Un libro che, con decine di documenti, alcuni inediti, esplora il “giallo” della lunga “persecuzione” cui Padre Pio fu sottoposto in vita, e che coinvolse anche illustri esponenti ecclesiastici.
Di Tony Assante
Il viaggio delle reliquie mortali di San Pio da Pietrelcina a Roma per il “Giubileo della Misericordia”, ha sollevato fin dall’inizio e continua a sollevare un interesse grandissimo. Giornali, televisioni e radio hanno dato ampio spazio all’evento. La gente ha risposto con entusiasmo e con affetto incondizionati che, però hanno dato fastidio a certi “illuminati”. Molte sono state le critiche, dirette o implicite. I difensori del “bene pubblico laico” si sono impegnati in analisi, commenti, valutazioni sull’opportunità di una simile manifestazione, sui costi e sull’impiego massiccio di forze dell’Ordine pubblico per salvaguardare l’incolumità di una salma. Ironizzando, ma anche con valutazioni profondamente offensive nei confronti del Santo e di migliaia e migliaia di cittadini credenti, riprese dei “media” anche all’estero. . “Altro che Isis, il Medioevo è già qui grazie a Padre Pio”, ha scritto un giornale. E un noto personaggio ha affermato in un’intervista: “Padre Pio è un uomo marketing della religione… i cui resti mortali sono una mummia che fa esteticamente schifo” ed ha paragonato i fedeli del religioso ai seguaci del nazismo.
Padre Pio infiamma le folle ed irrita piccole minoranze di agnostici che si ritengono depositari della sapienza e della verità. E’ sempre stato un “segno di contraddizione”, anche quando era in vita.
Su questo argomento è uscito un magnifico libro dal titolo “La passione di padre Pio”, scritto da Renzo Allegri e pubblicato da Mondadori. Allegri è un giornalista e scrittore noto ed esperto di Padre Pio. Ha pubblicato una decina di libri sul Santo di Pietrelcina, tutti editi da Mondadori, e tradotti in varie lingue. In questo ultimo volume affronta un argomento particolare: le sofferenze di Padre Pio. Non quelle provocate dalle stimmate, dalle malattie, dalle febbri che arrivano fino a 50 gradi, ma le sofferenze morali, quelle che gli furono inflitte “in famiglia”, da appartenenti alla sua stessa Chiesa.
E’ un aspetto della vita di Padre Pio costellato da diatribe durate decenni. Già nel dicembre 1968, tre mesi dopo la morte del Padre, il cardinale Giacomo Lercaro, grande amico di Padre Pio, aveva affermato in una conferenza commemorativa: <<Di lui si parlò e si scrisse; lo si condannò e lo si derise; ed gli tacque….Ma ad addolorarlo nel profondo, a farlo agonizzare come il Salvatore nell’Orto degli Ulivi, era il fatto che egli non tanto “per” la Chiesa soffriva… quanto il fatto che “dalla” Chiesa soffriva>>.
Una storia mai chiarita apertamente. Gli autori di ispirazione cattolica tendono a ignorarla. Anzi, alcuni affermano che non è mai esistita. Dicono che si tratta di una invenzione di giornalisti in cerca di scandali. Altri, sul versante opposto, la cavalcano ingrandendola, accusando non tanto le persone responsabili dei fatti accaduti, ma la Chiesa in generale, il Papa, la Religione: sostengono che Padre Pio era un imbroglione, che si procurava le stimmate con acidi e coltelli e, richiamando appunto i documenti di condanna emanati dalle autorità ecclesiastiche, affermano che la stessa Chiesa lo riteneva tale, cioè un imbroglione, ma che, dopo la sua morte, vedendo le folle che accorrevano sulla sua tomba portando montagne di offerte, hanno cambiato idea e lo hanno proclamato santo. Ragionamenti farneticanti, ma sempre in corso, anche in questi giorni di Giubileo.
Il libro di Renzo Allegri affronta questo delicato argomento e lo analizza alla luce di centinaia di documenti molti dei quali inediti, rimasti sepolti per anni negli archivi. Il Padre Pio che esce da questo libro è un faro di chiarezza, di coerenza, di integrità, di amore per la Chiesa, di santità granitica. E la documentazione che l’autore propone, smaschera le potenti lobbies che tentarono con ogni mezzo di distruggere questo gigante della santità. Lobbies che avevano alcuni esponenti anche nelle alte gerarchie ecclesiastiche.
