Comunicazioni

Quell’insopprimibile bisogno di “toccare” la presenza di Dio

La signora Rosa va a Lourdes. Si bagna in piscina. Prima un formicolio alle gambe. Poi lascia la sua carrozzina e torna a camminare. Un evento straordinario, che in poche ore si diffonde attraverso stampa, giornali, internet.

Un nuovo miracolo

E di colpo si riaccendono i riflettori su Lourdes, descritta come la “fabbrica dei miracoli”. La mente corre indietro di duemila anni, ripercorrendo la storia dell’umanità attraverso il limite insito nell’essenza dell’uomo. “Finchè non metterò le mie mani nel suo costato, non crederò”, disse Tommaso. 

Non è cambiato molto da allora.

Vogliamo vedere, toccare, sentire.

Perché è vero solo ciò che si tocca con mano. Nella storia centenaria dell’Unitalsi, abbiamo imparato a comprendere che si può toccare non solo con mano, ma anche e soprattutto con il cuore. Chi è stato a Lourdes sa bene che “il miracolo del cuore”, che si compie ogni giorno e regala prospettive di vita nuova, è un evento di straordinaria bellezza, che non accende i riflettori della tv, ma che è capace di accendere l’esistenza umana di energia viva. Quella stessa energia che da duemila anni ci regala la Croce. “Beati quanti, pur non avendo visto, crederanno”, disse il Maestro a Tommaso. E allora viviamo nella giusta misura la straordinarietà di un evento come quello che ha interessato la signora Rosa, nella consapevolezza che rientra in un disegno straordinario di amore che si compie ogni giorno nella storia di ogni uomo, in mille forme differenti. Lourdes non è la “fabbrica dei miracoli”.

Pensare questo significherebbe ridurre la generosità di Dio alle ristrettezze anguste di una Grotta. Il miracolo del cuore, che accompagna il cammino dell’uomo sui sentieri della fragilità terrena, rappresenta il più grande regalo che Dio potesse pensare per ciascuno di noi. Questa certezza accompagni i nostri passi. Buon cammino.
Pace. Sempre.

Antonio Diella
Presidente Nazionale Unitalsi

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