Olocausto: lettere dal passato

Il passato non è mai veramente passato. Soprattutto per un ebreo la cui famiglia scappò dalla Germania nazista più di 80 fa. Peter Hirschmann, 92 anni, ha ricevuto con un misto di sorpresa, dolore e gratitudine, una lunga lettera di scuse da parte di Doris Schott-Neuse, il cui nonno prese possesso della casa che la famiglia Hirschmann fu costretta ad abbandonare.

“Ho cominciato a leggere e mi sono venute le lacrime agli occhi perchè è davvero una lettera molto personale” racconta Hirschmann. “La casa che ci hanno portato via è finita a suo nonno. Se anche ha dovuto pagare per averla sono certo che sarà stata una sciocchezza all’epoca”.

Doris aveva appena 5 anni nel 1969 quando una zia, che aveva a sua volta ereditato la casa di Norimberga dopo la morte della madre, vendette la proprietà. Dunque per lei niente più che qualche ricordo sbiadito di uova pasquali nascoste nel grande giardino e di un tubo catodico con le immagini in bianco e nero.

“Per me si trattava soprattutto di trovare informazioni su quel che era accaduto esattamente” racconta. “Ma mano a mano che scrivevo la lettera le cose sono cambiate e ho cominciato a sentire il bisogno di esprimere il mio profondo dispiacere per quel che accadde allora”. Dopo la fuga dal Terzo Reich verso il New Jersey, Hirschmann si arruolò per andare a combattere i nazisti. Dall’alto della sua esperienza, si può permettere di dare un consiglio alla sua particolarissima corrispondente: “Le ho dato qualche consiglio per il futuro, in particolare che non dovrebbe sentirsi schiava del passato”.

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