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Alle sorgenti della vita

Oltre 700 fedeli delle parrocchie romane hanno pregato nei luoghi dove la Vergine è apparsa a Bernadette, guidati dal cardinale Vallini. Per la prima volta hanno partecipato anche 200 giovani

di Nicolò Maria Iannello

Pregare o chiedere una guarigione. Ringraziare o ritrovare la fede. Sono alcune delle ragioni che hanno spinto oltre 700 fedeli romani a partecipare alla cinquantacinquesima edizione del pellegrinaggio diocesano a Lourdes, dal 27 al 31 agosto, organizzato dall’Opera romana pellegrinaggi (Orp). Un cammino che, come di consueto, si è unito a quello nazionale e ha portato in tutto circa 1.500 pellegrini italiani, guidati dal cardinale vicario Agostino Vallini, nei luoghi dove la Vergine Maria è apparsa a Bernadette per diciotto volte, dall’11 febbraio al 16 luglio del 1858. E quest’anno per la prima volta al pellegrinaggio delle parrocchie romane si è affiancato quello di circa duecento giovani della Capitale che, grazie alla collaborazione tra Orp e Servizio diocesano per la pastorale giovanile, hanno vissuto un particolare percorso spirituale sulle orme della giovane Bernadette Soubirous.

Ad accompagnare il cardinale vicario nella meditazione sul tema pastorale scelto dal santuario – “Pregare il Rosario con Bernadette”, che conclude il percorso triennale dedicato alla preghiera iniziato nel 2010 – c’erano il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria oltre che vescovo incaricato del Centro diocesano per la pastorale sanitaria, e il vescovo ausiliare per il settore nord, monsignor Guerino Di Tora. Dopo il saluto alla grotta di Massabielle, luogo delle apparizioni, nell’omelia della Messa di lunedì 27 il cardinale Vallini ha spiegato il senso del pellegrinaggio: «Lourdes è un’occasione per andare alle sorgenti della vita, soprattutto in tempi come questi in cui vivere è faticoso ed è difficile avere delle relazioni autentiche». Anche nelle famiglie, ha precisato il porporato, «ci sono parecchie difficoltà»; quindi ha ricordato che «la famiglia si sgretola tutte le volte in cui l’amore non è oblazione ma coincide con la ricerca del proprio benessere».

In questo senso «bisogna guardare alla Vergine che, pur avendo attraversato momenti difficili, ha vissuto per il bene della famiglia, sapendo che il dolore rientra nel piano di salvezza». D’altronde «il dolore non è un incidente nella vita ma un suo ingrediente, che possiamo scegliere di affrontare in tanti modi», ha osservato il cardinale in occasione della Via crucis che si è svolta martedì 28 in un percorso verdeggiante nel cuore dei Pirenei. «Il mistero della sofferenza può essere accettato – ha spiegato il porporato – o ad esso ci possiamo ribellare». Ma imparando da Gesù «possiamo fare del dolore una via di santità». Di questo è testimone «il beato Giovanni Paolo II, maestro di vita umana, che ha vissuto il dolore come risurrezione».

Famiglia, amore e la dinamica “morte-vita” sono i temi centrali del pellegrinaggio, che i fedeli hanno potuto approfondire anche attraverso la visita dei luoghi di Bernadette: dalla casa dove è nata, il Mulino di Boly, al Cachot, il tugurio dove la santa ha vissuto con i suoi genitori in seguito al fallimento dell’attività del padre, un mugnaio di Lourdes. Sono state molte, inoltre, le occasioni che hanno permesso ai pellegrini di confrontarsi con la realtà del dolore ma anche con la solidarietà e con tante testimonianze di fede, come la fiaccolata di martedì sera cui hanno partecipato gli ammalati o la processione eucaristica sull’Esplanade di mercoledì 29 e la Messa internazionale nella basilica di San Pio X, presieduta dal cardinale vicario, cui hanno partecipato circa ventimila fedeli da tutto il mondo.

Giovedì 30, poi, la tradizionale celebrazione eucaristica presso la grotta delle apparizioni, durante la quale il cardinale vicario ha esortato i pellegrini a riflettere sulla propria fede, guardando all’esempio della Vergine: «Seppur turbata all’annuncio dell’angelo, Maria si è fidata di Dio, dandogli il suo “sì” perenne». Perché la fede, ha aggiunto, «non è un sentimento, ma una risposta a Dio che ci parla». Ed è per questo che, nella Messa conclusiva di venerdì 31 nella basilica del Rosario, il porporato ha evidenziato l’importanza di scegliere «da che parte vivere la nostra vita al ritorno da Lourdes»: o «secondo la logica dell’apparire o a fianco del Signore, decidendo di essere come il chicco di grano che ha portato frutto solo morendo».

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