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#Lourdes non è facile descrivere la sensazione

Pellegrinaggio a Lourdes della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo

Sabato 15 luglio 2017 alle ore 23.30 ,insieme al gruppo di pellegrini della nostra Diocesi sono partita per raggiungere il luogo in cui la nostra mamma celeste è apparsa a Bernadette. Ci hanno raggiunto, lunedì 18 luglio, altri pellegrini partiti con l’aereo.
Nel pomeriggio ci siamo ritrovati tutti nella Basilica Superiore insieme al Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo che ha celebrato la Santa Messa e ha benedetto il cero che abbiamo portato in processione e offerto alla Madonna secondo le intenzioni di ciascun pellegrino. Questi sono stati i primi momenti forti vissuti in comunione fraterna; ognuno di noi aveva un desiderio, una preghiera, un ringraziamento da fare alla Mamma Celeste, che ci osservava e ci ascoltava, presenza viva fra di noi.
Il giorno seguente, sempre nella Basilica Superiore, il Vescovo ci ha presentato ufficialmente i seminaristi, presenze essenziali all’interno del nostro pellegrinaggio chiedendoci di “accerchiarli”, di renderli partecipi del nostro cammino, di comunicare e confidarci con loro. Tutti noi, felici di poter condividere la gioia e le emozioni della bellissima esperienza di fede, li abbiamo considerati davvero parte integrante e fondamentale del nostro cammino.

Dopo la partecipazione alla Santa Messa ci siamo recati sulla montagna Espelugues, dove si trovano le famose sculture dorate che scandiscono le stazioni della Via Crucis . Durante questo cammino, ognuno di noi ha vissuto in cuor suo la sofferenza di Gesù Cristo, portando dentro di sé la propria croce. Si captava un inaspettato smuoversi dei cuori, un fecondo sciogliersi delle emozioni, un fiducioso lasciarsi andare nel mare del dolore unito al nostro bisogno di buttarci tra le braccia della più tenera tra le madri.
Alle ore 21 abbiamo partecipato alla suggestiva processione con i flambeaux, recitando il Rosario e il canto dell’Ave Maria in tutte le lingue insieme a tutti i pellegrini riuniti attorno al proprio stendardo con una candela in mano, per vegliare e pregare come un popolo immenso in cammino seguendo Gesù risuscitato, illuminandoci scambievolmente.

Il pomeriggio seguente noi giovani, insieme ai seminaristi e a Don Edmer, ci siamo recati alle piscine, animando con il Santo Rosario e con i canti quel momento intenso in cui tantissime persone attendevano l’immergersi in quelle acque gelide per riuscire rigenerati e purificati. I volti dei ragazzi erano pieni di gioia e di amore, come ha osservato Giorgio Marcelli durante la via del ritorno. Certamente in quel momento varie sensazioni si combinano e ci si sente parte di un un’unica grande famiglia, condividendo insieme a persone di altre nazionalità le stesse identiche nostre emozioni. Dopo questa forte esperienza, abbiamo partecipato alla processione Eucaristica in cui Dio vivo e vero presente fra di noi con il suo corpo, diventa il centro della preghiera e dell’adorazione del pellegrinaggio in cammino.

Proprio sotto la grotta, il giorno della partenza, con la protezione della Madonna si è concluso il nostro pellegrinaggio con la partecipazione alla Santa Messa. A Lourdes tutti noi giovani abbiamo riscoperto un’esigenza del cuore che S. Agostino così ha definito: “Il nostro cuore non ha pace finché non riposa in Te”. Il fiume degli ammalati che ogni giorno partecipano con tanta serenità alle diverse celebrazioni ci ha dato la possibilità di osservare la nostra vita da un punto di vista diverso. Di esperienze belle nella vita ne facciamo tante e ognuna di esse ha un posto speciale nel nostro cuore; ma l’esperienza del pellegrinaggio a Lourdes non è solo un esperienza, è un frammento di vita, che diventa anche il metro con cui misurare ogni passo, ogni gesto, cioè il modo di essere e vivere da cristiani.

Non è facile descrivere la sensazione e la commozione che si prova nel ritornare a Lourdes e nello stesso tempo sentire la pace e la serenità del cuore: solo se ci si immerge con fede nel cuore di Maria si sperimenta tutto ciò. L’emozione più forte che rivivo ogni volta sotto la grotta, in preghiera- ci racconta Marcello, giovane seminarista – è la gioia di sentirmi amato da Dio per ciò che sono e non per le cose che faccio. Sentire che per Lui io valgo su questa terra. Questo sentimento di gioia si rinnova in particolar modo quando alzo gli occhi a Maria, che come una madre vuole soltanto il bene dal proprio figlio. Rimanendo in silenzio sotto la grotta, mi sono accorto ancora di più come il Signore parla in una maniera davvero sorprendente nel nostro cuore e come continua a compiere grandi cose nel cuore di tanti giovani che, pieni di tanti sogni e speranze, affidano la loro vita nelle mani della Madonna. E tutto questo perché ognuno di noi si riscopre figlio amato da un Padre e una Madre che vogliono la nostra felicitá! Quante volte nello stare insieme ad una persona che amiamo, diciamo: voglio che tu stia bene, perché se stai bene tu sto bene anche io! E Dio ci rivolge le stesse parole, vuole che noi siamo felici, perché vuole essere un Padre felice. Questo lo dice a me, ai giovani e a tutti, certi di vivere, non l’ebbrezza di un momento, ma la gioia di essere amati da Lui. E Dio mi ha fatto sperimentare questa bella emozione davanti alla grotta, ai piedi di Maria!

Francesca Castaldi (giovane)

Marcello Di Camillo (seminarista)

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