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Reportage Pellegrinaggio dei Bambini a #Lourdes

Foto e testo di Pino Curtale

“Se vuoi costruire un mondo migliore, inizia con i bambini.”

– Mahatma Gandhi –

Si torna a casa, sono stati giorni unici, che mi hanno dato una carica emotiva indescrivibile. Tra i tanti pellegrinaggi fatti, questo è stato un viaggio speciale, perché i bambini sono SPECIALI, e non tutti hanno la fortuna di avere una strada facile. In questi giorni ho potuto solo inchinarmi alla bellezza di alcune famiglie che con tenerezza, pazienza, coraggio, e forza inimmaginabile affrontano certi cammini forse predestinati. Giá dagli scompartimenti del treno, vedevo però una gioia che nonostante tutto, fuoriusciva dal proprio essere mamma e papà di situazioni difficili. Non vi sono esasperazioni di commozione, perché chi ha contatti o meglio vive con ragazzi che definirei soltanto come “diversamente normali”, in realtà prende coscienza di una forza di volontà fuori da ogni immaginazione. Loro, insegnano a tutti quanto sia comunque bello vivere la vita, noi dovremmo imparare da loro, quanto si possa vivere senza inutili e futili lamenti. Ho ancora una volta ascoltato le storie personali per la semplice volontà dei protagonisti, perché l’ascolto è il primo rapporto umano. Storie di coraggio, di adozioni verso bambini con problemi seri e meno seri per scelta, perché l’amore per la vita passa da questo “offrirsi”. Famiglie che non si sono fermate alla prima, ma hanno continuato pur consapevoli della difficoltà. Come definireste queste persone ? Oppure mamme che hanno abbandonato ogni logica di rinuncia alla maternità nonostante “sapessero” con largo anticipo…quindi nonostante tutto quello che sapevano di incontrare nel cammino di quella “nuova” vita. Questo avviene negli scompartimenti come in confessionali, solo perché si sono affidati e fidati del nostro accompagnarli in una esperienza di fede e di comunità. Forse il mio osservatorio fotografico, mi porta a più intense riflessioni, ma vi posso assicurare di essere stato testimone di qualcosa di meraviglioso e da dietro un mirino si scovano angoli non sempre evidenti, e quando ripongo la fotocamera nello zaino, tocco ancora di più con mano quell’umanità che spesso mi è difficile descrivere.

I bambini sono il cuore della vita, e rappresentano il futuro, vanno coccolati lasciando da parte quell’adulto egoismo che spesso primeggia e oscura. Hanno vissuto questa esperienza in una atmosfera “da favola”, e attraverso il mondo che di più li attrae, hanno conosciuto la storia della piccola Bernadette. Chi ha avuto questa idea e scritto questo progetto/sceneggiatura, meriterebbe un premio, perché ha parlato la loro lingua, pensando ad ogni momento delle loro giornate, con disarmante semplicità, rendendoli protagonisti e anche attori. Dai giochi, allo spettacolo, passando per le intense funzioni religiose, è stato un susseguirsi di felicità per i piccoli, ma d’altronde basta poco perché socializzino con altri coetanei. Il vagone-ludoteca invece è stata l’idea più geniale, con due barellieri che vestiti i panni dei clown prima, e prestigiatori o direttori del Magic Circus poi, hanno portato in questo viaggio tanta allegria anche ai grandi. La discofesta e tanto altro ancora che a raccontarlo ci vorrebbero parecchie puntate.

Correva l’anno 2015 e partecipai a quel pellegrinaggio con bambini in missione di pace sul tema lanciato da Papa Francesco “I bambini non si toccano”, non ero ancora in UNITALSI, e realizzare un reportage trattenendo le lacrime non è stato facile specie in prima esperienza parallela al treno bianco che di disabilità pellegrina ne è fulcro. Pensavo che dopo circa 9 anni, avrei visto le scene con ormai una sorta di abitudine visiva, ma non ci si abitua mai alle forti emozioni e alla commozione. Una su tutte, la cresima di Alessandra, una ragazza che ha incontrato la sfortuna lungo la sua strada, rendendola oggi immobile su una carrozzina, e spesso deve ricorrere a quei “tubicini” indispensabili per la vita. La volontà dei suoi genitori che ricevesse la cresima proprio a Lourdes, davanti ai bambini, e come madrina l’UNITALSI tutta, tramite il suo presidente. Uno di quei momenti che conserverò a lungo nel cuore, come quel lungo abbraccio di sua madre dopo averla tranquillizzata per aver esaudito il desiderio di avere le mie foto e un video del mio collega con il quale quotidianamente fornivano materiale visivo.

Che dire della dolcezza di Mariangela un meravigliosa creatura in cui quel cromosoma in più, scioglie il cuore a chi le sta accanto, e di sua madre che non finiva mai di dirmi GRAZIE , solo per avermi chiesto di leggere ed esprimere un parere su un suo pensiero personale prima di pubblicarlo sul suo profilo social. Questi ringraziamenti direi immeritati difronte a tutte quelle realtà, mettono a nudo il senso del volontariato. Solitamente il racconto fotografico degli eventi li invio a posteriori perché siano documento, ma questa volta mi sono sentito più immerso nella storia per essere stato più interattivo con chi giorno per giorno scriveva giornalisticamente il diario di cotanta felicità.

Parlare di “servizio” è sempre inteso come unica azione, o unica direzione, invece il servire può avvenire in tanti modi, e io nel mio piccolo, con umiltà cerco di farlo tra uno scatto ed una carrozzina, con lo zainetto fotografico sulle spalle e tra le mani una carezza ad un sorriso o semplicemente cercando di sensibilizzare al tema che la felicità la incontri anche nei luoghi e nelle persone che non pensi esistano, ma ci sono ovunque, e non solo, ma ti arricchiscono come non mai.

A Lourdes scopri tanto, ma soprattutto scopri te stesso, e anche se piove non importa, perché il sole lo porti dentro di te, per quello che vedi, per quello che senti, per quello che provi…a cominciare da un treno per 32 ore o forse più.

Pino Curtale

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