#Lourdes Conclusa plenaria vescovi francesi
Mons. de Moulins-Beaufort, “abbiamo chiesto al Papa di venire in nostro aiuto, mandando qualcuno di sua fiducia”
“Tutte le risoluzioni che abbiamo votato costituiscono un vasto programma di rinnovamento delle nostre pratiche di governo a livello di diocesi e a livello di Chiesa in Francia. Trasmetteremo al Santo Padre, dopo averle rielaborate, le raccomandazioni della Ciase che riguardano la Chiesa universale. Abbiamo deciso insieme di chiedere al Papa, poiché siamo stati nominati da lui, di venire in nostro aiuto, mandando qualcuno di sua fiducia a discutere con noi il modo in cui abbiamo trattato e trattiamo le vittime e i loro aggressori”. È “il punto” forte del discorso tenuto dal presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Éric de Moulins-Beaufort, a chiusura questa mattina dell’assemblea plenaria dei vescovi francesi a Lourdes che ha posto al centro delle discussioni – fatte insieme anche alle persone vittime – gli abusi commessi nella Chiesa di Francia. Ad un mese dalla pubblicazione del rapporto choc, i 120 vescovi cattolici riuniti a Lourdes hanno discusso una serie di misure per combattere la criminalità infantile nella Chiesa. “Siamo stati obbligati a riconoscere che la nostra Chiesa è un luogo di gravi crimini, di attacchi spaventosi alla vita e all’integrità di bambini e adulti. Questo non può essere”, ha detto oggi il presidente dei vescovi francesi. Ciò che la Commissione Ciase ha descritto nel suo Rapporto “non è la nostra Chiesa. Non siamo diventati sacerdoti per prendere parte, anche nostro malgrado, ad atti omicidi. Non siamo cristiani per mantenere in vita un organismo pericoloso per gli altri. La nostra reazione come vescovi è stata dunque: questo male commesso, questo male esistente, dobbiamo assumerlo. Dobbiamo assumerlo per liberare chi ne ha sofferto e per liberarne la Chiesa perché possa essere quella di Gesù di Nazareth”. Venerdì scorso, mons. de Moulins-Beaufort ha personalmente annunciato alla stampa la decisione presa dai vescovi di riconoscere la “responsabilità istituzionale” della Chiesa per gli abusi commessi dai preti e in ambito religioso. Una decisione che è stata definita necessaria per “intraprendere un percorso di riconoscimento e riparazione” e per aprire alle vittime una possibilità di “mediazione e risarcimento”.
“Lo abbiamo fatto – ha spiegato oggi il presidente dei vescovi – “per quello che la Ciase ci ha posto davanti”; “lo abbiamo fatto perché i fedeli, immersi nella vergogna, l’aspettavano da noi” ma “lo abbiamo fatto soprattutto perché abbiamo sentito lo sguardo di Dio su noi”. “Lo abbiamo fatto pensando a ciascuno di quei bambini, ragazzini, bambine, adolescenti, che piangono in segreto nel profondo della loro anima e fino all’ultimo giorno della loro vita”. La decisione di venerdì e le misure adottate al termine dell’assemblea “segnano un passo decisivo”. Sono frutto del lavoro di tante persone che si sono unite in questi giorni a Lourdes con i vescovi. “Va anche detto – confida de Moulins-Beaufort – che abbiamo ricevuto un grande impulso dal Santo Padre durante le nostre visite ad limina, impulso rafforzato dalle nostre celebrazioni presso la tomba degli Apostoli che ci hanno rimesso al centro della nostra missione”. Sono stati giorni di “scambi fitti e intensi”, anche se brevi. “L’orario di lavoro comune è stato vincolato dal tempo, schiacciato dalla massa di questioni da prendere in considerazione: le 45 raccomandazioni contenute nel Rapporto della Ciase. Tra tutte la domanda: “perché tanti abusi e violenze sessuali nella Chiesa cattolica?”. A Lourdes, i vescovi hanno deciso di “costituire una serie di gruppi di lavoro per riflettere su diversi aspetti del nostro governo diocesano o nazionale e per farci proposte”. “Questi gruppi saranno guidati da un laico, composto da membri del popolo di Dio provenienti da diversi stati di vita”. Un processo che coinciderà con il cammino sinodale in cui è impegnata l’intera Chiesa cattolica. In Francia, questo percorso comincia con lo “shock del rapporto CIASE ed è costretta a guardare al suo lato oscuro”. “Ci sembra provvidenziale”, dice mons. de Moulins-Beaufort. “La misericordia di Dio mette a nudo quella che è la nostra vergogna ma ci permette anche di essere liberati, forse un giorno guariti, indicandosi un percorso di guarigione”.
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