E non vi sarà più notte
Cari amici,
Come ogni anno, a Pasqua e a Natale, il “Faustino” porge gli auguri ai suoi lettori con una riflessione poetica. Roberto Allegri, giornalista, scrittore, poeta, e collaboratore del “Faustino” fin dal primo numero, scrive per i lettori una poesia. Consuetudine che è sempre stata molto apprezzata in quanto gli scritti di Roberto Allegri, pur trattando contenuti di elevata ispirazione, sono chiari e appassionati.
Anche quest’anno, la poesia di Pasqua è arrivata puntuale. E, a mio avviso si presenta ancor più impegnata di quelle degli anni passati.
In questi suoi versi, Roberto parla del buio e della luce. Pasqua come vittoria della luce sulle tenebre. Raffigurazione di Gesù che vince il Male e la Morte.
La prima parte della composizione, ritrae la notte prima dell’alba. La notte è vista come un fatto negativo, una rappresentazione della morte, una realtà che poi viene completamente sconfitta dalla luce, cioè dalla Risurrezione.
In genere, nella composizioni poetiche l’alba è ritratta come un momento romantico, di dolce attesa. Roberto, invece, ha voluto presentarla come un momento drammatico, quasi una guerra tra buio e luce. La notte cerca di restare aggrappata alla terra con le unghie, ma, poco a poco, inevitabilmente inizia a sfilacciarsi, e finisce per essere completamente disintegrata. Gli uccelli, che all’alba cantano moltissimo, assistono all’evento. E il loro canto può essere anche inteso come un coro di angeli – il coro alato – che saluta il ritorno di Cristo.
E poi, all’improvviso, da Oriente – da est dove sorge il sole, e dove si trova la Palestina – arriva la luce. Prima è tenue, procede quasi in punta di piedi. Versi belli, musicali, su un ritmo di gioia crescente, come in una ballata. Poi la luce esplode e incendia tutto.
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