A Lourdes durante l’alluvione
A Lourdes piove quasi sempre, è consuetudine vedere i pellegrini con ombrelli aperti, impermeabili leggeri, ma un mese fa, venerdì 18 ottobre, il fiume Gave che attraversa la città e passa poco distante dalla grotta è esondato e per la prima volta dopo 190 anni, a detta delle note storiche, la città di Bernardette Soubirous si è trovata allagata.
E’ stata questione di poche ore e la grotta è stata resa inagibile, impossibile avvicinarsi, l’acqua era ovunque ed arrivava a superare il metro, metro e mezzo. Chiusi immediatamente tutti gli accessi al santuario, eccetto quello alla basilica superiore, dalla cui cancellata si poteva osservare un paesaggio irreale: l’acqua melmosa aveva preso il posto dei pellegrini, nessuna carrozzella di ammalati davanti alla grotta, nessuna messa celebrata, nessun rosario, nessuna processione, improvvisamente solo il fango.
Sul posto migliaia di pellegrini hanno trovato riparo negli alberghi, molti dei quali investiti dall’alluvione come l’Hotel D’Espagne su Avenue du Paradis, dove i pellegrini sono stati soccorsi con i canotti. Tutta la via interamente bloccata, negozi chiusi, un paesaggio drammaticamente irreale.
Eppure, nonostante tutto, Lourdes non ha deluso.
In quei giorni erano presenti nel luogo mariano anche alcuni pellegrini di Nichelino e Moncalieri che avevano affrontato il viaggio in pullman, durato un’intera notte. Niente panico e nemmeno paura. Enza Rappucci faceva parte del gruppo “Amici in bus” con l’accompagnatrice Maria Rosa Bollati; aveva portato con sè per la prima volta le amiche Celestina e Maria Antonietta: “Sono contenta che siano riuscite a fare il bagno in piscina, nell’acqua benedetta, molto emozionate e che loro almeno nella prima mattinata di venerdì 19 abbiano potuto vedere la statua della Madonna della grotta. Lourdes lascia sempre dei segni dentro di noi, la Madonna ci comunica sempre qualcosa. E’ vero, abbiamo trovato l’alluvione, ma questo significa che la Madonna ci vuole di nuovo lì e noi torneremo”.
Chi ha fatto il bagno nelle piscine può raccontare la grande emozione provata: “Si entra in una vasca dove prima di noi sono entrati altri, malati e/o sani, con umiltà e fede, ci si spoglia di tutto, si viene accompagnati con grande tatto all’acqua e quando si è pronti ci si bagna completamente fino a baciare la Madonna posta al fondo, il tempo di recitare un’Ave Maria. Quando ci si alza si è bagnati, ma quando ci si va a vestire si è già asciutti e si riesce ad infilare le calze di nylon”.
Sono migliaia i malati che ogni giorno sono presenti a Lourdes, malati di ogni genere e con gravi invalidità. Non chiedono grazie, hanno anzi spesso parole di conforto per i sani ed accettano l’infermità con fede.
L’acqua, l’acqua miracolosa di Bernardette, fa parte del quotidiano di Lourdes, così come le attese per riempire le bottigliette e le madonnine di plastica. Ad ogni ora ci si lava gli occhi e si prega che quell’acqua possa lenire dolori e curare.
In molti hanno visto in questo accadimento dell’alluvione un segno, un segno di dolore della Madonna, e forse anche per questo chi è venuto a Lourdes per la prima volta si è ripromesso di ritornare.
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