Cronaca di un'apparizione annunciata
E’ assai interessante il palinsesto della serata di Rai Uno, di Lunedì 8 Dicembre. Il primo canale della televisione di Stato propone il film “Lourdes” e in seguito il consueto appuntamento con “Porta a Porta” di Bruno Vespa, con uno speciale. E’ il giorno che celebra l’Immacolata Concezione, la quale, si ricorda, stabilisce (secondo la bolla papale del 1854 da parte di Pio IX) l’assenza del peccato originale della Vergine Maria, fin dal primo istante del concepimento.
La puntata è incentrata sul tema della preghiera, della conversione, della figura della Madonna. Delle figure anzi, perché di Madonna sembra essercene più di una, dato che si venera non solo quella di Lourdes, ma anche quella di Medjugorje, di Fatima, di Loreto, di Guadalupe, di Civitavecchia, ecc…
“Porta a Porta” si apre direttamente con un servizio da Medjugorje, durante il quale viene intervistata la “veggente” Vicka Ivanković, una delle sei persone a cui sarebbe apparsa la Vergine Maria dal 24 Giugno 1981 (non “il”, ma “dal”, quindi più apparizioni dal 1981 ad oggi), e che sarebbe depositaria di nove segreti (altri “veggenti” ne conoscerebbero dieci). Tali segreti sarebbero rivelati poi a un frate cappuccino del luogo, dieci giorni prima che gli eventi si verifichino.
Significativa è una delle domande della giornalista della Rai: “Quanto dura un’apparizione della Madonna?”. Se volete saperlo, Vicka risponde che è un tempo variabile dai cinque ai quindici minuti. Ma non è oggetto di questo articolo soffermarsi circa la natura e la presunta veridicità dell’apparizione, quanto sul modo in cui vengono affrontati gli argomenti durante la trasmissione. Oltretutto, tali cose sarebbero inutili da spiegare, sono quei misteri, affermava Voltaire, “cui si crede per fede, e la fede consiste nel credere a ciò cui la ragione non crede, il che è un altro miracolo”.
Terminato il servizio, tra i primi ospiti a intervenire è Claudia Koll, nota attrice di film del regista Tinto Brass, e subito dopo lo scrittore cattolico Vittorio Messori, onnipresente in programmi a contenuto religioso. Quest’ultimo, chiamato a esprimersi circa la veridicità delle apparizioni, non si pronuncia né a favore né a sfavore, ma citando dalla Bibbia la frase “l’albero si vede dai suoi frutti”, sostiene (e riporto letteralmente) che le persone che ha incontrato a Medjugorje possiedono una “spiritualità non peggiorata”. E ci mancherebbe altro!
E’ opportuno poi sottolineare l’intervento del vaticanista del Giornale, Andrea Tornielli, il quale afferma che dei vari segreti, si vocifera che il terzo sia una buona notizia mentre il settimo presagisca un avvenimento negativo che (e anche qui riporto letteralmente) “solo la preghiera è riuscita ad attenuarne la portata”. Cose dell’altro mondo verrebbe da dire! Tanto che, se volessimo essere un poco calcolatori, si potrebbe pensare che poiché il primo evento ancora non si è verificato, c’è ancora del tempo per pregare ancora e annullare completamente l’effetto del settimo!
Il filosofo e sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, il quale dovrebbe teoricamente rappresentare il punto di vista laico, afferma che sulle apparizioni nulla si può dire, mentre “la conversione è un dato di fatto”. E la dose è rincarata dalla scrittrice Alessandra Borghese, la quale sostiene con forza che “la conversione è la prova che Dio esiste”! Inutile aggiungere che tali mutamenti interiori, per quanto possano essere sinceri e profondi, sono assolutamente personali, e nulla ci dicono circa l’esistenza di Dio.
Ulteriori servizi su apparizioni, tra i quali quella della “Madonna delle tre fontane” raccontata in prima persona da un certo Bruno Cornacchiola, ora scomparso, arricchiscono il programma. E a seguire le consuete testimonianze di persone che dopo il pellegrinaggio a Lourdes si dichiarano “guarite interiormente”. Una ragazza costretta sulla carrozzina afferma di essere tornata serena e in pace con Dio, e aggiunge addirittura che non vorrebbe nemmeno riprendere a camminare. E’ veramente lodevole la forza e il coraggio di queste persone, ma è difficile sostenere l’idea secondo cui “quando soffriamo è segno che Gesù ci è vicino”. Queste sono le parole di Madre Teresa di Calcutta, ma è naturale domandarsi se tale concetto sia davvero condivisibile e quanto la sofferenza e il dolore siano un male necessario.
E come in ogni “Porta a Porta” che si rispetti non poteva mancare il sondaggio ad opera di Renato Mannheimer relativa a “che tipo di persone prega”. Ora, al di là del fatto che non ci si può pronunciare sull’affidabilità del campione statistico utilizzato per tale intervista, è interessante osservare il tentativo del conduttore Bruno Vespa di far crescere la percentuale di coloro che pregano (mai poi in cosa? La domanda non sarà un tantino vaga e generica?), passando da un 80% a un 87%, inserendo anche coloro che “credono in un Dio, ma non in una religione”. E’ infatti assai improbabile che un deista che non si riconosce in alcun credo rivelato possa ricorrere alla preghiera, almeno così come viene intesa comunemente. Molto più probabilmente è la posizione di chi, come Einstein, non crede in un Dio personale, e il sentimento religioso altro non è che la “sconfinata ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare”.
L’inutile disquisizione finale volta a raccontare la presunta conversione in punto di morte di Antonio Gramsci, non fa che confermare come la puntata di “Porta a Porta” si svolga a senso unico, un dibattito senza volontà di dialogo. Ma d’altronde le tematiche religiose care alle Chiesa hanno la naturale “vocazione” ad essere solamente accettate, e non discusse, anche se sarebbe il caso che si incominci a non rispettare tali dogmi, specialmente se vengono enunciati in un programma della televisione di uno Stato, costituzionalmente laico. Ma in questo caso, scripta volant.
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