#Lourdes La testimonianza di Elisabetta
TESTIMONIANZE | Elisabetta: “Grazie a Lourdes ho accettato la malattia di mio figlio e mi sono convertita.”
Lei lo definisce insieme di ricordi e riflessioni scritto in maniera disordinata. In questo lungo scritto, infatti, Elisabetta si racconta a tutto tondo: dalla sua infanzia, passando per suo figlio e arrivando alla propria conversione.
“Provo a scrivere alcuni ricordi e delle riflessioni. Tento scrivendo qualcosa, forse anche in modo disordinato. Perché non farlo elaborando e raccontando la mia stessa vita? Ho tante cose da menzionare a cominciare dalla mia infanzia.
Ricordo come era “bella e spensierata”. Vivevo in una casa che assomigliava a quella della “casa del mulino bianco”. La ricordo sempre circondata dai miei animali: gattini, cagnolini, conigli, pulcini, papere, uccellini; come era bello osservarli e curarli. Il primo regalo che mi è rimasto impresso, fu donato dalla mia nonna paterna. Un libro illustrato per bambini: “La Bibbia”. Questo incontro di conoscenza con la lettura, per me è stato bellissimo. Consiglierei a tutti nonni di fare un regalo così ai nipoti, ê un ottimo regalo istruttivo.
Crescendo, sentii parlare di una Mamma che mise al mondo un bimbo di nome Gesù.
Mi appassionai a questa idea, volevo sapere e conoscere la verità. Mi affezionai a questa Mamma.
Leggendo alcuni libri religiosi lessi che questa Mamma era apparsa in diverse località sparse per il mondo. Così scoprii anche l’apparizione della Madonna alla Grotta di Lourdes, in Francia.
Sentii da subito il desiderio di andare a trovarla e pregare Lei, la nostra Mamma nella Grotta di Massabielle. Questo desiderio cresceva giorno per giorno, anche perché mi rendevo conto della sua reale lontananza. Se chiudevo gli occhi e ripensavo alla mia infanzia la sentivo molto più vicina.
Pensando a Lei, la consideravo come un’amica del cuore, una Mamma, anche se qui sulla terra la mamma l’avevo ed era vivente; solo che la mia mamma terrena lavorava tantissimo e non era presente.
Sentivo la sua presenza e compagnia nella mia solitudine, anche se avevo vicini tutti i miei animaletti, che spesse volte mi piaceva portare a casa.
Eppure la mia solitudine prendeva campo, sia con la presenza dei miei amici animaletti, sia con la presenza dei miei fratelli e delle amichette che mi cercavano per giocare insieme.
Crescendo, ed anche da adulta, ho sempre sentito il bisogno di parlare con la S. Vergine, per me era di conforto in ogni momento della giornata; anche camminando le parlavo e le chiedevo di starmi accanto, volevo sentirla vicina, volevo sentirmi protetta da Lei.
Le ho chiesto amore, lavoro, serenità. Trasferitami in Italia, con la mia famiglia d’origine, da un paese lontano oltreoceano, ho continuato a parlarle non meno di quanto avessi fatto prima, chiedendole anche di suggerirmi le cose giuste e corrette da svolgere nel continuo della mia vita. A pensarci bene, non le ho mai chiesto di donarmi la salute fisica, anche se oggi questo problema, quello della salute, mi assilla molto quotidianamente.
Mi sono creata una famiglia, ho un bellissimo bambino (così lo definisco io), anche se è cresciuto ed è un ragazzo maggiorenne da qualche mese, ma sempre il mio amatissimo bambino! Il mio piccolo dono d’amore, bisognoso di cure e di tantissimo amore!
Il mio “piccolo” Pier, mi ha molto cambiata: adesso dò solo valore alle cose importanti e non alle cose futili, ho perso il desiderio di avere o desiderare cose che non potrei mai arrivare ad avere
Ho detto un “SI” definitivo a valori come l’amore, la pace, il rispetto reciproco con i miei simili, imparando ad esternare i miei sentimenti verso gli altri e ad aprirmi verso tutti, perdendo anche la mia timidezza
Circa dieci anni fa, ho pianto tantissimo, scoprendo la malattia del mio piccolo Pier, ho trascorso momenti difficili, non volevo credere a quella dura ed irreale realtà.
