Il viaggio in treno è una via crucis
Pellegrini, disabili e malati: il viaggio in treno per Lourdes è una via crucis
Una decina di anni fa bastava una notte, ora da Milano a Lourdes occorrono anche 30 ore. Pagliuca (Unitalsi): “I vagoni sono in condizioni pietose”. A questo si aggiungono scioperi, ritardi e guasti. Problemi anche in Francia. Eppure per un treno speciale da Roma si spende 120 mila euro
MILANO – Una decina di anni fa bastava una notte, ora da Milano a Lourdes occorrono anche 30 ore. I treni speciali carichi di pellegrini, spesso disabili o malati, si stanno trasformando in una vera e propria via crucis. “I vagoni sono in condizioni pietose -rincara Salvatore Pagliuca, presidente di Unitalsi, una delle realtà più grandi che ogni anno porta nel santuario d’oltrape circa 40 mila pellegrini-. In estate non c’è quasi mai l’aria condizionata”. Per un treno speciale da Roma a Lourdes l’Unitalsi paga intorno ai 120mila euro. “I prezzi aumentano ma il servizio è sempre più scadente -aggiunge mons. Paolo Angelino, presidente di Oftal-. Su questi treni ci sono persone che hanno particolari esigenze o condizioni di salute precarie. Eppure ci capita di rimanere fermi per ore in mezzo alla campagna”. Solo per Unitalsi, sono 15 i convogli che nel 2014 sono rimasti bloccati lungo il percorso per scioperi, ritardi o guasti. I rappresentanti delle organizzazioni di pellegrini hanno mandato lettere, incontrato esponenti di governo e vertici di Ferrovie dello stato e inviano puntualmente reclami ogni volta che si verificano disservizi. “Ma non cambia nulla, anzi la situazione peggiora nonostante tutte le rassicurazioni che ci vengono date”, sottolinea amareggiato mons. Angelino.
Superato il confine la situazione non migliora. Le ferrovie francesci Sncf stanno sopprimendo i treni speciali perché intralciano l’alta velocità. E quindi quando a Ventimiglia si presenta un treno speciale italiano non lo vedono di buon occhio. “Aspettiamo ore prima che venga aggianciato il locomotore francese”, ricorda il presidente di Unitalsi. Tra l’altro, Ventimiglia è diventata l’imbuto di tutti i treni speciali. “Fino a qualche anno fa quelli che partivano dalla città del Nord passavano dal Frejus -spiega mons. Angelino-. Adesso Ferrovie dello Stato dirotta tutti verso la Liguria perché dice che sul Frejus non ha abbastanza personale”.
Oltre che la salute dei pellegrini, in gioco c’è anche il diritto riconosciuto a tutti, qualunque sia la sua condizione fisica, a potersi muovere liberamente. “Non possiamo usare i treni ordinari o l’alta velocità – afferma Pagliuc a-, perché ci sono persone che, per le loro condizioni di salute, devono rimanere sempre sdraiate, oppure hanno sedie a rotelle o ausili molto ingombranti”. L’alternativa al treno sono l’aereo o i pullman. “Cominciano ad esserci autobus attrezzati per il trasporto di persone con particolari esigenze – aggiunge mons. Angelino -. Certo è che un treno ha una maggiore capacità di trasporto. Però probabilmente alle ferrovie italiane e a quelle francesi interessa solo l’alta velocità”.
Il calvario dei pellegrini per Lourdes è arrivato anche al Consiglio regionale della Lombardia, che all’unanimità ha approvato una mozione che invita il governatore Maroni a incontrare i vertici di Fs e a supportare le associazioni lombarde nella rivendicazione del loro diritto a viaggiare.
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