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Affidiamo a Maria le rose e le “spine”,

Papa:  i mali della nostra società

Benedetto XVI chiede a tutti di esprimere solidarietà e condivisione verso bambini, anziani, immigrati, famiglie in difficoltà economiche, disoccupati. L’Immacolata concezione ci conferma che la “vittoria dell’amore è possibile” e che si può affrontare la realtà “con coraggio e responsabilità”.

Roma – “I bambini, … soprattutto quelli gravemente malati”; “i ragazzi disagiati”; gli “anziani soli”;  “gli ammalati”, “gli immigrati che fanno fatica ad ambientarsi”;  “i nuclei familiari che stentano a far quadrare il bilancio”; “le persone che non trovano occupazione, o hanno perso un lavoro indispensabile per andare avanti”: sono quelle che Benedetto XVI ha chiamato “le spine”, comprese nel cesto di rose bianche che il pontefice ha offerto alla statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, nel tradizionale atto di omaggio che si celebra ogni 8 dicembre. Il pontefice è giunto in piazza di Spagna verso le 16 e ha dato inizio a un momento di preghiera, circondato da migliaia di fedeli , pellegrini e turisti.

Dopo aver offerto il cesto di rose, il papa ha commentato: “Le rose possono esprimere quanto di bello e di buono abbiamo realizzato durante l’anno, perché in questo ormai tradizionale appuntamento tutto vorremmo offrire alla Madre, convinti che nulla avremmo potuto fare senza la sua protezione e senza le grazie che quotidianamente ci ottiene da Dio. Ma – come si suol dire – non c’è rosa senza spine, e anche sugli steli di queste stupende rose bianche non mancano le spine, che per noi rappresentano le difficoltà, le sofferenze, i mali che pure hanno segnato e segnano la vita delle persone e delle nostre comunità. Alla Madre si presentano le gioie, ma si confidano anche le preoccupazioni, sicuri di trovare in lei conforto per non abbattersi e sostegno per andare avanti”.

L’elenco delle “spine” è una spinta alla condivisione e alla solidarietà: “Insegnaci, Maria – ha continuato il pontefice – ad essere solidali con chi è in difficoltà, a colmare le sempre più vaste disparità sociali; aiutaci a coltivare un più vivo senso del bene comune, del rispetto di ciò che è pubblico, spronaci a sentire la città – e più che mai questa nostra Città di Roma – come patrimonio di tutti, ed a fare ciascuno, con coscienza ed impegno, la nostra parte per costruire una società più giusta e solidale”.

La festa di oggi chiude il giubileo dei 150 anni delle apparizioni di Lourdes, dove la Vergine è apparsa a Bernadette Soubirous, definendosi proprio con le parole “Immacolata concezione”, contenuto del dogma stabilito nel 1854. Benedetto XVI si è recato a Lourdes nel settembre scorso.

“Immacolata Concezione: anche noi ripetiamo con commozione quel nome misterioso. Lo ripetiamo qui, ai piedi di questo monumento nel cuore di Roma; e innumerevoli nostri fratelli e sorelle fanno altrettanto in mille altri luoghi del mondo, santuari e cappelle, come pure nelle case di famiglie cristiane. Dovunque vi sia una comunità cattolica, là oggi si venera la Madonna con questo nome stupendo e meraviglioso: Immacolata Concezione”.

“Nella festa odierna – ha continuato il papa – così cara al popolo cristiano, questa espressione sale dal cuore e affiora alle labbra come il nome della nostra Madre celeste. Come un figlio alza gli occhi al viso della mamma e, vedendolo sorridente, dimentica ogni paura e ogni dolore, così noi, volgendo lo sguardo a Maria, riconosciamo in lei il ‘sorriso di Dio’, il riflesso immacolato della luce divina, ritroviamo in lei nuova speranza pur in mezzo ai problemi e ai drammi del mondo”.

“La tua Bellezza – Tota Pulchra, cantiamo quest’oggi – ci assicura che è possibile la vittoria dell’amore; anzi, che è certa; ci assicura che la grazia è più forte del peccato, e dunque è possibile il riscatto da qualunque schiavitù”

“Sì, o Maria – ha concluso –  tu ci aiuti a credere con più fiducia nel bene, a scommettere sulla gratuità, sul servizio, sulla non violenza, sulla forza della verità; ci incoraggi a rimanere svegli, a non cedere alla tentazione di facili evasioni, ad affrontare la realtà, coi suoi problemi, con coraggio e responsabilità. Così hai fatto tu, giovane donna, chiamata a rischiare tutto sulla Parola del Signore. Sii madre amorevole per i nostri giovani, perché abbiano il coraggio di essere “sentinelle del mattino”, e dona questa virtù a tutti i cristiani, perché siano anima del mondo in questa non facile stagione della storia. Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre nostra, Salus Populi Romani, prega per noi!”

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