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Hospitalité Lourdes, da 125 anni accanto ai malati

Antoine Tierny, presidente dell’associazione, ne racconta la storia e l’impegno nell’accoglienza dei disabili e degli ammalati nella cittadina di Bernadette

di Daniele Piccini

Nel 2010, l’Hospitalité de Notre-Dame di Lourdes – un’associazione che dal 1885 si occupa della ricezione dei pellegrini malati in visita al santuario mariano – celebrerà il 125esimo anniversario della sua nascita. Antoine Tierny, nominato per la seconda volta presidente dell’Hospitalité dal vescovo di Tarbes-Lourdes Jacques Perrier, in questi giorni è in visita a Roma per curare in Vaticano l’organizzazione degli eventi che faranno da contorno alla storica ricorrenza. Nell’occasione, Tierny incontra Romasette per spiegare il ruolo della sua associazione.

«L’Hospitalité è l’unica struttura a Lourdes che si occupa dell’accoglienza di malati e disabili. Li andiamo a prendere alla stazione, all’aeroporto, li accompagnamo alle celebrazioni liturgiche del santuario e alle “piscine”, luogo devozionale che negli ultimi anni ha conosciuto un incremento di visite del 23% rispetto agli anni precedenti (nel 2007 i bagni assistiti dall’Hospitalité sono stati 483.695, ndr). Le attività dell’Hospitalité iniziarono nel 1885 con soli 3 volontari. Adesso ne impiega più di 20.000. Provengono da più di 60 paesi dei cinque continenti e, per svolgere il loro servizio con i pellegrini malati, accettano di pagarsi il viaggio fino a Lourdes. Nel 2008, anno in cui si è celebrato il 150esimo anniversario delle apparizioni mariane, abbiamo potuto disporre di 8.535 volontari (4.047 hospitaliers, 3.747 stageurs e 741 ausiliari, ndr), mille in più rispetto agli anni precedenti».

Prendersi cura dei pellegrini malati richiederà competenze specifiche. Come si fa a diventare hospitalier?
«Beh, intanto è necessario avere un minimo di 18 ed un massimo di 65 anni. Poi si compila un modulo (che si può trovare online all’indirizzo web www.hospitalite-lourdes.com, ndr) per iscriversi ad uno stage della durata di 7-15 giorni, che deve essere ripetuto per quattro anni. Poi si può svolgere il servizio, sempre nel periodo tra il 20 marzo e il 31 ottobre. Ogni anno formiamo circa 400 stagisti».

Chi sono le persone che chiedono di svolgere servizio di volontariato presso l’Hospitalité?
«Appartengono a tutte le classi sociali e a tutte le età, almeno finché si ha la forza di svolgere il servizio. Direi che il numero di presenze maschili e femminili è più o meno lo stesso».

Ci sono molti giovani che aderiscono alla vostra associazione?
«Abbiamo tanti ragazzi che partecipano agli stage di preparazione, poi, purtroppo, “mollano” prima di svolgere il servizio vero e proprio. Direi che la maggioranza dei nostri volontari sono “giovani pensionati”. Le faccio un esempio. Quando sono entrato nell’Hospitalité, circa 36 anni fa, c’erano molti giovani alla Messa per l’engagement (impegno, promessa, ndr) che precede l’inizio del servizio. Oggi invece l’età media è di 55 anni. Comunque, nel complesso, i nostri numeri crescono continuamente: nel 2008, rispetto agli anni precedenti, abbiamo registrato una crescita del 10% di hospitalier, del 15% di stageur e del 31% di ausiliari».

Quali sono i servizi che l’Hospitalité è in grado di offrire, concretamente, ai malati che arrivano a Lourdes?
«Svolgiamo tantissimi servizi che rientrano in sei categorie principali. C’è il Saint Jean Baptiste che si occupa di accompagnare i pellegrini, malati, disabili, ma anche sani, durante il percorso verso il Bagno. C’è il Service Notre-Dame, i cui volontari si occupano della cucina e del servizio ai tavoli o di tenere in ordine i locali comuni. Poi svolgiamo il servizio Marie Saint-Frai, che chiamiamo anche “Ospedale dei dolori”, in grado di accogliere, proprio nei pressi del santuario, circa 400 pellegrini malati. I volontari stessi usufruiscono del Service Saint Michel, dove possono mangiare spendendo solo 5,60 euro. Gli addetti del Saint Joseph seguono i pellegrini durante la loro permanenza a Lourdes. Infine abbiamo il Service Sainte Bernadette che svolge un compito catechetico, diffondendo tra i malati il messaggio che la Madonna, con le sue apparizioni, ha voluto lasciarci».

In tanti anni trascorsi nell’Hospitalité, lavorando a contatto con i malati, avrà senz’altro vissuto molte esperienze toccanti. Ne racconti qualcuna.
«Preferisco non parlare di persone viventi, che vengono a Lourdes ognuna con una diversa motivazione, per la fede nei miracoli, per la devozione verso la Madonna o Santa Bernadette. Proprio in questi giorni è in uscita nei cinema italiani “Operazione Valchiria”, un film di Bryan Singer con Tom Cruise, che racconta del complotto, ordito nel luglio del 1944 dagli ufficiali nazisti, per uccidere Adolf Hitler. Ebbene, quattro anni fa ho conosciuto proprio uno degli ufficiali che partecipò al complotto, ma che poi scappò dalla Germania. Mi ha raccontato la sua storia, prima di morire all’inizio del 2008. Dopo la seconda Guerra mondiale ebbe una profonda crisi spirituale e si ammalò. Un suo amico gli disse allora di andare in pellegrinaggio a Lourdes. Questo ex soldato tedesco non solo guarì, ma tornò in Germania e fondò l’Hospitalité Deutschland, che oggi comprende più di 200 membri. Questa è la forza di Lourdes».

Claudio Baglioni 1

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