Ho molto pregato la Santa Vergine, per una guarigione, chiedevo il miracolo per lui, e si è fatto insistente il bisogno di andare là, dove Ella è apparsa a Bernardette: forse in quel Luogo Santo, le mie invocazioni sarebbero state più ascoltate accolte da una Mamma che anche Lei conosceva la sofferenza delle lacrime versate per il proprio figlio.
In quella Santa Grotta, le mie lacrime sono state asciugate, l’amarezza del mio cuore si è tramutata in una inaspettata serenità, il mio bambino non è stato guarito, ma Io sono guarita accettando con consapevolezza di dover portare una Croce, la croce della sofferenza del mio Pier.
Il mio cuore è stato invaso da una serenità mai provata, da una gioia che ha trovato la completezza nell’aver incontrato sulla mia strada e permesso di conoscere la “famiglia Oftaliana”.
Lo stare vicino a questi volontari con la loro solidarietà, il loro altruismo, l’amore e le cure che donano a chi soffre a chi tende loro la mano, ha notevolmente contribuito a darmi la forza dell’andare avanti, non con l’amarezza e con tristezza, ma con il sorriso e allegria donando quell’amore che avevo smarrito.
Ho chiesto alla Santa Vergine di darmi la forza di poter camminare insieme a Loro in questo percorso di vita.
Li ringrazio tutti, per avermi anche reso possibile, la realizzazione di un mio sogno: unirmi al mio sposo Ricardo con il Sacramento del Matrimonio nella Chiesa dove fu battezzata Bernardette.
Ero arrivata sino all’età di 46 anni senza esser stata Battezzata.
Seguivo sempre con interesse ed apprensione la Religione Cristiana, ma non facevo parte della Chiesa di Cristo, e me ne vergognavo tantissimo.
Ricordo che alla scuola elementare, nel mio paese d’ori- gine, la maestra chiedeva di alzare la mano a coloro che andavano a scuola di catechismo per la prima comunione, ed io restavo con la testa giù piena di vergogna; chiedevo a mamma quando avrei potuto essere battezzata ed Ella mi rispondeva che avrei dovuto aspettare ancora un po’ di tempo e che poi avremmo potuto fare una grande festa ……….. ma passarono tanti anni e nulla.
Ma l’esperienza lourdiana di quegli anni, era l’anno 2013, modificò definitivamente la mia situazione, avvenne la mia definitiva conversione e dopo tre anni di preparazione catechistica la notte di Pasqua dell’anno 2017, per me fu un momento memorabile ed indimenticabile: fui Battezzata, feci la mia Prima Comunione, e fui Cresimata.
Proprio una grande festa, come diceva la mia mamma. Non la scorderò mai! Che gioia, anche con i miei “padrini”, una coppia di sposi, Oftaliani da diversi anni, anche testimoni alle mie nozze. Sono persone di grandi valori ed insegnamenti da cui prendere esempio e da seguire, a cui voglio molto bene.
Ecco la Santa Vergine, a cui mi ero affezionata da bambina, mi ha preso per mano da allora ad oggi e mi ha accompagnata sempre passo dopo passo.
Ricordo che prima di quegli anni, cioè di vivere una vita pienamente Sacramentale, seguivo la Messa e accompagnando a mio figlio per la Santa Comunione, il Sacerdote mi offriva l’Ostia consacrata ed io dovevo rifiutare. Questo gesto mi faceva sentire la pecora nera in mezzo a quelle bianche; come già detto, da molti anni desideravo vivere nella grazia di Dio ed oggi posso partecipare totalmente al Sacrificio Eucaristico, senza sentirmi un pesce fuor d’acqua.
Presenziare davanti a quella Grotta e poter stare insieme in preghiera è un momento molto speciale per me, mi dà serenità e sicurezza, mi fa sentire partecipe di quel colloquio che ho sempre avuto con Lei, vivo in quei momenti un dialogo tutto mio, personale, intimo, dove posso rivolgermi alla Mamma Celeste ed affidarle le mie debolezze, le mie perplessità, le mie gioie ed i miei dolori, dove posso ringraziarla per la metamorfosi che ha provocato nella mia vita, chiedendole di restare vicina a noi aiutandoci a superare le difficoltà che incontriamo sul nostro cammino terreno sino al giorno in cui la incontrerò definitivamente.”
Elisabetta Nieto Arellano per OFTAL
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