#Lourdes Educare servendo i malati
I 30 anni dei "Foulard bianchi" di don Peppe Diana: Educare servendo i malati
Il pellegrinaggio concluso il 5 agosto ha coinvolto 40 infermi e disabili, 150 scout, 6 sacerdoti e 4 seminaristi. Il prete anticamora nel 1993 fondò anche in Italia l’opera nata in Francia nel 1926
Trent’anni di volontariato nei pellegrinaggi a Lourdes. Come servizio ai malati e ai disabili e – allo stesso tempo – come scuola di vita e di fede per l’educazione dei giovani impegnati nello scoutismo. Il viaggio dal Mezzogiorno al santuario francese – che si è concluso sabato scorso – è stato il modo più vero per celebrare “sul campo” il 30° anniversario di attività dell’Opera Pellegrinaggi Foulards Bianchi, fondata in Italia nel 1993 dal compianto sacerdote antimafia don Peppe Diana, ucciso un anno dopo a Casal Di Principe (Ce) per il suo impegno contro la criminalità organizzata.
Stavolta sono stati oltre 300 i pellegrini, tra i quali 150 scout, 40 tra malati e diversamente abili, 6 sacerdoti e 4 seminaristi provenienti da tutta Italia, partiti alla volta di Lourdes sopratutto dal centro-sud, principalmente in treno da Reggio Calabria, ma anche con un pullman e alcuni in aereo. «In 30 anni abbiamo accompagnato oltre 18 mila persone, di cui almeno la metà giovani scout, proprio come era il sogno di don Peppe Diana», spiega Antonio Maresca, direttore della onlus. Perché sono proprio i giovani il centro delle attività formative ed educative che ripercorrono la storia di Lourdes e i passi di Santa Bernadette Soubirous, nello spirito tipico dei Foulards Bianchi.
I Foulards Bianchi nascono nel 1926 grazie a Eduard de Macedo, Commissario Generale degli Scouts de France, per riunire i molti scout che arrivavano, e spesso tornavano, a fare volontariato a Lourdes. Dalle lenzuola dismesse dai vari ospedali arrivò la stoffa con cui furono confezionati i primi fazzolettoni, da cui poi il nome. Dopo molti anni, nel 1993, «arrivò l’intuizione di don Peppe Diana che è tuttora la particolarità del pellegrinaggio dell’Opfb – spiega sempre Maresca – ovvero quello di creare un pellegrinaggio al cui interno ci fosse l’esperienza formativa del cosiddetto “treno-scuola” rivolto a rover e scolte delle varie associazioni scoutistiche».
«Tra i clan scout presenti quest’anno, ragazzi e ragazze dai 16 ai 21 anni – racconta Natale Di Bartolo, presidente dell’Opera – c’erano quelli provenienti da San Giovanni la Punta e Belpasso, in provincia di Catania, il gruppo Salerno 3, da Carmiano in provincia di Lecce, da Pesaro, da Fagnano Castello e Rossano Calabro in provincia di Cosenza e da Genzano in provincia di Roma». Spiega don Maurizio Stefanutti, assistente ecclesiastico nazionale dell’Opfb: «L’intuizione di don Peppe Diana non era e non è rivolta solo nel fare pellegrinaggi, ma attraverso questi momenti, soprattutto a Lourdes, fare esperienza viva del servizio verso i fratelli e le sorelle che sono nel bisogno e insieme fare anche un’esperienza di fede concreta, ripartendo dalle fondamenta delle Chiesa. Proprio le fondamenta della nostra fede – prosegue l’assistente ecclesiastico – sono il fulcro del tema pastorale di quest’anno proposto da Santuario, “Che si costruisca qui una cappella”, ovvero il messaggio che la Vergine diede a Bernadette durante la 13esima apparizione».
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