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Impegno di fede dell’Unitalsi

11 Febbraio, confermare l’impegno di fede dell’Unitalsi
Giornata del Malato, il pensiero dell’Assistente Nazionale Unitalsi

Sabato 11 febbraio, memoria dell’apparizione della Beata Vergine Maria a Santa Bernardetta, si celebra anche la XX Giornata Mondiale del Malato, voluta dal beato Giovanni Paolo II, dal titolo “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato”(Lc 17,19). Infatti l’icona biblica dell’incontro di Gesù con i dieci lebbrosi (cfr Lc 17,11-19) mette in risalto l’importanza della fede per coloro che, gravati dalla malattia, si avvicinano al Signore per ricevere il dono della guarigione fisica e spirituale. Con il suo messaggio, papa Benedetto XVI invita sacerdoti e fedeli a riscoprire la bellezza e la profondità teologica dei “sacramenti di guarigione”, cioè del Sacramento della Penitenza o Riconciliazione e del Sacramento dell’Unzione dei Malati i quali hanno il loro naturale compimento nella Comunione Eucaristica. Ogni sacramento esprime ed attua la prossimità di Dio, il Quale, in modo assolutamente gratuito “ci tocca per mezzo di realtà materiale…che Egli assume al suo servizio, facendone strumenti dell’incontro tra noi e Lui stesso” (Omelia della Messa Crismale, 1 aprile 2010). Infatti il Signore è venuto non per condannare ma per salvare e perdonare, per dare speranza anche nel buio più profondo della sofferenza e del peccato: così nel Sacramento della Penitenza, nella “medicina della confessione”, l’esperienza del peccato non degenera in disperazione, ma incontra l’Amore che perdona e trasforma (cfr Esort. Apost. Reconciliatio et Paenitentia, 31). Gesù ha sempre mostrato particolare attenzione anche agli infermi: li ha guariti, ha inviato loro i suoi discepoli, ha istituito per loro un sacramento specifico: l’Unzione degli Infermi.
La Lettera di Giacomo attesta la presenza di questo gesto sacramentale già nella prima comunità cristiana (cfr 5,14-16): con l’Unzione degli Infermi, accompagnata dalla preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché allevi le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spiritualmente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del Popolo di Dio. La grazia efficace per il perdono e la salvezza che scaturisce dai due sacramenti, trova la sua sorgente nell’Eucaristia: da essa tutti i sacramenti scaturiscono e in essa trovano la piena realizzazione. L’Eucaristia, ricevuta nel momento della malattia, associa maggiormente colui che si nutre del Corpo e del Sangue di Gesù all’offerta che Egli ha fatto di Se stesso al Padre per la salvezza di tutti. Ecco perché le comunità parrocchiali debbono prestare grande attenzione nell’assicurare a coloro che non possono recarsi nei luoghi di culto la possibilità di accostarsi con frequenza alla Comunione sacramentale. Quando poi l’Eucaristia è amministrata e accolta come Viatico, le parole del Signore risuonano con più incisività: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,54). L’Eucaristia, infatti, soprattutto come viatico è – secondo la definizione di sant’Ignazio d’Antiochia – «farmaco di immortalità, antidoto contro la morte» (Lettera agli Efesini, 20: PG 5, 661), sacramento del passaggio dalla morte alla vita, da questo mondo al Padre, che tutti attende nella Gerusalemme celeste. Maria, Madre di Misericordia e Salute degli Infermi, accolga la nostra preghiera: sostenga e accompagni tutte le persone malate e sofferenti, come fu accanto al Figlio, morente in Croce.

+ Don Luigi Marrucci, Vescovo
Assistente Nazionale UNITALSI 

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