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A #Lourdes per ritrovare se stessi

Concluso il pellegrinaggio diocesano dell’Unitalsi che ha visto la partecipazione di 670 persone

“Si venga qui in processione”: una delle frasi più caratteristiche delle apparizioni di Maria a Bernadette Soubirous presso la grotta di Massabielle, che fa da titolo ai pellegrinaggi Unitalsi 2024. Quello organizzato dalla sottosezione di Verona – il 65°, dal 1° al 6 aprile – ha visto vivere l’esperienza di Lourdes 670 persone, tra volontari, malati, medici, infermieri e pellegrini. Il presidente Raffaello Ferrari ha sottolineato come si sia trattato di un numero alto, nonostante gli annosi problemi che stanno impedendo l’uso dei treni; hanno riempito tre aerei e sette pullman, di cui tre attrezzati: «A questi vanno aggiunti i molti che non hanno potuto essere presenti, ma si sono uniti da casa grazie al prezioso e quotidiano servizio di Telepace».

Quindi ha evidenziato come ogni pellegrinaggio sia un tornare a casa, ma allo stesso tempo porti con sé sempre delle tà delle giornate a Lourdes è stata espressa pure dal Vescovo Domenico Pompili, che ha guidato il pellegrinaggio: «Le celebrazioni, gli incontri sulla spianata e ancor di più lo stare vicino alle persone che soffrono ci aiuta a tirar fuori tante energie nuove. Inoltre, è un occasione di tempi diluiti, che consentono di fare silenzio, di mettersi in ascolto della Parola, ma anche di concedersi dialoghi importanti e distesi.

Per i malati, poi, diventa la possibilità di guardare alle proprie ferite come delle feritoie dentro cui vedere il senso profondo della vita». Ha aggiunto: «Il pellegrinaggio è una metafora dell’esistenza che consiste nell’essere sradicati e stanati, ovvero nel muoversi dal proprio ambiente abituale e andare con altri lontano dalla propria terra, ritrovando così se stessi». Ha poi marcato la bellezza in questa edizione della presenza di tanti giovani sorelle e barellieri, situazione ripresa da don Flavio Bertoldi, assistente spirituale Unitalsi: «Pure per loro è stata un occasione di uscire dall’ordinarietà e di ricaricarsi. Ha colpito tutti vedere ottanta ragazzi che con entusiasmo in questi giorni hanno riscoperto la relazione con gli altri e con Dio, hanno rispolverato i loro grandi ideali.

Di questo vanno sicuramente ringraziati i tanti preti giovani, guidati da don Matteo Malosto, direttore del Centro Pastorale adolescenti». Proprio quest ultimo, che ha organizzato per i giovani anche la proposta di un momento specifico di spiritualità sulla misericordia e l’accoglienza, ha rilevato come tutti si siano messi in gioco nei diversi aspetti di questo pellegrinaggio, tra cui il servizio, la fraternità, la preghiera: «Per questo ora sono pronti a riportare nelle loro case e nelle loro comunità quanto vissuto in questi giorni straordinari». Proprio durante il pellegrinaggio della Diocesi di Verona è stata riportata a Lourdes la statua che dallo scorso fine settembre è stata pellegrina in tutta Italia «e che tanti frutti di speranza e misericordia ha portato» come ha tenuto a sottolineare Rocco Palese, presidente nazionale Unitalsi.

Nell’omelia della celebrazione eucaristica del venerdì mattina che ha visto, oltre alla riconsegna, il sacramento dell’unzione per i malati, il vescovo Pompili ha ricordato come oggi più che mai la Chiesa è capace diportare frutto solo nella misura in cui sa interloquire con Dio.

Lorenzo Padovani – Verona Fedele

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