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STANZA 19, LETTO 17

libro-danilo“Stanza 19, letto 17” è un romanzo che racconta il dialogo epistolare tra un paziente nella fase terminale della sua malattia e la psicoterapeuta alla quale indirizza le sue confidenze nella speranza di avere – se non una risposta -almeno una chiave per interpretare l’esperienza della sofferenza che vive. Il racconto si sviluppa dunque attraverso un percorso serrato in cui il protagonista maschile, costretto a vivere in quella stanza di ospedale che assomiglia ad una cella di detenzione, trova nell’ascolto e nell’accoglienza delle proprie confidenze, da parte della sua psicoterapeuta, una dimensione per evadere dalle proprie sofferenze e raccontare i sentimenti più intimi; la donna, da parte sua, non si limita semplicemente ad interpretare quelli che sono gli episodi riportati, ma diventa, pagina dopo pagina, una presenza delicata accanto all’uomo, una sorta di carezza sulle ferite interiori dell’uomo.

L’uomo racconta le sofferenze che patisce nella stanza dell’ospedale e il difficile rapporto con le persone che ogni giorno incontra, come ad esempio le infermiere, i medici, il cappellano ospedaliero; piano piano però comincia a ricostruire la propria vita, sin dagli anni della giovinezza, e la dottoressa, sempre più presente ormai nella sua vita, non si limita più a dare suggerimenti di tipo professionale, ma si lascia coinvolgere nel rapporto con l’uomo, facendogli dono di sue confidenze.

Al termine del romanzo la vita dei due protagonisti viene ricostruita e il ritmo, sempre più coinvolgente e viscerale, lascia quasi supporre che i due si conoscano – o si siano conosciuti – in qualche modo, e che comunque desiderino incontrarsi e trascorrere del tempo insieme. Un finale a sorpresa lascia al lettore la possibilità di immaginare un finale diverso a seconda delle proprie sensibilità e del proprio vissuto.

Volutamente nessuno dei due protagonisti ha un nome nel racconto affinché il lettore, scorrendo le pagine, possa eventualmente ritrovare nei vari frammentati raccontati un pezzo delle proprie vicende e riconoscersi nell’uno o nell’altra; spesso poi nel testo alcuni passi si prestano ad essere interpretati dal lettore, sempre nel tentativo di coinvolgerlo e renderlo protagonista del romanzo; il titolo invece, anche se intuibile, viene pienamente colto nel suo significato solo nelle pagine finali.

Un romanzo dunque che affronta il tema della malattia ponendo le domande che ogni uomo sofferente grida, ma al tempo stesso un inno alla libertà e all’amore che sempre prevale.

I due autori sono al loro primo romanzo, pur avendo alle spalle numerose pubblicazioni: Francesca Mussati è criminologa, referente nazionale giovani Unitalsi, impegnata nella formazione e nei progetti per la tutela e la prevenzione di abusi sui minori, autrice di contributi che spaziano dalla formazione del personale nel campo dell’aiuto e del supporto alle persone con disabilità fino a contributi in ambito pastorale; Danilo Priori, sacerdote, è viceassistente nazionale dell’Unitalsi, autore di numerosi testi e sussidi nell’ambito della pastorale biblica e liturgica.

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