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Scienza e fede, alleate uomo e vita

Seminario a Lourdes. Mons. Zimowski: scienza e fede, alleate per l’uomo e la vita

“Lourdes, guarigione e scienza: cosa significa essere curati oggi?” è il tema del primo Seminario scientifico internazionale che si tiene fino a domani a Lourdes, in Francia. Organizzato dall’Ufficio delle Constatazioni Mediche e dal Comitato medico internazionale della città mariana, col patrocinio del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, l’incontro ha visto stamani gli interventi – tra gli altri – dell’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del dicastero vaticano, e del prof. Luc Montagnier, Premio Nobel per la medicina 2008.

Scienza e fede devono “essere alleate nel servizio alla vita”, “sono chiamate ad annunciare e coltivare il vangelo della vita”, tutelando la grandezza e la preziosità di questo dono e respingendo “ogni minaccia e violenza nei confronti” della stessa. È la riflessione dell’arcivescovo Zygmunt Zimowski, stamani all’apertura del Seminario a Lourdes. In occasione del XX anniversario dell’istituzione della Giornata mondiale del Malato, voluta da Giovanni Paolo II e svoltasi per la prima volta a Lourdes nel 1993, il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari ha ricordato che l’obiettivo di scienza e fede è quello di professare “apertamente il valore inviolabile di ogni persona, in qualunque fase o condizione della sua esistenza, denunciando – ha proseguito – ogni cultura di morte promossa da forti correnti culturali, economiche e politiche, portatrici di una concezione efficientistica della società”. Certo, ha riconosciuto il presule, “la relazione tra scienza e fede non sempre è stata armonica”, “non sempre” ci sono stati o ci sono “rapporti di pacifica convivenza”: eppure, secondo la Chiesa cattolica, è possibile superare le “barriere” venutesi a creare nel tempo. La comunità cristiana, ha precisato mons. Zimowski, ritiene che “la certezza di fede, che porta a proclamare l’esistenza di un Dio che benevolmente e con eleganza dà origine a tutte le cose, infonda nel cercatore della verità scientifica un entusiasmo, un ottimismo, una fiducia, una carica che possono giocare un grande ruolo positivo nei confronti dell’impegno a comprendere la realtà”. L’auspicio, soprattutto in campo sanitario, è stato quello che le industrie farmaceutiche non facciano “mai prevalere il profitto economico sulla considerazione dei valori umani”, mostrandosi “sensibili alle esigenze di quanti non godono di un’assicurazione sociale, ponendo in atto valide iniziative per favorire i più poveri ed emarginati”. Occorre quindi operare per “ridurre e, se possibile, eliminare le differenze esistenti tra i vari Continenti, esortando – ha detto l’arcivescovo Zimowski – i Paesi più avanzati perché mettano a disposizione di quelli meno sviluppati esperienza, tecnologia e una parte delle loro ricchezze economiche”. In fondo, ha concluso, scienza e fede “anzitutto devono servire l’uomo”: il loro “referente principale” è dunque l’essere umano, “la sua dignità, il suo benessere”. Proprio sull’incontro tra scienza e fede, Hélène Destombes ha intervistato il dottor Alessandro de Franciscis, presidente dell’Ufficio delle Constatazioni Mediche di Lourdes:

À Lourdes on apprend que il y a le mystère…

A Lourdes ci rendiamo conto che c’è il mistero. Al giorno d’oggi, abbiamo a disposizione tutte le conoscenze, i poteri della medicina, strumenti come la diagnostica, la risonanza magnetica, lo scanner, le analisi, tutti strumenti impensabili nel XIX secolo. Ma, allo stesso tempo, ci troviamo davanti il mistero. Questo è ciò che penso di Lourdes. Non esiste posto al mondo – e non mi riferisco al mondo della Chiesa ma al mondo in generale – dove la persona malata o con handicap occupano lo stesso posto se non addirittura il posto d’onore nella vita quotidiana. A Lourdes la presenza della religione è fortissima, ma al contempo, la città è aperta ad un’umanità non obbligatoriamente cristiana, spesso appartenente ad altri credi. Sarà forse per la semplicità del luogo o per quella che io definisco la “fisicità” del posto, la ricchezza, la cura del malato, la presenza, non lo so… A Lourdes c’è qualcosa che percepiamo come curativo e che ci insegna ad essere più umili.

Il servizio di Giada Aquilino:

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