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Nello spirito della solidarietà

02_12_are_f1_249_a_resize_526_394VOLONTARIATO. Partiti i treni dell’Unitalsi per il tradizionale pellegrinaggio nel santuario mariano. A bordo il vescovo Giuseppe Zenti e la presidente Grazia Giacomelli
Un ammalato: «Non vado a cercare miracoli ma a condividere un’esperienza di comunità» Don Vesentini: «Questa gente testimonia l’amore»

«Che senso ha andare a Lourdes? Vuol dire trovare la pace, tornare a casa carichi di serenità, di energia, in comunione con gli altri». C’è un grande sorriso sul volto di Cristina che spinge la carrozzina della figlia Anna, 30 anni. Vanno verso la carrozza ferroviaria dove i volontari dell’Unitalsi stanno facendo salire le persone disabili, issandole con uno speciale muletto. Ma non c’era malinconia ieri a Porta Nuova, anzi. C’era l’atmosfera gioiosa delle partenze, in un viavai di barellieri, volontari, parenti e persone ammalate dirette a Lourdes, con il primo convoglio della giornata. Il secondo è partito ieri sera e oggi sono previsti due voli aerei. «Non si va a cercare miracoli», sottolinea Roberto Berzacola, 47 anni, di Verona che torna a Lourdes dopo vent’anni, «perchè era stata una bella esperienza e voglio riviverla», spiega. Lui è in carrozzina da cinque anni. «È bello vivere questo spirito di comunità», aggiunge, «che supera ogni barriera». Santina e Claudio sono una coppia di mezza età, di Borgo Roma. Lei è in carrozzina. «Andiamo a Lourdes con l’Unitalsi ogni due anni», spiegano, «perchè ci si carica di forza e si impara a stare più con gli altri. Preghiamo la Madonna che aiuti la ricerca sulle malattie invalidanti, come la sclerosi multipla». Don Roberto Vesentini è l’assistente dell’Unitalsi. Passa tra i malati e i volontari, stringe mani, distribuisce sorrisi: «Come dice Papa Francesco, Gesù è risorto. Non abbiamo paura a testimoniarlo, come fanno queste persone. La Chiesa non dev’essere in difesa ma annunciare l’amore di Dio. E questo pellegrinaggio ne è una prova tangibile». In partenza c’è anche la presidente provinciale dell’Unitalsi, Grazia Quartaroli Giacomelli, contenta per l’alta adesione di giovani volontari al pellegrinaggio: «È un momento di profonda condivisione. Nonostante la crisi economica c’è stata una grande adesione a questo viaggio. In momenti come questi, così difficili per tante persone, si capisce di più ciò che essenziale e ciò che è superfluo nella nostra vita. E la solidarietà è essenziale». Ilario Peraro, presidente provinciale dell’Associazione nazionale Alpini, ieri era al primo binario in veste di barelliere:«Questo è l’undicesimo viaggio per Lourdes. Per me è sempre una pausa rigenerante». Raffaello Ferrari è il responsabile dei barellieri: «Sono al mio decimo viaggio ed è un’esperienza che consiglio a chiunque. Ho cominciato perchè mio figlio aveva desiderio di andarci e l’ho assecondato. Poi non ho più potuto farne a meno. A Lourdes si va per cercare la salute dell’anima più che quella del corpo». Tra i viaggiatori in partenza c’è il vescovo Giuseppe Zenti. È la sua quarta volta a Lourdes, precisa, «dove si va per tuffarsi in una realtà spirituale, per ricaricare lo spirito stando tutti insieme, condividendo giornate di preghiera e aiuto alle persone in difficoltà. E sono loro che hanno più sorrisi per noi». Enrico, 24 anni, studente, e Irene, 28 anni, impiegata, distribuiscono the e caffè al binario, in attesa della partenza. Cosa vi aspettate da Lourdes? «La forza di affrontare le difficoltà quotidiane», rispondono. Come Serena, 27 anni, di Rovereto, che sta scattando foto: «Ho deciso di partire all’ultimo momento, grazie a un’amica. E ora sono felice di esserci».

Elena Cardinali

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