Pellegrinaggio giovani di Roma
Pellegrinaggio dei giovani di Roma a Lourdes: intervista con mons. Cozzoli
In vista del pellegrinaggio dei giovani di Roma a Lourdes, dal 27 al 31 agosto, si terrà questa sera, presso l’aula Tiberiade del Pontificio Seminario Romano Maggiore, la catechesi sul tema “Il sì del giovane di oggi”. L’incontro, guidato dal cardinale Angelo Comastri, conclude l’iter preparatorio all’evento agostano, cui parteciperanno circa 200 giovani. Si tratta del primo pellegrinaggio organizzato dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile di Roma che impegnerà i ragazzi in un particolare “ritiro spirituale” fatto di meditazioni, preghiera personale, catechesi e riflessioni, nei luoghi di Bernadette Soubirous. Gina Maradei ha intervistato uno dei relatori delle catechesi introduttive, mons. Mauro Cozzoli, docente di teologia morale alla Pontificia Università Lateranense e direttore spirituale del Pontificio Seminario Romano Maggiore:
R. – Questo percorso verso Lourdes, che parte dal ‘sì’ di Maria, il ‘sì’ originario, fontale, che viene delineato davanti alla coscienza del giovane, è un modello che dice di una relazione dialogica del giovane con Dio. Dio, quindi, non è il giudice o, addirittura, il padrone che si impone arbitrariamente, ma l’esperienza di vita di Maria dice come Dio è il Padre che chiama. Dio ha un disegno e fa conoscere questo disegno. Non lo impone ma lo propone. Proponendolo, chiama, e chiamando, attende una risposta. Ecco la risposta di Maria: un ‘sì’ che dice consenso, che dice adesione, che dice fedeltà, che dice ubbidienza a Dio. Dal ‘sì’ di Maria all’esperienza propria dell’evento di Lourdes, dove troviamo Bernadette: questa giovane, umile, semplice e piccola pastorella a cui si rivolge Maria. Maria è mediatrice del disegno di Dio e allora Bernadette si rapporta alla mediazione e all’annuncio di Maria, Bernadette dice il suo ‘sì’ a Maria. Il ‘sì’ detto da Bernadette a Maria ci fa scoprire il ruolo di Maria nella Chiesa, e quindi nella vita di ogni cristiano. Maria è la madre di Gesù e in Gesù diventa la madre nostra. E’ una madre che viene a porsi tra Dio e noi.
D. – Ripercorrere i luoghi di Bernadette significa ripercorrere, quindi, i luoghi di una fedeltà forte e di un coraggio sempre gioioso. In un momento, come quello di oggi, di spaesamento e di grandi incertezze, si riesce a discernere e ad accettare la propria vocazione?
R. – Bisogna innanzitutto sentirla questa vocazione, sentirla questa chiamata. E allora, aiutare i giovani a concepire la vita cristiana, a concepire la fede, a concepire la vita tout court, in se stessa, come vocazione e come chiamata. L’esperienza di Lourdes, anche l’esperienza fisica di Lourdes con tutto ciò che quei luoghi evocano, può essere fortemente significativa per i giovani, nel comprendere questa dinamica dialogica della nostra fede. In Dio c’è un’iniziativa e l’iniziativa è sempre di Dio. Ma la sua iniziativa di grazia e di dono non è mai senza la libertà con cui noi ascoltiamo, accogliamo e rispondiamo. E’ una grande scuola: la libertà onnipotente di Dio si è fermata di fronte alla libertà di Maria. La libertà onnipotente di Dio si ferma davanti alla nostra libertà.
D. – La figura di Maria quanto è vicina ai giovani?
R. – Maria é tanto più vicina a noi, ai giovani, quanto più la umanizziamo. Non è una dea, è una creatura divina su cui Dio ha avuto un grande disegno. Lei, però, si è posta in dialogo con Dio, ed è questo che i giovani vogliono percepire e sentire, oggi: un Dio vicino non nella legge o nel giudizio della condanna. Ecco, da questo punto di vista Maria è icona: è nella sua forte umanità che i giovani si riconoscono.
D. – Secondo lei, l’esperienza intensa che tanti ragazzi si daranno al possibilità di vivere come si porta, poi, nella quotidianità?
R. – Cercando di far capire come la chiamata di Dio si concretizza giorno per giorno, facendo capire come c’è una chiamata, una vocazione unica e globale da parte di Dio, come c’è stata per Maria. E poi c’è una chiamata, una vocazione nella serialità, nella quotidianità di quello che avviene e di quello che capita. Allora è importante suscitare, nei giovani, uno sguardo, suscitare gli occhi della fede che aveva Maria, che significa saper leggere gli avvenimenti della vita giorno per giorno, con gli occhi stessi della fede con cui li ha letti Maria. E’ profondamente diverso interpretare, giudicare e decidere con occhi puramente mondani, secolari e decidere con gli occhi della fede, come Maria ci ha insegnato a fare in tutti gli eventi della sua vita, dai più gioiosi fino alla Croce.
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