Il vescovo guarda con fiducia all'anno nuovo
Monsignor Ghirelli: «La crisi si supera mettendo da parte interessi particolari e litigiosità»
All’inizio del 2009 abbiamo incontrato il vescovo di Imola, monsignor Tommaso Ghirelli, per un bilancio del 2008 appena terminato e per sapere quali saranno le tappe più significative della vita diocesana in questo 2009.
Eccellenza, un suo bilancio dell’anno appena finito…
Come Chiesa abbiamo vissuto alcuni anniversari particolarmente significativi. Il 150° anniversario delle apparizioni dell’Immacolata a Lourdes, sottolineato dalla “peregrinatio” dell’Immagine nel territorio della nostra diocesi tra il 27 e il 29 luglio. Un evento a cui moltissima gente ha partecipato in grandissimo numero stupendo anche gli stessi organizzatori.
Poi c’è stata l’apertura dell’Anno Paolino il 29 giugno che ha coinciso con l’ordinazione di un sacerdote.
Da sottolineare anche il 10° anniversario dell’uccisione di don Leo Commissari, ricordato in maggio a Imola con la presenza del cardinale Claudio Hummes e a São Bernardo il 21 giugno da una delegazione diocesana di cui facevo parte. È stata riproposta la spiritualità di don Leo anche in contrasto con la tendenza a farne soltanto un operatore sociale. Ma in lui era predominante l’amore per Cristo che porta al sacrificio della propria vita. Questa ricorrenza è stata anche l’occasione per consolidare il progetto “Chiese sorelle”.
La nostra comunità ecclesiale ha poi partecipato con una trentina di giovani alla Gmg di Sydney ed è stata vicina ai cristiani perseguitati in India, in Iraq e in alcuni Paesi africani. Particolare emozione ha suscitato l’uccisione di un giornalista a Bukavu, dove esiste un gruppo giovanile gemellato con l’Oratorio di San Giacomo.
Comincia un nuovo anno e lo fa con il timore diffuso di una crisi che rischia di colpire tante famiglie. Come affrontarlo?
La crisi si affronta mettendosi insieme e lasciando da parte i motivi di divisione, la litigiosità piuttosto elevata (e non solo quella televisiva impersonata da rappresentanti dei partiti). Partendo dalle famiglie in cui oggi ci si separa anche per motivi di poco conto.
Bisogna guardare insieme alla realtà per affrontare la crisi, senza perdere di vista i contorni della situazione. Alcuni modi di descrivere questa crisi ci fanno sembrare sul punto di morire di fame ma ci sono dati contrastanti. A punte di benessere corrispondono abissi di malessere, non dobbiamo raffigurarci la realtà diversa da quella che è.
Inoltre occorre valorizzare la società civile. Quindi non fare appello solo alle istituzioni, che non devono difendere interessi particolari, ma a tutte le forme di aggregazione che devono concorrere al bene comune e devono essere messe in grado di farlo. Ci vuole un cambiamento di mentalità e di etica che può ridare fiducia ai cittadini nei rapporti fra di loro e con le istituzioni.
Il 2009 sarà anche l’anno in cui prenderà il via il Sinodo diocesano. Quali sono le sue aspettative?
L’aspettativa è che si possa accelerare insieme, senza le fughe in avanti di pochi. Ad inizio dei lavori preparatori avevo detto che credevo nel fondamentale ruolo dei giovani e di questo rimango convinto anche se forse non sono stati tanto toccati; non per disinteresse ma perché non abbiamo ancora trovato il modo per coinvolgerli. È una questione non solo di metodi ma di volontà da parte degli adulti e degli educatori.
Ci saranno delle novità nella vita diocesana durante quest’anno?
Le “unità pastorali” partiranno nel corso del 2009. Si tratta di una forma di aggregazione e collaborazione fra parrocchie confinanti che hanno affinità tra di loro. Il presupposto è che ogni parrocchia non è autosufficiente. Da qui partono due diversi percorsi. Il primo prevede più parrocchie rette da uno stesso parroco, la maggior parte delle quali sono già di fatto piccole unità pastorali quindi non si verificheranno grossi cambiamenti. Altra modalità è quella che vede parrocchie confinanti, ognuna con il proprio parroco, che cominceranno a lavorare iniseme sotto la guida di un’équipe e con un parroco coordinatore. Quest’ultima è una vera sfida che richiederà tempi più lunghi e sarà avviata con maggiore prudenza per non rischiare di bloccarsi a metà del cammino per eventuali difficoltà pratiche
A giugno si svolgeranno le elezioni in diversi Comuni della Diocesi. Come sono i rapporti con le varie Amministrazioni comunali?
La collaborazione della comunità cristiana alla vita civica si traduce nel profondo rispetto per le istituzioni civili e per questo momento elettivo e per le persone che diventeranno rappresentanti dei cittadini.
Il mio auspicio è che i sindaci che usciranno dalle urne si sentano, prima che espressione di una maggioranza partitica, i rappresentanti dell’intera comunità locale.
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