A Lourdes una voce mi ha detto 'Alzati'
FRANCAVILLA SUL SINNI – La battaglia per sé e per gli altri ammalati Antonietta l’aveva cominciata dopo aver scoperto di essere malata di Sla. Malattia che, da cinque anni, l’ha costretta su una sedia a rotelle. La «Gazzetta» l’aveva conosciuta sul pianerottolo all’ingresso della palazzina popolare; in un angolo, lei e il marito avevano poggiato un letto a una piazza e un piccolo tavolo bianco. «Non ce la faccio più a dover disturbare sempre tutti per scendere due rampe di scale», aveva detto, coperta dai pesanti abiti di una primavera ancora fredda. In questi giorni la «Gazzetta» ritrova Antonietta rinata, raggiante nel suo abito arancione come i girasoli, i suoi fiori preferiti, che ti viene incontro e ti accoglie sull’uscio di casa e si commuove quando racconta delle emozioni provate quando si è resa conto di poter di nuovo a spolverare casa o a rifare i letti.
Perché è andata a Lourdes?
«Non sono andata a Lourdes per me, perché mi bastava la serenità che stavo conquistando giorno per giorno. Ero andata lì per pregare per altre persone a me care, che stanno affrontando momenti difficili. Per questo, quando ho compreso quello che mi stava succedendo e come mi sentivo, ho pensato: perché a me?».
Quando si è resa conto di quello che stava accadendo?
«In Francia ho avvertito lo stesso forte dolore alle gambe che ho avuto quando ho scoperto di essere malata. Poi ho sentito un senso di leggerezza, ma non mi ero resa conto… Solo al mio ritorno a casa, un giorno, ho sentito una voce in me che mi diceva di dire quello che mi era accaduto. Ero sul divano, mio marito Antonio era in cucina. Ho sentito qualcuno che mi spingeva ad alzarmi. Ho detto ad Antonio che dovevo parlargli di una cosa importante. L’ho raggiunto, avevo paura che si sentisse male, ho anche fatto una giravolta. E poi ci siamo abbracciati commossi».
Ha avuto paura della reazione delle persone?
«All’inizio avevo paura di uscire. Non sapevo come avrebbe reagito la gente, avevo paura di dover affrontare qualcosa che era troppo grande. Poi, con l’aiuto del parroco e del vescovo, mi sono fatta coraggio. E molte persone sono corse incontro per abbracciarmi». (MpVerg)
Grazie a La Gazzetta del Mezzogiorno – Video 1 – Video 2
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