, era imposto come pena dal giudice o come penitenza dal confessore per colpe o peccati di particolare gravità. Chi era ricco poteva mandare una persona a fare il pellegrinaggio per proprio conto. I pellegrini viaggiavano solitamente in gruppo, per sostenersi e proteggersi reciprocamente: i pericoli erano rappresentati dallo stato precario delle strade, dalle catastrofi naturali e dai banditi che infestavano le strade. Lungo il percorso si sviluppò una rete di servizi per il sostentamento dei pellegrini: chiese, monasteri, alloggi, ospizi, ospedali, locande. Nel tempo, lungo il cammino nacquero paesi e città e furono costruite strade e ponti. Dall’Italia, la principale via seguita per arrivare a Santiago era la Francigena.
Se volete avere info più approfondite, collegatevi su:
- ilcamminodisantiago.com
- cammino-santiago.it
- Cammino di Santiago di Compostela – Wikipedia
- Pellegrinando.it
- Pellegrinibelluno.it