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A #Lourdes l’allarme del Rettore

A Lourdes l’allarme del Rettore: “Senza pellegrini non viviamo”

Deficit da 8 milioni di euro per uno dei luoghi simbolo del cattolicesimo. Cassa integrazione per centinaia di persone

«Appello a donare. Lourdes non può vivere senza di voi»: è un grido di allarme drammatico quello lanciato da monsignor Olivier Ribadeau Dumas, rettore del santuario mariano alle pendici dei Pirenei, visitato ogni anno da milioni di pellegrini.

Era stato lui, il 17 marzo, ad annunciare al mondo intero che per la prima volta nella storia, il santuario si trovava costretto a chiudere a causa dell’emergenza sanitaria. E ora è di nuovo monsignor Dumas a chiedere aiuto, perché il santuario si trova a dover affrontare un deficit di 8 milioni di euro, un «deficit storico», come lui stesso lo definisce. «Dopo aver chiuso le porte per l’epidemia afferma sapevo che stavamo entrando in una delle più grandi crisi della storia recente. La riapertura è un grande segno di speranza. E voglio lanciare questo appello: aiutate il Santuario a risorgere».

«Le difficoltà economiche spiega in una lettera inviata ai donatori dell’intero pianeta – hanno colpito il santuario, mentre aveva appena raggiunto l’equilibrio finanziario». Monsignor Dumas ricorda che Lourdes è «da 162 anni un luogo di fraternità e un aiuto per i poveri e gli ammalati, una scuola di vita e un luogo di preghiera senza confronti. È la casa comune prosegue il rettore – di tutti coloro che nel mondo intero amano Lourdes e vivono dello spirito di questo luogo unico».

Il crollo dei pellegrini è nei numeri. Tra aprile e giugno le cancellazioni sono state del 100%, per luglio sono previste al 70% e per agosto e settembre al 30%. «Ogni giorno vengono cancellati centinaia di pellegrinaggi. E non finisce qui. Prevediamo una stagione 2020 in bianco. Le nostre entrate e le nostre risorse sono profondamente legate alla presenza di pellegrini. Senza di loro, senza le loro offerte, senza la loro presenza, Lourdes non può vivere. Il Santuario stima una perdita di 8 milioni di euro prosegue monsignor Dumas – l’85% del personale, ovvero 240 persone, continua a lavorare ma ad orario ridotto. I lavoratori stagionali (80 in tempi normali) non potranno essere assunti».

Da qui una «vera e propria richiesta di aiuto» rivolta a tutti coloro che «amano Lourdes e che lo considerano nostro patrimonio spirituale». La situazione è davvero drammatica se si considerano i numeri degli ultimi anni: 3 milioni di visitatori, di questi 1,2 milioni pellegrini, il restante turisti. Cinquemila le messe celebrate e 500 le processioni che si tengono ogni 12 mesi. Il 51% dei pellegrinaggi è organizzato, il 49% sono singoli fedeli che si organizzano individualmente. Nel complesso l’indotto economico genera lavoro per 3.900 persone.

Nonostante le cifre allarmanti, monsignor Dumas ha fiducia di poter risollevare la situazione. «La speranza non è un’illusione, significa combattere. E lotteremo per far sì che Lourdes attragga di nuovo migliaia e migliaia di pellegrini da ogni parte del mondo. Noi pregheremo per tutti voi, non mancheranno preghiere davanti alla Grotta di Bernadette. Io conto sul vostro aiuto, per garantire il futuro di Lourdes e preservare i posti di lavoro».

Il santuario ha un ruolo importante per l’intera industria del turismo francese: considerando le oltre 210 strutture alberghiere corrispondenti a 21 mila posti letto, Lourdes è seconda solo a Parigi. «È l’intero ecosistema della città di Lourdes a essersi fermato», sottolinea ancora il rettore. Non è un caso che a mobilitarsi sia stato anche il sindaco della cittadina mariana. «Sono state chieste misure straordinarie. Ma è una catastrofe. Penso ai lavoratori. Per loro c’è il sussidio di disoccupazione, ma le imprese aspettano ancora risposte dallo Stato. Al momento non sono ancora arrivati i soldi che erano stati loro prospettati», conclude monsignor Dumas, ricordando che invece la preghiera non si è mai fermata.

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