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A Lourdes vince Hushovd

Immenso Hushovd, in tutti i sensi
Il norvegese vince una tappa incredibile con coraggio e potenza

Eccovi la foto dell’arrivo a Lourdes, per la XIII Tappa del Tour de France 2011.

“E’ il più bel momento di sempre della mia carriera. Vincere da solo con la maglia di campione del mondo è davvero incredibile, con l’Aubisque di mezzo. E’ la cosa più pazza che ho fatto, ma mi sentivo forte e ho attaccato. Il mio obiettivo era prendere la testa della corsa. Ma poi li ho staccati e sono felice. Ieri ero stanco e me la sono presa comoda: oggi il risultato si è visto”

Viene da chiedersi: “E’ più importante questa giornata rispetto a quella della vittoria del Mondiale?”. Ma evidentemente Thor Hushovd non poteva sperare di meglio da questo Tour de France: dopo aver vestito la maglia gialla per una settimana, ecco che arriva anche la vittoria di tappa, in solitaria e con la maglia iridata indosso. Inoltre “Thorone” ha dato una prova di forza e di audacia che hanno infiammato gli animi degli spettatori sia lungo la strada, sia a casa davanti al televisore.

La 13esima tappa del Tour de France si presenta tra le più faticose: “solo” 152 km tra Pau e Lourdes, ma 152 km di Pirenei per la seconda tappa montana di un faticoso trittico. In mezzo c’è anche un Gran Premio della Montagna hors categorie, il Col d’Aubisque, salita che fa sicuramente selezione dopo gli altri due GPM, uno di categoria 3 e uno di categoria 4.

Dopo qualche tentativo di fuga e una caduta nella prima parte della frazione, a 105 km dal termine parte la prima vera fuga, con una ventina di corridori che staccano il gruppo maglia gialla. Maglia gialla sempre sulle spalle di Voeckler, che resta nelle prime posizioni per tirare l’inseguimento.

A 96 km, in testa alla corsa un gruppo di corridori, tra cui Gilbert, Hushovd, Petacchi, Rojas e Moncoutie, riescono a staccare ulteriormente gli altri e ad andare via. Alla fine sono in dieci, che dopo il secondo GPM hanno 4′ di vantaggio sugli inseguitori.

Ai piedi del Col d’Aubisque, i battistrada aumentano ancora il loro vantaggio a 6′ e a 57 km scatta Thor Hushovd, ma Jeremy Roy gli va dietro, andando a riprenderlo 4 km più tardi. Dietro, Moncoutie prova a non perdere terreno e ci riesce, perché Hushovd smette di attaccare: lo passano sia Roy, sia Moncoutier.

A questo punto Roy se ne va definitivamente tranquillo quando mancano 46 km, Moncoutie resta secondo, dietro di lui Hushovd. Roy è il primo a transitare in cima al Col d’Aubisque e prende i punti che gli servono per essere il nuovo titolare della maglia a pois. Dietro il distacco cresce: il gruppo maglia gialla è sempre a 8′.

Quando mancano 35 km all’arrivo, ricomincia l’azione d’attacco di Hushovd, che vuole andare a riprendere Moncoutie. Ce la fa a 26 km dal traguardo e inizialmente lo sorpassa, poi entrambi stabiliscono una strategia comune e procedono in coppia all’inseguimento di Roy.

L’azione di Hushovd è fluida, mentre Mocoutier appare un po’ imballato; il francese non tira praticamente mai e quindi lo strappo con il battistrada rallenta a ricucirsi. A un certo punto, però, Roy è lì e Hushovd, che evidentemente ha ancora gambe, decide per l’attacco definitivo, nonostante Roy avesse tentato un nuovo allungo: a 3 km dal traguardo il norvegese scatta e lascia lì Montcoutier e in un lampo va a riprendere anche Roy. L’ormai ex leader della tappa non ne ha più, dopo una prova eroica, e molla. Hushovd se ne va e Moncoutier riprende il connazionale.

Thor mette metri tra sé e gli altri due e, continuando a tirare fino alla fine, vince in solitaria questa tappa faticosa. vittoria spettacolare e meritata per un campione veramente completo. Moncoutie transita a 10″, mentre Roy è in ritardo di 26″. Dietro di loro il primo è Bak, a 5′, poi Pineau, Boasson-Hagen. Gusev e finalmente il nostro Petacchi davanti a Tjallingii.

Scatta poi Philippe Gilbert e chiude decimo, guadagnando qualche punticino prezioso per la maglia verde (ancora di Cavendish). A Roy viene dato invece il numero rosso di uomo più combattivo, mentre la maglia gialla resta ancora a Voeckler, che al traguardo accusa 7’37” insieme al gruppo, in cui c’è anche Alberto Contador.

Prima della partenza si era ritirato Gert Steegmans, durante la gara invece lasciano Lars Boom e Vladimir Isaichev.

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