Commando cerca di salire sui vagoni
Assalto al treno per Lourdes: commando cerca di salire sui vagoni dei pellegrini
Prima un sasso rompe un vetro a Marsiglia, poi un attacco di 9 persone. I responsabili Unitalsi: «Mai visto nulla di simile»
TREVISO – Assaliti da un commando di banditi durante la sosta alla stazione ferroviaria di Sète, in Francia, e colpiti da una pietra scagliata da un cavalcavia durante il passaggio del loro convoglio a Marsiglia. Tutto nel giro di 24 ore. Il viaggio di andata verso Lourdes è stato un calvario per i 460 pellegrini della diocesi di Treviso sul “treno bianco” organizzato dall’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali). Per malati, barellieri, suore e volontari sono stati momenti di grande paura.
Il primo episodio il 25 agosto. Un paio d’ore dopo aver varcato il confine ed essere entrato in territorio francese, il treno dei pellegrini è stato colpito da una pietra «grossa come un limone», come testimoniano i volontari presenti. Il sasso ha sfondato il vetro del finestrino del “vagone attrezzato”, cioè il primo vagone del convoglio, dove viaggiano in barella le persone che hanno difficoltà motorie o particolari patologie. «Abbiamo sentito un botto – racconta Dario Capello, presidente della sottosezione dell’Unitalsi di Treviso – come lo sparo di un fucile. Abbiamo pensato che fosse esploso qualcosa all’interno del vagone. Noi volontari ci siamo precipitati subito per capire cos’era successo e per assicurarci che non si fosse fatto male nessuno».
Il caso ha voluto – ma i pellegrini vedono il provvidenziale intervento divino – che il finestrino sfondato fosse quello che si trova esattamente nella zona di svincolo tra le due parti in cui è separato il vagone. «Per fortuna nessuno si è fatto male – sospira Capello – Se avesse colpito qualsiasi altro finestrino avrebbe sicuramente centrato una persona, visto che le barelle sono sistemate a ridosso dei vetri. È stata una grazia il fatto che nessuno sia rimasto ferito». Fatte le valutazioni del caso e sentito il parere del ferroviere in servizio sul treno è stato deciso di proseguire il viaggio. La pietra è stata raccolta e in seguito è stata presentata denuncia alle autorità competenti.
Assai più grave e inquietante l’episodio del giorno seguente, il 26 agosto. Il treno è stato assaltato da una banda mentre era fermo alla stazione di Sète. Una banda composta da 9 persone ha cercato di salire in ogni modo sul convoglio eludendo la sorveglianza alle porte di ogni vagone effettuata dai volontari dell’Unitalsi. Due componenti della banda, addirittura, sono sgattaiolati sotto il treno per cercare di entrare dalle porte che non davano sulla banchina ma su altri binari. Ai volontari trevigiani non è rimasto altro da fare che chiamare la polizia.
Vedendo arrivare gli agenti il gruppo di malintenzionati si è dileguato, ma solo per un po’. Quando le forze dell’ordine si sono allontanate i nove sono tornati all’assalto, salvo desistere poco dopo vedendo che i loro sforzi erano vani. «È stato un quarto d’ora di terrore e di scompiglio – afferma Capello – È la prima volta che mi capita una cosa del genere in 36 anni di pellegrinaggi a Lourdes. Al massimo in passato si incontrava chi, con lo zaino in spalla, voleva diventare passeggero del nostro treno per fare duecento chilometri senza pagare il biglietto».
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