“La più grande vittoria del Diavolo è farci credere che non esiste”.
Per anni padre Amorth ha ripetuto queste parole mettendo in guardia la modernità che ha ucciso da tempo Dio e il suo Nemico. In quest’ultimo libro – alla cui stesura ha riservato speciale dedizione – il celebre esorcista riassume tutto il suo pensiero, tracciando un identikit di straordinaria efficacia per riconoscere e stanare il Maligno che s’insinua in noi e intorno a noi. Un’inchiesta che documenta tanti casi recenti di possessione e di macchinazione satanica in luoghi insospettabili della società contemporanea.
Chi è il Demonio? Come agisce nel mondo? Ma soprattutto dove si nasconde ai nostri giorni? Come arriva a possedere un’anima e cosa accade quando una persona viene posseduta?
Maghi, indovini, negromanti, occultisti sono i torbidi protagonisti di tante storie, ma ci sono anche madri di famiglia, adolescenti, professionisti inappuntabili, uomini di Chiesa e di potere. Indicando tutte le tecniche per difendersi e difendere i propri familiari, l’autore fornisce molti indizi per capire se una persona sta precipitando nel baratro di Satana e dei satanisti.
Un capitolo scottante è dedicato alla Chiesa: la battaglia fra il bene e il male sarà durissima, ma la vittoria finale di Cristo aprirà un tempo nuovo in cui il Principe delle Tenebre sarà sconfitto.
Il diavolo sicuramente, c’è poco da dubitare e niente di che scegliere: o con Cristo o col Demonio, tertium non datur alla faccia del melting pot religioso, delle credenze fai da te (buddista & cattolico, Sai Baba e Gesù, reincarnazione e vita eterna).
Sotto questo aspetto anche papa Bergoglio è stato perentorio:
“Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Leon Bloy: ‘Chi non prega il Signore, prega il diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio”.
Un modo come un altro per scomodare il cavallo di battaglia di Padre Amorth, il “re” degli esorcisti (e dei bestseller sul tema) come Stephen King lo è del romanzo horror:
“L’uomo è diventato il dio di se stesso, esattamente ciò che vuole il Demonio”
denuncia a pagina 90 del suo nuovo trattato di demonologia per le masse uscito da pochissimo per Piemme (“Il Diavolo. Un’inchiesta contemporanea”). Personalmente non ci metterei la mano sul fuoco, ma condivido in pieno il tono sentenziale. Basta guardarsi intorno: se questi sono i risultati della morte di Dio (e del Diavolo con lui), di una secolarizzazione che fa rima con alienazione (assiologica, teleologica) era sicuramente meglio quando si stava “peggio” e il timore di Dio serviva se non altro da deterrente all’accidia nichilista e al mal de vivre senza significati che ci avvince più o meno come l’edera di nillapizziana memoria.
In fatto di trascendenza convivo (benino, in verità) coi dubbi plurimi, ma non ho livore verso chi crede, e se proprio devo scegliere tra l’afasico-tipo del terzo millennio e il giovane che in piazza San Pietro sventola la bandierina del Vaticano, state pur certi che sto con quest’ultimo. Alle libertà/felicità obbligatorie e alle orecchie sempre più incapaci di intendere preferisco le voci residuali di coloro che gridano nel deserto, compresa quella di Amorth: la perdita di slanci ideali coincide con la perdita della quintessenza umana, c’è poco da discutere. “Fatti non foste a viver come bruti” ha scritto qualcuno e per me rimangono parole sante, scolpite nella pietra.
Perdonatemi la divagazione perché molto probabilmente era del diavolo che volevate sentirvi parlare fino in fondo (niente da fare, l’argomento “tira”, da che mondo è mondo), ma se è così non avete che da scapicollarvi in libreria e chiedere di questo nuovo libro di Padre Amorth che ne parla benissimo (cioè malissimo, del Diavolo intendo): una specie di compendio che racchiude (e teorizza) tutto ciò che l’ultimo esorcista conosce – a menadito – sull’argomento (cos’è il demonio, in che maniera opera sul mondo, come e in che modo arriva a possedere una persona, come lo si combatte), postulati e corollari sui quale non entro nel merito.
Trattandosi di una segnalazione libraria ciò che mi preme dirvi in questa sede è che ho trovato “Il diavolo” un saggio misurato, sincero, sul quale riflettere (possibilmente) e al quale accostarsi senza pregiudizi (lo dico soprattutto per i lettori “posseduti” da furori anticlericali), e questo a prescindere da come uno la pensi sulle cose dell’altro mondo e pure di questo. Un aspetto mi pare, inoltre, fuori discussione: quello della buona fede di Amorth relativamente alle questioni sollevate. In altre parole, Gabriele Amorth fa quello che fa (il prete esorcista) e scrive quello che scrive, perché mosso da convinzioni autentiche, perché “ci crede” (mi pare un merito non da poco, un’adesione a un principio che merita se non altro rispetto): ho visto di recente in televisione due tipi satireggiare tra le righe sulle sue dichiarazioni e non mi è sembrato affatto un bel vedere. Il libro esce in formato maneggevole e a un prezzo abbordabile (12 euro): vale la pena leggerlo.
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