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Alla grotta di #Lourdes uno scenario da brivido

«Il piazzale della Grotta, il santuario, i percorsi dei pellegrini, tutto un vuoto che richiama quei sentimenti che, muti, li hanno da sempre animati. Un’esperienza che mette i brividi, uno scenario uguale a quello di sere fa, con la figura di Papa Francesco nella sua celebrazione solitaria in piazza San Pietro». Così al telefono Alessandro de Franciscis: da undici anni è presidente dell’ufficio dell’accertamento medico dei prodigi di guarigione da malattie.

A Lourdes fu chiamato dal vescovo di Tarbes, per la prima volta un medico non di nazionalità francese a certificare miracoli e, da allora, il pediatra casertano che aveva frequentato le corsie del policlinico universitario di Napoli, dell’ospedale di Caserta e a Boston aveva conseguito il master in scienze epidemiologiche, vive in permanenza nella cittadina pirenaica che da oltre 40 anni ha frequentato come barelliere dell’Unitalsi sui treni bianchi di malati e pellegrini.

L’epidemia, come vive la malinconia di questa esperienza?

«Come tutti in Francia, in Italia e in quasi tutto il mondo. Chiuso in casa, i carteggi per il rinvio dei pellegrinaggi, lo studio di cartelle cliniche, guarigioni per intercessioni della Madonna, dichiarazioni che grondano gratitudine e fede. Gli ultimi pellegrinaggi li avevamo scaglionati a gruppi di non più di cento persone, si era alla metà di marzo, poi dal giorno 16 la chiusura delle piscine per intuibili motivi precauzionali, dal giorno seguente le disposizioni governative di chiusura totale e da qui una nuova, esaltante esperienza».

Quale?

«A cura dei sacerdoti cappellani che risiedono accanto alla Grotta è scattata una maratona di preghiera ininterrotta, va dalle 8 alle 20, il Rosario nelle varie lingue, un filo diretto tra la Madonna e i fedeli ininterrotto, va in onda sul sito del santuario e nelle televisioni collegate».

Da medico-giudice delle pratiche, nelle sue giornate da recluso ci sono anche funzioni ancora tipiche della sua professione?

«Sì, con il lavoro a distanza, il telelavoro che in Italia chissà perché si chiama all’inglese, abbiamo messo a disposizione della prefettura circondariale alcuni reparti nella residenza che ospita gli ammalati pellegrini. Si tratta di 800 posti destinati agli asintomatici di coronavirus per sgravare i pronto soccorso degli ospedali viciniori».

Da quanto tempo manca da Caserta?

«Dalle scorse festività di Natale e avevo già prenotato il viaggio per la settimana di Pasqua, tutto annullato e continueranno i contatti soltanto telefonici con le mie sorelle Elisabetta e Minda. I contatti con tanti amici di Caserta e della provincia non mancano. L’ultimo gruppo di concittadini venuti a Lourdes comprendeva Giampaolo e Nicoletta Iaselli, il collega medico Antonio Citarella, Enzo D’Amore, già consigliere regionale, con la famiglia. In queste occasioni si rafforzano amicizie e tutti si fanno portatori dei miei saluti a tanti casertani che non dimentico».

Lei, medico pediatra e ricercatore epidemiologico, è stato anche deputato al parlamento, consigliere comunale del capoluogo, presidente della Provincia. Quali considerazioni ha maturato in questi giorni flagellati dal virus?

«Ho una mia classifica: al primo posto, il massimo sostegno e considerazione e supporti da offrire agli operatori sanitari di ogni ruolo. Restare in casa è una terapia preventiva per tutelare la propria salute e non gravare gli ospedali. Poi, evitare visite agli anziani, far sentire loro la propria vicinanza in maniera diversa, telefonando. Ancora: ricordare che la prevenzione si attua con le vaccinazioni, basta con le contestazioni a queste pratiche, che si pensi alla poliomielite, al vaiolo e altri mali. Se come si spera sarà individuato il vaccino per il flagello di oggi, siano tutti obbligati a farlo».

E che fine ha fatto il De Franciscis ex parlamentare?

«Da ripensare il dettato costituzionale sulla tutela della salute. È possibile parlare ancora di attività concorrente fra Stato e Regioni? La salute ha un solo confine, non quanti sono le regioni».

Franco Trontoli per IL MATTINO –  6 Aprile 2020 

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