<<Oggi non è più possibile negare la persecuzione cui Padre Pio fu sottoposto e che, come affermava il cardinale Lercaro, “lo fece sanguinare come il Salvatore nell’Orto degli ulivi”>>, afferma Renzo Allegri. <<I documenti che provano questa incredibile persecuzione, provengono dall’Archivio segreto del Vaticano. Nel 2007, Papa Ratzinger ha reso possibile la consultazione di quell’archivio fino al 1939. Quindi, è possibile vedere, consultare, controllare tutte le disposizioni emesse dai vari Dicasteri Vaticani, in particolare dal Sant’Uffizio, fino a quella data, cioè per tutto il periodo della “prima grande” persecuzione a Padre Pio, che era iniziata nel 1919>>
Che genere di disposizioni?
<<Dichiarazioni dottrinali, interventi disciplinari, indicazioni ed esortazioni pastorali, e una enorme quantità di lettere, relazioni, denunce provenienti dei “nemici” di padre Pio.
<<Tutto cominciò con le prime indiscrezioni riguardanti le stimmate apparse sul corpo del giovane Padre Pio, pubblicate sui giornali nel giugno 1919. Quelle piaghe richiamavano la Passione e Morte di Gesù. Un evento sconcertante e i giornali se ne impossessarono con avidità. Si verificarono subito anche delle guarigioni prodigiose, attribuite alle preghiere del religioso, e l’interesse popolare divenne immenso. In pochi mesi, San Giovanni Rotondo, che era una cittadina difficile da raggiungere, divenne meta di migliaia e migliaia di pellegrini, molti dei quali malati.
<<Si scatenarono subito anche le polemiche. Alcuni videro nell’accorrere delle folle una specie di fanatismo pericoloso, Cominciarono a condannare, a inviare denunce in Vaticano e iniziò quella battaglia tra “fedeli e devoti” di padre Pio e suoi “nemici dichiarati” che continuò per tutta la vita del religioso e anche dopo. Ancora oggi le critiche non si sono assopite>>.
Oggi Padre Pio è considerato dalla Chiesa uno dei più grandi santi della storia: come è possibile che quando era in vita abbia subito una persecuzione del genere?
<<Difficile dare una risposta. Ma è accaduto. Padre Pio è morto portandosi nella tomba cinque condanne del Sant’Uffizio mai ritrattate. Durante la sua vita fu oggetto di continue accuse che provocarono 70 “visite apostoliche”, cioè 70 “inchieste giudiziarie vaticane” che si chiusero sempre con condanne e punizioni disciplinari. I vari processi per la beatificazione dimostrarono che era innocente, vittima di feroci calunnie.
Un famoso teologo un giorno mi disse: “Il Demonio è in grado di conoscere anche il futuro. Sapeva che Padre Pio era destinato a operare un bene immenso nella Chiesa. Per questo tentò in tutti i modi di distruggerlo, creando una trappola infernale, nella quale sono caduti anche esponenti della Chiesa>>.
E Padre Pio?
<<Da autentico santo, sopportò tutto senza mai lamentarsi. A volte piangeva per il dolore, ma ripeteva: “La Chiesa è madre anche quando percuote”>>.
Tony Assante
PRESENTAZIONE DEL LIBRO:
Tutto ciò che riguarda Padre Pio è stato sviscerato dai mass media, soprattutto dopo la proclamazione della sua santità. Solo un aspetto della sua vita resta ancora in ombra: la persecuzione cui fu sottoposto da parte della Chiesa.
Una persecuzione che rimane un enigma. Iniziata subito dopo la comparsa delle stigmate sul corpo del religioso, è durata, sempre più accanita, per il resto della sua vita e per diversi anni anche dopo la morte. Padre Pio visse in un continuo dissidio. Tremendo. Martirizzante.
Furono molte le persone umane fallibili che, all’interno della Chiesa cattolica, ebbero il compito di giudicare la sua vita, la sua condotta e i suoi fenomeni mistici, e che si sbagliarono clamorosamente. La cosa grave sta nel fatto che quelle persone erano ai vertici di vari dicasteri vaticani, in particolare il Sant’Uffizio, il supremo tribunale per la difesa della fede.
“Dimenticare le sue sofferenze significa tradirlo” mi disse un giorno Fra Modestino, un confratello di Padre Pio, considerato, dopo la morte dello stigmatizzato, il suo erede. Non è possibile pensare Gesù senza croce; non è possibile pensare Padre Pio senza sofferenze.
Questo libro intende soffermarsi soprattutto sul racconto di queste sofferenze “morali e spirituali”. E sulle persecuzioni che ne furono causa e che il religioso subì per tutta la vita.
Il racconto si basa su migliaia di documenti conservati nell’Archivio segreto del Vaticano e in quello del Sant’Uffizio. Ma anche documenti degli archivi dell’Ordine dei Frati Cappuccini, dei Cappuccini della Provincia di Foggia e di archivi privati di laici che ebbero ruoli estremamente importanti in questa vicenda. Molti di questi sono inediti.
Renzo Allegri
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