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Il cardinale Bertone a Santa Maria Maggiore

 Il Segretario di Stato ha celebrato la Messa conclusiva del triduo nel 150° anniversario delle apparizioni mariane a Lourdes

di Mimmo Muolo (Avvenire)

Santa Maria Maggiore e Lourdes idealmente unite dalla preghiera. Ieri mattina (8 dicembre 2008) la più antica basilica mariana costruita in Occidente dopo il Concilio di Efeso si è per alcune ore trasformata in una riproduzione della Grotta di Massabielle, grazie al clima spirituale creatosi durante le Messa presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone. Il cardinale segretario di Stato, infatti, ha celebrato l’eucaristia nella solennità dell’Immacolata, nell’ambito del Triduo per la chiusura a Roma del 150° anniversario delle apparizioni mariane a Lourdes. E non ha mancato di sottolineare il ‘gemellaggio’ stabilitosi tra i due luoghi di culto. «La presenza della Statua della Vergine ci lega spiritualmente al santuario lourdiano», ha detto. E poi, ricordando che il Papa «anche se non presente fisicamente, si unisce a noi spiritualmente e ci chiede di pregare per tutte le sue intenzioni», ha ripercorso brevemente il pellegrinaggio di Benedetto XVI nella cittadina pirenaica, lo scorso mese di settembre.

«Nel luogo dove la Madonna apparve e Bernadette Soubirous – ha ricordato il segretario di Stato – il Papa ha avuto parole di grande consolazione, specie per i malati». Una sottolineatura, questa, perfettamente in tema con il clima della celebrazione di ieri a Santa Maria Maggiore, dove erano presenti migliaia di fedeli (molti dei quali visibilmente infermi), portati nella basilica dai volontari dell’Unitalsi.

Perciò Bertone ha aggiunto: «Il Pontefice nel suo discorso di Lourdes ha parlato del sorriso della Vergine Maria, fonte di serenità e di conforto, e sorgente di una speranza invincibile. In verità, chi non fa esperienza nella sua vita del dolore e della malattia? La sofferenza, quando si prolunga, rompe gli equilibri più consolidati di una esistenza e arriva a scuotere persino le più ferme certezze della fiducia, giungendo non di rado a far addirittura disperare del senso e del valore della vita». E dunque, ha proseguito il cardinale, «faccio mia oggi qui con voi l’esortazione accorata di Benedetto XVI. Vorrei dire a quanti soffrono, lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria. Accogliamo l’invito del Papa ed anche noi volgiamo il cuore a Maria; guardiamo a lei sempre, in ogni circostanza, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, in vita e in morte». «Nel suo cuore di madre – ha ricordato il porporato – siamo sicuri di trovare rifugio, comprensione e conforto, sostegno e luce nel nostro pellegrinaggio terreno, perché in lei si è realizzata la promessa che l’Onnipotente fece fin dall’origine dell’umanità, quando, dopo il peccato originale, disse al serpente: ‘Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno’ ».

Quindi, citando Dante e il Concilio Vaticano II, oltre a diversi passi della Scrittura, Bertone ha parlato della bellezza della Vergine. «L’Immacolata Concezione è così il primo frutto della redenzione di Cristo, l’anticipazione misteriosa degli effetti di salvezza che scaturiscono dalla morte e dalla risurrezione di Gesù. Di questa vittoria della grazia sul peccato, di questo trionfo della luce sulle tenebre, della gloria sull’orrore del male, della libertà sulla schiavitù morale la beata Vergine Maria è il primo e più grande segno. Fissando lo sguardo sulla sua bellezza, impa¬riamo ad intensificare in noi l’impegno ad essere, a nostra volta, partecipi della grazia di Dio».

La solennità dell’8 dicembre è dunque un grandioso invito alla santità. «Il dolce volto dell’Immacolata ci assicura che Dio non ci abbandona a noi stessi, ma anzi viene incontro alle attese profonde e autentiche, all’arsura di ogni cuore umano assetato di felicità». Di qui l’invocazione finale del porporato: «Stella luminosa del nostro cammino, Donna vittoriosa che schiacci la testa del serpente, oggi tu ci mostri il tuo volto di madre. Tu, Maria, preservata da ogni macchia di peccato, intercedi per noi peccatori, per tutti i peccatori, lotta con noi e sostienici perché non cediamo agli assalti del male. Dà luce e vigore alla nostra coscienza – ha concluso Bertone – perché restiamo sempre fedeli, docili e obbedienti alla voce di Dio».

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