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Miracolo dopo 13 anni

Lourdes, dopo tredici anni nuovo miracolo nella grotta
Un artigiano francese riacquista l’uso della gamba

ALBERTO MATTIOLI – CORRISPONDENTE DA PARIGI

Un miracolo a Lourdes può sembrare una notizia scontata. In realtà, dall’11 febbraio 1858, giorno della prima apparizione della Vergine a Bernadette, solo l’uno per cento di circa 7 mila «dichiarazioni di guarigione» sono state riconosciute «miracolose». Finora erano 67: l’ultima miracolata «riconosciuta», nel 2005, fu una siciliana, Anna Santaniello.

Da ieri c’è il miracolato numero 68. Si chiama Serge François, un artigiano di Angers in pensione. Il fatto risale al 12 aprile 2002. Serge aveva praticamente perso l’uso della gamba sinistra, semiparalizzata dopo due operazioni. E soffriva di terribili dolori, leniti solo da iniezioni di morfina. Quel giorno, nella grotta, dopo aver pregato e bevuto l’acqua, Serge sentì, parole sue, «un dolore così lancinante che credevo di morire». Poi «la gamba che mi faceva tanto soffrire e che era sempre fredda si è riscaldata». Tanto che poi, per «rendere grazie», è andato in pellegrinaggio a Santiago di Compostela: 1.570 chilometri, e a piedi.

Ieri il suo vescovo, Emmanuel Delmas (che, ironia della sorte, è medico di formazione) ha solennemente riconosciuto il carattere «remarquable» della guarigione, senza parlare di «miracolo». «Ma per me non c’è dubbio – spiega monsignor Delmas al Figaro -. Avrei potuto usare il termine “miracolo”. Tutto permetterebbe di farlo, ma mi sembrerebbe un po’ presuntuoso».

L’eufemismo del prelato si spiega con le prudentissime regole della Chiesa in materia di guarigioni, ulteriormente irrigidite nel 2006. Il primo passaggio è la visita da parte dell’équipe medica di Lourdes, per due anni diretta da un italoamericano, Alessandro de Franciscis, che ha esaminato 38 casi nel 2009 e 33 nel 2010. La commissione prende in considerazione l’intero dossier clinico, ordina nuovi esami e lascia passare altro tempo, perché la guarigione dev’essere «permanente». Poi, se tutto risulta convincente, dichiara una «guarigione constatata». Per passare allo stadio successivo servono altre due indagini. Una è ancora scientifica, con gli esami di due collegi medici – il secondo internazionale – che si riunisce a Lourdes una volta all’anno. L’altra è religiosa, effettuata da una commissione diocesana presieduta dal vescovo del «miracolato», che esamina gli aspetti spirituali della guarigione e del guarito. Se anche questa è d’accordo, la guarigione è «confermata», come nel caso dell’artigiano di Angers. Adesso gli manca la terza tappa, la «guarigione ratificata», la sola che, secondo il diritto canonico, permette di parlare di «miracolo». Ma il signor François il suo miracolo l’ha già ottenuto. Lungo 1.570 chilometri.

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