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Testimonianze da Lourdes…
Ero poco più di una bambina, quando venivo a Lourdes con i miei genitori e guardavo estasiata quelle persone, uomini e donne, giovani e meno giovani, che si dedicavano anima e corpo agli ammalati.
Ero piccola, ma avevo già deciso che “da grande” sarei venuta a Lourdes come volontaria.
Il desiderio del volontariato nasce in me dalla consapevolezza dei doni che il Signore mi ha dato già da prima che nascessi: una famiglia che mi ama e una buona salute fisica.
Ho sempre pensato, quindi, che era mio dovere mettermi al servizio dei fratelli che sono stati meno fortunati di me, per tradurre così in “fatti” la riconoscenza che provo continuamente nei confronti di Dio.
Adesso si sta concludendo il mio 4° anno di volontariato a Lourdes e ogni anno vivo un’esperienza sempre nuova.
Già alla vigilia della partenza, quello che mi emoziona di più è la richiesta delle persone a cui voglio bene di pregare per loro davanti alla Grotta: io, intermediaria tra i miei cari e la Mamma di Gesù… questo mi fa capire il senso profondo e il valore immenso dell’esperienza che ogni volta vivo.
Per tre anni mi sono impegnata nel trasporto degli ammalati: li accompagnavo alle celebrazioni che ogni giorno si svolgono a Lourdes.
Quest’anno, per la prima volta, sono stata impegnata nel refettorio dell’ospedale: è stata un’esperienza meravigliosa. Il momento in cui ci si siede a tavola tutti insieme, è un momento di fraternità. Servire agli ammalati la colazione, il pranzo e la cena, mi ha permesso di vivere attimi di gioia, a partire dalla preghiera e dalla canzoncina con cui inauguravamo ogni pasto. Vedere i loro volti sorridenti, i loro occhi raggianti, mi ha riempito il cuore di sensazioni che è difficile tradurre in parole.
Non sono mancati momenti di divertimento, quando scherzosamente prendevo in giro il “solito” che mi chiamava sempre per avere il bis.
Un’esperienza del genere, che arricchisce il cuore in tal modo, fa dimenticare il sacrificio di alzarsi presto al mattino, la stanchezza dello stare tanto tempo in piedi, la fatica del pulire e riordinare.
E sono proprio gli ammalati, con i loro sorrisi, le loro parole, i loro occhi pieni di speranza, che danno la forza di affrontare momenti di sconforto che purtroppo nella vita non mancano…
Il volontariato a Lourdes mi ha fatto anche un altro immenso dono, quello dell’ amicizia: qui infatti ho conosciuto delle persone splendide, volontari come me, con le quali condivido questa esperienza e che occupano un posto davvero speciale nel mio cuore, infatti anche durante l’anno ci incontriamo spesso per cercare di rivivere i momenti indimenticabili di Lourdes.
Insomma, io credevo di andare a Lourdes per fare qualcosa di buono per gli altri… in realtà sono gli altri che donano tanto a me e mi rendono più ricca… ed è proprio questa ricchezza che desidero condividere con i miei cari che sono rimasti a casa, affinché l’esperienza di Lourdes possa continuare nel tempo e arricchire tutte le persone che ho nel cuore.
Ero piccola, ma avevo già deciso che “da grande” sarei venuta a Lourdes come volontaria.
Il desiderio del volontariato nasce in me dalla consapevolezza dei doni che il Signore mi ha dato già da prima che nascessi: una famiglia che mi ama e una buona salute fisica.
Ho sempre pensato, quindi, che era mio dovere mettermi al servizio dei fratelli che sono stati meno fortunati di me, per tradurre così in “fatti” la riconoscenza che provo continuamente nei confronti di Dio.
Adesso si sta concludendo il mio 4° anno di volontariato a Lourdes e ogni anno vivo un’esperienza sempre nuova.
Già alla vigilia della partenza, quello che mi emoziona di più è la richiesta delle persone a cui voglio bene di pregare per loro davanti alla Grotta: io, intermediaria tra i miei cari e la Mamma di Gesù… questo mi fa capire il senso profondo e il valore immenso dell’esperienza che ogni volta vivo.
Per tre anni mi sono impegnata nel trasporto degli ammalati: li accompagnavo alle celebrazioni che ogni giorno si svolgono a Lourdes.
Quest’anno, per la prima volta, sono stata impegnata nel refettorio dell’ospedale: è stata un’esperienza meravigliosa. Il momento in cui ci si siede a tavola tutti insieme, è un momento di fraternità. Servire agli ammalati la colazione, il pranzo e la cena, mi ha permesso di vivere attimi di gioia, a partire dalla preghiera e dalla canzoncina con cui inauguravamo ogni pasto. Vedere i loro volti sorridenti, i loro occhi raggianti, mi ha riempito il cuore di sensazioni che è difficile tradurre in parole.
Non sono mancati momenti di divertimento, quando scherzosamente prendevo in giro il “solito” che mi chiamava sempre per avere il bis.
Un’esperienza del genere, che arricchisce il cuore in tal modo, fa dimenticare il sacrificio di alzarsi presto al mattino, la stanchezza dello stare tanto tempo in piedi, la fatica del pulire e riordinare.
E sono proprio gli ammalati, con i loro sorrisi, le loro parole, i loro occhi pieni di speranza, che danno la forza di affrontare momenti di sconforto che purtroppo nella vita non mancano…
Il volontariato a Lourdes mi ha fatto anche un altro immenso dono, quello dell’ amicizia: qui infatti ho conosciuto delle persone splendide, volontari come me, con le quali condivido questa esperienza e che occupano un posto davvero speciale nel mio cuore, infatti anche durante l’anno ci incontriamo spesso per cercare di rivivere i momenti indimenticabili di Lourdes.
Insomma, io credevo di andare a Lourdes per fare qualcosa di buono per gli altri… in realtà sono gli altri che donano tanto a me e mi rendono più ricca… ed è proprio questa ricchezza che desidero condividere con i miei cari che sono rimasti a casa, affinché l’esperienza di Lourdes possa continuare nel tempo e arricchire tutte le persone che ho nel cuore.
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