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Il sogno di Giulia a #Lourdes

PELLEGRINAGGIO DEI PICCOLI. IL SOGNO DI GIULIA E LA GIOIA DEI VOLONTARI UNITALSI

“C’era una volta… ma anche oggi” è il tema del Pellegrinaggio Nazionale dei bimbi a Lourdes voluto e organizzato dall’Unitalsi per permettere ai bambini di scoprire il messaggio di Lourdes attraverso la favola di Pinocchio e con gli occhi di Bernadette.

Nei giorni scorsi, in cinquecento, bimbi – molti dei quali ammalati, genitori, accompagnatori e volontari hanno raggiunto la cittadina francese spostandosi con due treni che, partendo da Reggio Calabria e da Bari, hanno percorso rispettivamente la dorsale tirrenica e quella adriatica per ricongiungersi a Savona e raggiungere, così, insieme la cittadina francese.

Tra i tanti pellegrini presenti a Lourdes nei giorni scorsi anche i partecipanti a questo pellegrinaggio, facilmente riconoscibili dai colori delle loro felpe: verde per i bimbi, giallo per genitori e accompagnatori, rosso per i volontari per indicare le tre virtù teologali, rispettivamente speranza, fede e carità.

Tra momenti di preghiera, giochi, scoperta dei luoghi di Bernadette, si è giunti all’appuntamento con l’adorazione e la benedizione eucaristica, tra i più attesi del pellegrinaggio. Nella basilica sotterranea di Pio X, tra i bimbi in attesa della benedizione di Gesù, c’è anche Giulia, una bimba di 7 anni, di Bologna, che con la sua carrozzina, come tutte le sue coetanee va a scuola, le piace giocare, passeggiare, suonare la pianola, ma deve essere costantemente attaccata, ventiquattro ore su ventiquattro, a diversi macchinari che le consentono di respirare e nutrirsi. Da tempo Monica e Voitec, suoi genitori, pensavano di accompagnare Giulia a Lourdes, ma il loro desiderio sembrava destinato a restare un sogno proprio per le difficoltà al viaggio della piccola. Il pellegrinaggio dei piccoli ha riacceso la speranza e da subito l’Unitalsi si è attivata per permettere a Giulia di spostarsi con tutto quello di cui ha bisogno.

Dopo giorni di preparazione e di attesa giunge, finalmente, il giorno della partenza.

Un pullmino preleva Giulia da casa per accompagnarla in stazione con i genitori, i macchinari, i bagagli, i giochi. Quando il treno giunge alla stazione di Bologna, Giulia è già lì in attesa con i genitori e la sua dottoressa che l’accompagnerà per tutto il pellegrinaggio. All’apertura della porta della carrozza Giulia è accolta dal sorriso di alcuni volontari. Seduta sulla sua carrozzina. con il sollevatore viene fatta salire in treno. Ci passa appena appena dalla porta della carrozza, ma il corridoio per raggiungere il primo scompartimento è stretto e impedisce il passaggio della carrozzina. Dopo qualche attimo di riflessione, ecco la soluzione. Si smonta parte della carrozzina, Giulia viene portata nello scompartimento e viene adagiata sul sedile, che diventa così il suo lettino. Sembra fatta.

Si provvede subito ad attaccare il respiratore alla presa dello scompartimento, ma ecco una nuova difficoltà: la corrente non è sufficiente. Ancora un momento… Senza perdersi d’animo, si collega un cavo direttamente al quadro elettrico della carrozza, ma questo tentativo non dà i risultati sperati. La macchina sembra avviarsi, ma dopo pochi attimi si spegne, la corrente non è sufficiente. Senza perdersi d’animo, si fanno più tentativi, ma niente… Non ci si abbatte, desiderosi di realizzare il sogno di Giulia. Qualche altro momento per comprendere le cause e si parte con un ulteriore tentativo utilizzando una prolunga speciale, presente tra la diversa attrezzatura preventivamente preparata, ipotizzando le diverse situazioni ed evenienze. Arriva corrente e i macchinari funzionano! Il treno, dopo una sosta di quasi un’ora. può ripartire con Giulia. Il silenzio della notte è rotto dal “bip-bip” che di tanto in tanto riecheggia nella carrozza, segno che i macchinari stanno funzionando e che tutto procede regolarmente.

Insieme agli altri bimbi, Giulia vive il suo pellegrinaggio a Lourdes e lì in prima fila a Pio X in preghiera. Ecco il momento tanto atteso. Gesù si ferma davanti a Giulia e la benedice, mentre sul volto dei tanti volontari che hanno permesso quest’incontro scende una lacrima di gioia. Proprio come nell’episodio accaduto a Cafarnao, quando pur di portare un paralitico ai piedi di Gesù i portatori non si fermano davanti agli ostacoli e addirittura lo calano dal tetto, dopo averlo scoperchiato, così è avvenuto per Giulia e come per l’episodio di Cafarnao. Non importa conoscere i nomi dei volontari che hanno permesso di superare, di volta in volta, le difficoltà, perché quello che conta è la loro fede, che ha permesso di andare oltre gli ostacoli per permettere questo incontro.

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